CATANIA FOUNDACTION

di - 20 Maggio 2009
Il memorabile art-weekend siciliano di fine febbraio ha radunato sull’isola il meglio della stampa e della critica nazionale, mobilitando tra Palermo e Catania il pigro entourage dell’arte isolano: un transito di artisti, giornalisti, curatori, galleristi, tutti in festa per l’attesissimo evento multiplo. Un sincronico opening, gestito con cura sul piano della comunicazione e dell’organizzazione, ha visto protagoniste Palermo – con la sede restaurata di Riso, Museo Regionale d’Arte Contemporanea – e Catania, con le due neofondazioni Puglisi Cosentino e Brodbeck.
La sensazione, una volta tanto, era di trovarsi al centro di un cambiamento, cittadini di una periferia tramutatasi per l’occasione in vitalissimo snodo culturale.
L’exploit catanese è arrivato come d’un tratto. Da anni si parlava delle due fondazioni; ma le lunghe tempistiche, legate a una complessa gestazione e al gravoso impegno economico (entrambe le realtà sono private), avevano un po’ allentato la tensione, lasciando che i cantieri procedessero in sordina. Poi, l’annuncio della doppia inaugurazione: Catania, provata dagli sprechi e dalle magagne di una politica culturale e amministrativa disastrosa, rinasce nel segno dell’arte contemporanea. O almeno ci prova.

La Fondazione Puglisi Cosentino

Alfio Puglisi Cosentino è uno dei più noti imprenditori siciliani, patron del latte Sole, catanese di nascita ma romano d’adozione. Cominciò a frequentare l’arte fin da bambino, grazie a una famiglia appassionata e abituata ad acquistare dipinti antichi. Fu un piccolo episodio d’infanzia a dargli per la prima volta la misura del valore di un’opera d’arte: “Avevo circa otto anni, stavo giocando in casa con una palla da tennis e lanciandola colpii un pastello di un artista inglese”, racconta ad Exibart. “Il vetro rotto aveva creato una scalfitura nella gola della donna ritratta, uno sfregio che è ancora lì. Mio padre, tornato a casa, mi rimproverò spiegandomi che era quello il motivo per cui tante volte mi aveva chiesto di giocare di sotto”.
Lezione imparata. Puglisi Cosentino è diventato col tempo uno dei più solidi collezionisti italani. Un collezionista a tutto tondo, costantemente sedotto dagli oggetti preziosi: “Mi piace il bello in tutte le sue forme, dalla pittura agli argenti, dai mobili fino alle piante! Restando in ambito strettamente artistico, la pittura è forse la cosa che da sempre amo di più, in particolar modo quella del Seicento”.
In principio fu l’antico, poi un tuffo nell’attualità: “Sono passato al contemporaneo alla fine degli anni ’60; uno dei miei primi acquisti fu un quadro bellissimo di Gastone Novelli, opera che è esposta ora a Palermo, alla mostra di Riso sul collezionismo siciliano”. Rapito a un certo punto da un ritrovato amore per il classico, è solo all’inizio del 2000 che l’imprenditore siciliano si ri-converte al contemporaneo, senza però abbandonare l’interesse per il passato. Questa intensa liaison con l’arte, coltivata nell’arco di tutta un’esistenza, lo porta a istituire nel 2004 una Fondazione, dedicata alla sua grande passione. Perché questa scelta? “Ho pensato che alla mia età fosse giunto il momento di fare qualcosa per la Sicilia, per Catania, per quest’isola che tanto ci ha dato nel passato e che tanto amo, pur abitandola ormai molto poco”, spiega.
La sede è uno dei più prestigiosi immobili signorili della città, progettato dal Vaccarini agli inizi del Settecento. Palazzo Valle, dopo una lunga serie di atti di successione e molteplici destinazioni d’uso, cadde in stato d’abbandono, fino a diventare inagibile. Puglisi Cosentino lo acquistò nel 2001 dagli Asmundo Zappalà di Gisira e iniziò gli interventi di recupero nel 2005.
Il risultato è eccellente: un luogo incantevole, resuscitato grazie a una equilibrata operazione di ripristino che ha dato vita a una modernissima sede museale. “La mia intenzione per questo spazio”, ci racconta lui, “è quella di non limitarmi al contemporaneo, di non muovermi lungo binari troppo stretti. Spero di poter inserire anche qualche bella mostra di arte classica; quel che conta è fare le cose bene, perseguendo l’obiettivo principale: aiutare la crescita culturale dei Siciliani, mostrando loro cose nuove, diverse, di valore. Bisogna avvicinare la Sicilia al resto d’Europa e insieme cercare di spingere il resto d’Europa verso la Sicilia”.
Ed è proprio per mirare con più precisione a questo obiettivo che Puglisi Cosentino ha scelto di non allestire una collezione nei locali della sua fondazione: “Quei cinque milioni e mezzo di siciliani che potremmo portare, via via, a visitare la permanente, una volta vista non tornerebbero più. Preferiamo coinvolgerli almeno due volte l’anno, con progetti sempre nuovi. Non mi interessa la mummificazione dell’arte”. Uniche opere in permanenza le due imponenti installazioni di Kounellis, nella corte, e quella di Anselmo, all’interno.

Il programma annuale? La struttura è ben articolata: due mostre importanti – o “pesanti”, come le definisce lui -, della durata di tre-quattro mesi, affiancate da alcune mostre di giovani artisti di respiro internazionale. E nessun protezionismo, sia chiaro: “Non voglio concentrarmi su italiani o siciliani, ma sui maestri. Magari quelli che in Sicilia è più difficile vedere”. A vagliare i progetti sarà un comitato scientifico di tutto rispetto, composto da influenti critici e direttori di museo: Gillo Dorfles, Pietro Bellasi, Franca Falletti, Rudi Fuchs, Marie Laure Bernadac, Manolo Borja-Villel. Già attiva la sezione didattica, pensata soprattutto per la formazione di studenti e docenti.
Costanti del classico tra XX e XXI secolo è il titolo della mostra inaugurale, curata da Bruno Corà, direttore artistico della Fondazione. Un’esposizone di alto livello, che riunisce opere arrivate da importanti collezioni pubbliche e private: da Medardo Rosso a Matisse, da Mondrian a Klee, da Arp a Malevic, e poi Morandi, Fontana, Magritte, Rothko, Burri, Beuys, Klein, fino a Pistoletto, Fabro, Paolini, Rebecca Horn.
Quasi tutti pezzi significativi, pochissimi i punti deboli. Un’inaugurazione in grande stile, persino troppo austera, tra luccichii altoborghesi, intellettuali blasé, nobiltà nera e notabili della politica e dell’imprenditoria locale.

La Fondazione Brodbeck

Diversa l’atmosfera dell’altra Fondazione, quella di Paolo Brodbeck, noto industriale catanese (svizzero d’origini), anche lui grande collezionista d’arte contemporanea. Decisamente più schietta la vernice: spirito popular-chic e buffet rustico, tra frotte di giovani artisti e curatori confluiti negli spazi di una sconfinata fabbrica dismessa rilevata dall’imprenditore nel 2005. In tutto seimila metri quadri, destinati a diventare un polo per l’arte conemporanea, con un taglio internazionale e una grande attenzione a ricerca e innovazione.
Ad oggi solo una parte dell’ampissima struttura è stata recuperata: “È un sito industriale costruito a partire dalla seconda metà dell’Ottocento“, ci racconta il gallerista Gianluca Collica, art director e consulente di fiducia dei Brodbeck. “Disponiamo di quindici capannoni che si affacciano su tre corti; un borgo immerso in uno dei quartieri più difficili della città: San Cristoforo. Ci vorranno cinque anni per ultimare i lavori… Abbiamo coinvolto anche l’artista Alfredo Pirri, che in collaborazione con l’architetto Gaetano Cosentino progetterà la ristrutturazione dell’intero spazio“.
Quella della Fondazione Brodbeck è un’architettura capace di evocare il senso della prassi creativa, il rapporto tra produzione e progettazione: uno di quei posti cui t’aspetti di trovare situazioni non patinate, opere ispirate a estetiche di stampo relazionale, costruttivista o unmonumental.
Dinamico il programma, che risponde tanto a esigenze culturali, quanto a necessità economiche, indispensabili per la sopravvivenza del progetto: Coinvolgeremo diversi settori, inclusi quello turistico, tecnologico e didattico” spiega Collica. “Avremo dei padiglioni destinati alla collezione permanente di Paolo Brodbeck e altri per le iniziative temporanee: un settore dedicato alle residenze d’artista (studi con appartamento annesso), un laboratorio turistico finalizzato a incrementare il flusso dei visitatori; laboratori di ricerca tecnologica in collaborazione con l’Università di Catania e altre realtà private; programmi didattici rivolti ai giovanissimi e alla formazione di professionalità specializzate“.
Gli appuntamenti espositivi sono pensati secondo il modulo delle residenze: “Gli artisti dovranno sviluppare un programma di attività specifiche, realizzando opere pensate ad hoc e organizzando iniziative che coinvolgano il territorio“.
Il primo della serie è il tedesco Michael Beutler, che ha dato il via a Fortino1, ciclo di residenze curato da Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Salvatore Lacagnina. La residenza in questo caso ha avuto luogo parallelamente al cantiere, così da ispirare un progetto espositivo naturalmente incentrato sul rapporto con l’architettura e sul divenire delle forme e dei luoghi. Un workshop con quindici allievi dell’Accademia di Belle Arti di Catania è sfociato inoltre nella produzione di un’installazione collettiva.
La programmazione viaggia secondo blocchi quadriennali, per garantire massima continuità ed efficienza: “Per il prossimo futuro stiamo lavorando a un nuovo ciclo di residenze, curate stavolta dal bravissimo portoghese Nuno Faria“, precisa Collica. “Si chiamerà ‘Cretto’ e coinvolgerà artisti dell’area latina, partendo dal Portogallo e inoltrandosi verso il Brasile e il centro America. È nostra intenzione fare esperienza delle espressioni artistiche più stimolanti nel mondo e mi sembra che quella latino americana sia oggi una delle più vive e vere“.
I prossimi nomi? Seb Koberstaed, Christian Andersson, Luca Vitone, Paolo Parisi, Nelson Felix, Diango Hernandez.

Dichiarata, da parte di entrambe le realtà catanesi, la voglia di coordinarsi, di stabilire un dialogo, pur nel rispetto delle proprie specificità. Ma non è tutto. Il rapporto con Riso, o con altri importanti contesti locali, è anch’esso considerato un elemento strategico, utile ai fini di un radicamento nel territorio, di un ampio coinvolgimento del pubblico, di una generale rivitalizzazione del sistema. Buone le premesse, chiari gli obiettivi. Alte le aspettative di fruitori e operatori del settore: un popolo di art-addicted o di semplici curiosi, tanto delusi dalle istituzioni pubbliche, quanto propensi a riporre nel privato più d’una speranza. Che si tratti davvero d’una magica congiunzione? Che sia stavolta l’inizio di un circolo virtuoso, di un nuovo corso?
Ci piace l’idea che possa innescarsi un salubre testa a testa fra privati che fanno cultura, l’idea che sull’isola si spargano i virus benefici della competizione e della collaborazione. Chissà, magari rischiando di contagiare pure il settore pubblico. Oltre i gattopardismi, i pessimismi e i solipsismi.

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Sicilia 1968/2008 al Riso
Costanti del classico alla Fondazione Puglisi Cosentino
Beutler alla Fondazione Brodbeck

helga marsala

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 56. Te l’eri perso? Abbonati!


Fondazione Puglisi Cosentino – Palazzo Valle
Via Vittorio Emanuele II, 120 – 95131 Catania
Info: tel. +39 0957152228; fax +39 0957153835; info@fondazionepuglisicosentino.it; www.fondazionepuglisicosentino.it
Fondazione Brodbeck Arte Contemporanea
Via Gramignani, 93 – 95121 Catania
Info: tel./fax +39 0957233111; info@fondazionebrodbeck.it; www.fondazionebrodbeck.it

[exibart]

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