Nel 2025 ricorre il cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di Carlo Levi, pittore, scrittore e intellettuale antifascista, figura di riferimento per la cultura del Novecento italiano. Nato a Torino il 29 novembre 1902 e morto a Roma il 4 gennaio 1975, Levi fu un uomo profondamente legato alla giustizia sociale, alla libertĂ e alla difesa degli ultimi, come testimoniano ancora oggi le sue opere letterarie e artistiche. Lâanniversario della sua morte offre lâoccasione per celebrare un autore che ha saputo raccontare lâItalia con luciditĂ e sensibilitĂ , riscoprendo la potenza narrativa e visiva della sua opera.
Levi fu confinato dal regime fascista ad Aliano, un piccolo borgo della Basilicata, nel 1935. Questa esperienza, inizialmente vissuta come una punizione, si trasformò in un incontro decisivo. Ă qui che nacque Cristo si è fermato a Eboli, il suo capolavoro letterario pubblicato nel 1945, manifesto della Questione Meridionale, che denuncia lâabbandono delle regioni del Sud Italia e restituisce dignitĂ alla cultura contadina.
I calanchi di Aliano, con la loro maestosità , ispirarono le riflessioni pittoriche e letterarie di Levi. La casa dove visse, oggi conservata come un luogo della memoria, racconta le difficoltà e la semplicità di quegli otto mesi, tra il 1935 e il 1936, durante i quali Levi esercitò anche la professione medica, curando di nascosto i contadini.
In occasione del cinquantenario, la Fondazione Giorgio Amendola di Torino inaugurerĂ il 9 gennaio 2025 unâinstallazione multimediale dedicata al famoso telero Lucania â61. Questâopera monumentale, realizzata per il centenario dellâUnitĂ dâItalia su richiesta di Mario Soldati, rappresenta un viaggio pittorico nel tema della Questione Meridionale, con volti e scene che riecheggiano i drammi raccontati in Cristo si è fermato a Eboli, come ha spiegato Prospero Cerabona, presidente della Fondazione Giorgio Amendola. La tela di grandi dimensioni è custodita nella Sala Levi del Museo nazionale dâarte medievale e moderna di Matera, ospitato dal Palazzo Lanfranchi.
ÂŤEcco davanti a noi è la Lucania con il suo contenuto di umanitĂ , di dolore antico, di lavoro paziente, di coraggio di esistereÂť, cosĂŹ lo stesso Levi descriveva la sua opera. ÂŤUn paese intero vive in questâopera, nelle vicende e nei volti dei suoi personaggi. Partendo dallâimmobilitĂ millenaria, fuori dalla storia, queste persone si affacciano allâesistenza e il loro percorso, come quello del quadro, è, in breve spazio, lunghissimo come un trascorrere dei secoli. Il filo conduttore di questo percorso è Rocco Scotellaro, il poeta della libertĂ contadina. Ci appare ragazzo col viso lentigginoso, pieno di melanconica speranza; uomo sulla piazza, con i compagni di un mondo che si è aperto, morto nella grotta da cui cominciano i tempiÂť, continuava lâautore.
Lâinstallazione, curata da Olo Creative Farm e realizzata con il sostegno del PNRR, traduce il Telero in unâesperienza digitale, ampliando la possibilitĂ di fruire di questa testimonianza artistica che collega il Nord e il Sud, lâesperienza personale e la memoria collettiva. Come ricordava lo stesso Levi, la sua battaglia era per tutte le âLucanie del mondoâ.
Aliano, dove riposano le spoglie di Levi per sua stessa volontĂ , continua a essere il fulcro della sua memoria. Nel 2025, il borgo inaugurerĂ sei sale espositive presso Palazzo De Leo, non distante dalla casa abitata da Lei, dedicate alla vita e alle opere dellâintellettuale torinese. Il Comune ha infatti acquisito, con un investimento di 55mila euro, oggetti personali che raccontano la quotidianitĂ e lâarte di Levi, come il cavalletto, le macchine da scrivere Olivetti â la Studio 42 e la Studio 44 â le lettere, la pipa, gli occhiali da sole e le opere pittoriche.
A Palazzo Scardaccione è poi ospitata una mostra fotografica dedicata ai funerali di Carlo Levi, con le straordinarie immagini di Augusto Viggiano, che immortalò le esequie a Roma e lâultimo viaggio dello scrittore fino allâarrivo in Basilicata, tra i suggestivi calanchi. Alla Pinacoteca sono conservate invece 23 sue opere e una collezione di litografie del Cristo si è fermato a Eboli, oltre a lettere e documenti sul confino e fotografie con intellettuali a lui vicini, come Umberto Saba e Pier Paolo Pasolini.
La candidatura di Aliano a Capitale Italiana della Cultura per il 2027 si svilupperĂ proprio sulle tracce di un itinerario leviano che attraverserĂ diverse cittĂ italiane nel corso dellâanno. Al momento, sono stati consegnati i dossier delle 17 cittĂ candidate al titolo di Capitale e lâannuncio della vincitrice del titolo si terrĂ entro la fine di marzo 2025. Il progetto sottoposto prevedrĂ eventi da Matera a Potenza, da Roma a Firenze, fino ad Alassio, dove Antonio Ricci sta restaurando la villa e il giardino tanto amati da Levi, per poi proseguire a Torino e Trieste, questâultima in omaggio al legame con Umberto Saba.
Il 2025 sarĂ dunque un anno di rinnovata attenzione alla figura di Carlo Levi. La Fondazione a lui intitolata, istituita giĂ nel 1975 dalla compagna Linuccia Saba, gli dedicherĂ ad aprile una mostra presso la Galleria dâArte Moderna di Roma, in cui saranno esposte 20 tele inedite risalenti agli anni Cinquanta, periodo romano dellâartista. Le opere, provenienti da una collezione privata, verranno messe in dialogo con quelle del pittore e amico Piero Martina.
A maggio si terrĂ un convegno per celebrare gli 80 anni dalla pubblicazione di Cristo si è fermato a Eboli, che Einaudi riproporrĂ in libreria ad aprile con una nuova edizione arricchita dallâintroduzione di Nicola Lagioia e dalla postfazione di Riccardo Gasperina Geroni. GiĂ dal 14 gennaio saranno nuovamente disponibili, sempre per Einaudi, Il futuro ha il cuore antico e Tutto il miele è finito, con introduzioni rispettivamente di Stefano Levi della Torre e Marcello Fois. A settembre sarĂ la volta de Lâorologio, accompagnato da unâintroduzione di Francesco Piccolo.
La poliedricità di Levi, fertile anche nel cinema e nella fotografia, è esplorata nel volume Lo sguardo di Narciso, appena pubblicato dalla Fondazione. Il libro raccoglie una serie di contributi che analizzano sia il patrimonio di oltre 10mila immagini collezionate da Levi, sia il suo lavoro per il cinema. In appendice, una ricognizione documenta la presenza di Levi negli archivi audiovisivi Luce, Rai Teche e Aamod, offrendo una nuova prospettiva sulla sua figura di intellettuale poliedrico.
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