Come sarà strutturato il nuovo spazio?
Mario Gorni Il nuovo Centro di Documentazione, il Dcova, sarà all’interno della Fabbrica del Vapore. Sarà uno spazio su due piani, per una metratura complessiva di 600 mq, la biblioteca conterrà 15.000 volumi riuniti in un solo luogo, ci saranno archiviati 4.500 video, dei quali 500 di artisti e 4000 riprese di eventi. Destineremo un’area per ricavarne una sala riunioni e una sala dedicata al montaggio. Diventerà importante per lo spazio che andremo a occupare anche l’attività didattica, ci saranno dei programmi per le scuole in visita ben precisi e assumeremo il personale specializzato per farlo. Per quanto riguarda la sede espositiva, dovrà aspettarsi gruppi di adolescenti o di ragazzi delle medie. Ci vuole perciò personale competente che li assista, anche in base alla possibilità economica dello spazio circostante. Dunque, non si faranno solo delle mostre, se ne potranno produrre alcune con un taglio differente, sia personali che collettive. Ma la mission è e rimane quella di presentare al pubblico giovani artisti, anche stranieri, per visualizzare i processi artistici significativi di confronto.
Parliamo degli artisti…
Chiara Agnello L’importante, per gli artisti che riteniamo degni del nostro archivio, è che loro sappiano dove e come si stanno confrontando. Come diceva Milovan, l’impatto con un luogo fisico è enorme, e a volte mette in moto oppure inibisce le idee. Il nostro spazio lo si darà a disposizione di modo che si possa ragionare fisicamente sulle metrature. Senza un confronto non si può portare un proprio lavoro a un certo livello d’autonomia. Ogni opera va resa indipendente, originale e forte rispetto al contesto in cui si trova o dal quale è nata. Fuori dalla collettiva, un artista deve sapere esprimere i propri contenuti e argomentare il proprio lavoro anche con un pubblico che può includere il gallerista o il collezionista o, perché no, il possibile sponsor. Solo in questo modo gli artisti possono mettersi alla prova, verificarsi di volta in volta. Questo è ciò che diventerà il Docva, uno spazio di formazione professionale per artisti. Dunque l’obiettivo, che poi è quel che ci si aspetta, sono maggiori incontri e laboratori con artisti e workshop.
I vostri pubblici di riferimento?
Mario Gorni Ogni mostra ha il proprio pubblico, una piccola folla imprevedibile fatta di affezionati. Per l’artista giovane, ad esempio, il suo pubblico sarà giovane. Mentre CareOf non si rapporta con il mondo dei collezionisti, a ViaFarini risulta utile la promozione dell’artista che potrebbe rapportarsi con più collezionisti. Loro passano i contatti delle gallerie e gestiscono il contatto, non sempre si ha a che fare con i privati. Il loro, come il nostro, è un servizio pubblico, è richiesta la massima trasparenza, i famosi “finanziamenti di continuità” ormai non esistono più, bisogna lavorare a progetto. L’ente pubblico garantisce solo il 50% dei costi, per un massimo di 30mila euro di sovvenzioni bisogna presentare loro un budget di attività che riporti quasi 60mila euro di spese. Per noi di CareOf, la politica di lavoro col privato ha contrappesi restrittivi: dipendere dallo sponsor a volte è un vantaggio e a volte è uno svantaggio.
Come si inserirà il Docva all’interno della Fabbrica del Vapore?
Patrizia Brusarosco Si cercherà di produrre un’unione per avere una nuova utenza e amplificarla. Bisogna vedere questo spazio industriale come si relazionerà con le due identità di ViaFarini e di CareOf, come cambieranno e quali saranno gli obiettivi di entrambi in merito al nuovo terreno comune del Docva. Bisognerà stare a vedere, in corso d’opera, quali saranno le vicinanze e le divergenze, e se è vero che il nuovo Centro di Documentazione potrebbe diventare il motore sperimentale di rilancio di un organismo come il Progetto della Fabbrica, che va concretizzandosi ma con lentezza estrema. Siamo ancora impigliati nei tempi della politica, degli apparati burocratici e delle liste di chi fa domanda e aspetta di occupare gli spazi, a proprie spese. Quello che vorremmo è arrivare al completamento di un complesso che divenga il centro di una serie di servizi per la città di Milano, per eguagliare, almeno, i modelli simili di livello europeo.
a cura di ginevra bria
[exibart]
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