Dalle 19.30 alle 23 di domenica 17 settembre, la Collezione Peggy Guggenheim apre i propri spazi alla scena artistica veneziana contemporanea con Avvenimento #1 DETTO MONDO, un evento che trasforma Palazzo Venier dei Leoni in un luogo di contaminazione tra discipline diverse, dalla performance alla danza, dalla musica all’installazione, facendosi palcoscenico per una serie di interventi performativi pensati da una nuova generazione di artisti e artiste.
Dagli scenari edibili del progetto Serviteur Muet, frutto dell’inedita collaborazione tra il collettivo Barena Bianca e il progetto Sugar Koka della pittrice Manuela Kokanovic, si passerà alle performance site-specific di due giovani artisti, Francesco Corsi (1999) Ginevra Dolcemare (1994), che presentano per gli spazi museali e la terrazza Marino Marini, i lavori Interfaccia e I’ll be your mirror. Altri interventi che si avvicenderanno nella serata saranno Ebbrezza distruttiva di una scimmia cappuccina, performance del musicista Jacopo Giacomoni (1987), mentre il collettivo Gli Impresari (Edoardo Aruta, Marco Di Giuseppe e Rosario Sorbello) insieme a Nicola Di Croce (1986) daranno vita all’installazione performativa intitolata Il lanternista. Nel giardino si aggiungono le performance Le atmosfere, coreografia a cura di Francesca Heart (1992), artista del movimento e del suono, e Death of Master, performance sonora a cura dell’artista visivo e performer Marco-Augusto Basso (1995) insieme a Denise Tosato (1995).
Grazie ad Avvenimento #1 DETTO MONDO, – curato da Edoardo Lazzari – il macro-mondo di Venezia, della laguna e della terraferma, si intreccia e si mescola con il micro-mondo del museo nel quale si avvicendano altrettanti universi possibili. Esattamente come negli Avvenimenti dipinti da Bacci, la serata sarà libera da qualsiasi schema compositivo. Un’installazione luminosa diffusa a cura di Cosimo Ferrigolo (1995), ricercatore, direttore di scena e spatial designer, animerà il giardino delle sculture trasfigurando lo spazio attraverso luci in movimento ispirate ai colori primari, iconici della pittura di Bacci. In questo processo trasformativo si susseguiranno, seguendo un flusso continuo, incursioni performative di una nuova generazione di artiste e artisti, figure emerse da un ecosistema lagunare che ribolle e che, dopo anni, torna ad occupare gli spazi di Palazzo Venier dei Leoni.
Peggy Guggenheim acquistò Palazzo Venier dei Leoni nel 1949, il palazzo non finito sul Canal Grande, non solo per farne la sua abitazione e scrigno della sua collezione d’arte, ma anche per renderlo uno spazio di dialogo e confronto per gli esponenti del milieu artistico locale dell’epoca. Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, Tancredi Parmeggiani e lo stesso Bacci, trovarono a Palazzo Venier dei Leoni uno luogo in cui sviluppare le proprie poetiche, condividendo visioni e coltivando la propria ricerca. Oggi come allora, con Avvenimento #1 DETTO MONDO il museo attualizza e interpreta la volontà della filantropa americana di creare un «laboratorio di ricerca per nuove idee […], che serva il futuro invece di registrare il passato», diventando nuovamente uno spazio di libera espressione per la scena artistica veneziana del momento. Il titolo dell’evento nasce dalla serie più celebre di dipinti realizzati da Bacci negli anni ’50, gli Avvenimenti: se da un lato il termine “avvenimento” rimanda al suo corrispettivo “happening”, forma d’avanguardia artistica che prende piede negli Stati Uniti tra gli anni ’50 e ’60, dall’altro indica un evento imprevedibile che agisce sulla realtà riscrivendo i confini del possibile. Il sottotitolo Detto Mondo è inoltre un omaggio al pittore spazialista, che veniva amichevolmente chiamato così da chi lo conosceva.
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