Siamo stati a Centuripe, una città di 5.000 anime fra Catania ed Enna. La storia, il rilancio culturale e la magia del luogo ci hanno conquistati e oggi ne parliamo qui.
Arroccata di fronte all’Etna, Centuripe è una città dalla forma inusuale che conserva alcuni tesori nascosti, tutti da scoprire.
Salvatore La Spina, il Sindaco di questa piccola realtà, si è battuto – insieme ai suoi collaboratori – per impedire la costruzione di una grande discarica nella zona, di grande interesse archeologico. La nuova amministrazione ha quindi deciso di puntare tutto sulla cultura.
Inizia così l’avventura di Centuripe per conquistarsi un nome come fiore all’occhiello della nuova politica culturale del paese.
La volontà è anche quella di rendere Centuripe un luogo significativo per la prossima generazione di artisti. Antiquarium, uno degli spazi scelti per dare il via a questa rivoluzione culturale è il chiostro di un ex convento agostiniano, costruito nel ‘500. Proprio negli spazi di Antiquarium, sabato 3 luglio è stata inaugurata “Segni”.
Le opere in mostra all’Antiquarium ripercorrono la storia dell’arte contemporanea da fine ‘800 fino al secondo dopoguerra grazie a un medium ancora poco considerato in Italia, la stampa d’artista.
Curato da Simona Bartolena, il percorso espositivo ha una storia davvero particolare.
Gli artisti appartenenti alle Avanguardie storiche inclusi nella mostra si sono ispirati all’arte primitiva essenziale, insieme a quella africana. Queste ispirazioni assumono un significato molto profondo per Centuripe che custodisce le pitture rupestri ed essenziali del Riparo Cassataro. Il collegamento fra questo sito preistorico e Segni dimostra la capacità di Centuripe di utilizzare il proprio passato per affacciarsi verso altre epoche storiche rendendole parte della propria esperienza culturale.
Le opere esposte a Centuripe provengono dalla collezione privata di Enrico Sesana che ha seguito il progetto personalmente. In questa occasione sia Bartolena che Sesana sono riusciti a portare in Sicilia ben 82 opere che in qualche modo ci fanno riflettere sull’importanza dei segni che questi artisti hanno deciso di lasciare su carta.
La prima opera, Le taureau di Picasso, risale al 1945 ed è l’opera cardine di questa mostra. Dimostra infatti l’estrema sintesi raggiunta dall’artista dopo varie fasi del suo percorso.
Anche l’opera di Maurice de Vlaminck, Le port de Martigues, porta con sè la potenza del segno. Grazie alla tecnica adottata dall’artista l’opera sembra quasi olografica, portando sulla carta un veo e proprio movimento.
L’opera di Käthe Kollwitz, Schlachtfeld, racconta un’aspetto straziante della rivoluzione agricola durante la riforma protestante. Nell’apparente oscurità scorgiamo una storia terribile: una madre alla ricerca del corpo del figlio.
Passando per Kandinskij, Villon, Arp e molti altri si arriva anche a Chagall che con le sue acqueforti ci conduce verso una dimensione quasi fiabesca, grazie alla sua incredibile fantasia.
Le opere di Dubuffet, Hartung, Appel insieme a molti altri conducono verso la fine di questo percorso che si conclude con artisti come Burri e Fontana che intervenivano sulla carta segnandola in maniera decisamente più diretta. La sperimentazione messa in atto da Burri sulla carta ha prodotto Combustione (1963-1964), reso possibile grazie alla collaborazione Valter Rossi, celebre stampatore italiano.
Il Riparo Cassataro, scoperto nel 1976, è un luogo magico. Si presenta come un anfratto roccioso formato dalla combinazione di blocchi di arenaria imponenti che conservano due serie di pitture. La prima, più evidente, in ocra rossa e l’altra nera, quasi impercettibile. Grazie all’aiuto degli infrarossi è infatti stato possibile riportare alla luce le tracce di quest’ultima, che raffigura un bue con lunghe corna insieme a una figura antropomorfa che abbraccia un tamburello. Questi disegni risalgono al Neolitico e possiamo dirlo grazie alle ricerche condotte dal CNR nei pressi della rocca.
Ai piedi di queste figure rupestri si possono notare una serie di coppelle scavate che ricordano alcune costellazioni, rendendo il fascino del luogo ancora più elettrico. Si suppone, infatti, che questo luogo fosse utilizzato come luogo di culto.
Il Riparo Cassataro si trova all’interno di un aranceto, in una proprietà privata che ora è possibile visitare fino alla fine di Segni, il 17 ottobre 2021.
La storia di Centuripe è la storia di molti comuni italiani dimenticati, lontani dai radar del turismo mainstream. Per questo, e altri mille motivi, visitare Centuripe significa vivere da vicino l’autenticità del luogo immersi nella natura.
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Stimolante,invita all’esplorazione positiva e partecipe dì realtà vere..