Casa BelMondo: in Calabria, un progetto per riattivare i piccoli centri

di - 2 Dicembre 2020

Nata con l’intento di ripopolare le aree calabresi che rischiano lo spopolamento, l’associazione La Rivoluzione delle Seppie apre le porte della Casa di BelMONDO, progetto che parte dalla volontà di riattivare il piccolo comune di Belmonte, in Calabria, nel cosentino. Un luogo che sembrava destinato a scomparire ma che, grazie a questa iniziativa avviata nel 2016, è diventato un piccolo centro di sperimentazione, scambi, incroci, produzione culturale e riflessione su temi sociali, urbani e nuovi modi di abitare gli spazi.

L’associazione è riuscita a mettere in azione la prima sperimentazione di South Learning, portando un gruppo di studenti inglesi della facoltà di architettura della London Metropolitan University a studiare e progettare nel borgo calabrese, in una realtà totalmente differente da quella della metropoli inglese. La Rivoluzione delle Seppie, con questa esperienza, risponde a una duplice volontà: da una parte favorire e migliorare le condizioni delle zone rurali e marginali, arginando il declino sociale e culturale e favorendo occasioni di confronto; dall’altra creare per gli studenti nuove forme di apprendimento e di esperienza che vadano oltre le lezioni frontali e i metodi tradizionali propugnati dalle università che, oltretutto, stanno continuando la loro attività principalmente da remoto.

La loro sede è la Casa di BelMONDO, uno spazio concepito come luogo di contaminazione, scambio multidisciplinare e multiculturale.

Casa di BelMONDO: il progetto e la ristrutturazione

Dal 23 novembre è partita una campagna di crowdfunding organizzata dall’associazione culturale per sostenere le spese e terminare i lavori di ristrutturazione del primo piano del loro spazio di lavoro. Infatti, Casa di Belmondo è stata ricavata da una vecchia dimora delle monache del paese, grazie a Crossings, progetto in collaborazione con il collettivo di architetti Orizzontale, l’associazione culturale Ex Covento, insieme al Comune di Belmonte Calabro e alla facoltà di Architettura londinese.

Nello specifico, Crossings è un festival estivo che organizza seminari e workshop con esperti e professionisti dell’arte, dell’architettura e dell’urbanismo. È un’occasione di ricerca per gli studenti di Londra e i migranti, che lavorano fianco a fianco per concepire progetti architettonici volti alla realizzazione di strutture che possano poi essere realizzate per durare nel tempo. Progetti concreti per luoghi che necessitano di cura, per ristabilire un collegamento con il territorio e con il tessuto sociale e urbano, portati avanti grazie a un gruppo di lavoro diversificato tra abitanti del luogo, individui con diversa formazione e background culturale.

La campagna di crowfunding e il suo scopo

Tra i vari lavori, i gruppi di ricerca hanno elaborato il progetto di ristrutturazione di Casa BelMONDO, che vuole riabilitare lo spazio non solo per gli studenti, gli artisti, i migranti ma anche per la comunità locale. Per ora sono stati rifatti i pavimenti di tre stanze e la campagna di crowfunding, attiva dal 23 novembre 2020 al 3 gennaio 2021, sarà volta a sostenere i costi dei materiali edili e della manodopera locale, a concludere i lavori del primo piano, rendendo abitabili gli spazi di co-living e co-working tramite il potenziamento del sistema elettrico e dell’accesso alla rete wifi. Inoltre, è prevista la possibilità di aggiungere una foresteria per la residenza di ospiti occasionali.

Nell’edizione di Crossings 2020 era programmato il proseguimento dei lavori, che non si sono potuti svolgere a causa della pandemia. Per questo motivo si è resa ancora più necessaria l’attuale campagna di raccolta fondi, che ha l’obiettivo di raggiungere la cifra di 20mila euro. Una forte rilevanza sociale e di inclusione si cela dietro la costruzione di Casa BelMONDO, con la volontà di restituire uno spazio aperto e ibrido che possa riconnettersi con il territorio e innescare attenzione per la regione, coinvolgendo in primis la popolazione, insieme a una comunità temporanea costituita da varie realtà, tra cui studenti, creativi, accademici e migranti. «La comunità locale all’inizio ci guardava con diffidenza, ma ora ci conosce e interagisce con noi, soprattutto nei momenti di convivialità. Ora vogliamo pensare a come crescere nel futuro», dichiarano da La Rivoluzione delle Sepeie. L’integrazione sociale che deriva dall’attività dello spazio è particolarmente importante per i migranti che si trovano nei centri accoglienza, a cui viene concessa una seconda possibilità.

Ognuno di noi ha la possibilità di contribuire allo sviluppo di questo progetto, per riscoprire le piccole e preziose realtà del nostro Paese, garantendo anche un tipo di esperienza educativa importante per le generazioni future e per l’Unione Europea, per il suo senso di comunità e di dimensione collettiva, in grado di superare i confini territoriali e culturali.

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