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22
gennaio 2008
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI, SECONDO PIANO
Progetti e iniziative
Un museo al servizio dell’impresa, ovvero quando l’arte diventa business. Succede in provincia di Bologna, al Magi: quattromila metri quadrati per oltre duemila opere. Exibart ha intervistato il suo fondatore, nonché ideatore della Stanza del collezionista, Giulio Bargellini...
Una formula particolarmente innovativa, al momento unica nel suo genere sul territorio nazionale, quella adottata dal Museo Magi, che ha recentemente dato vita a un nuovo spazio riservato a un servizio di consulenza d’arte contemporanea. Accoppiata vincente quella tra arte e business -già collaudata da aziende pubbliche e private, nonché dagli istituti di credito, fattisi promotori di nuove politiche culturali- applicata stavolta a una realtà museale che diviene luogo d’incontro e sinergia tra le due forze. Collocato al secondo piano del museo e affidato al collezionista Roberto Mazzacurati per valutazioni, perizie, acquisti e vendite, lo spazio nasce dalla volontà del fondatore del Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900, Giulio Bargellini, di ritagliarsi una propria autonomia accostando all’attività espositiva una politica di art consulting.
“Una delle specificità del Magi è rappresentata dalla ‘Stanza del collezionista’, una sala con opere in esposizione, di mia personale proprietà, dove viene fornito un servizio di consulenza che informa su quotazioni, indirizza i collezionisti ai vari archivi esistenti e consiglia per eventuali acquisti”, spiega Bargellini. “L’esigenza nasce dalla consapevolezza che in molti vorrebbero accostarsi all’ambiente dell’arte, ma non sanno come muoversi e a chi rivolgersi. Mi riferisco a professionisti, ma anche a giovani che vogliono cominciare a crearsi una collezione e che troppo spesso si configurano come ‘collezionisti fai da te’. Tra i miei obiettivi”, puntualizza il fondatore del Magi, “c’è quello di potenziare la consulenza al collezionista, con una serie di incontri nei quali raccontiamo chi siamo e a chi ci rivolgiamo, per arrivare a far sì che il museo possa autosostenersi con le proprie attività. Mi rendo conto che è un progetto ambizioso, ma puntare alto non è mai sbagliato”.
Un progetto ambizioso che parte da solide basi, sostenuto dall’esperienza di Giulio Bargellini, dapprima appassionato d’arte e poi collezionista, in qualità d’imprenditore: “Il rapporto tra arte e impresa”, racconta, “mi ha accompagnato tutta la vita, sponsorizzando mostre, cataloghi, sostenendo finanziariamente la realizzazione di opere, talvolta anche monumentali. Ne sono orgoglioso, e aggiungo che questo ha giovato non poco all’immagine della mia azienda”. Ma il Magi è incoraggiato anche da una struttura che si estende su oltre 4mila metri quadrati, a contenere laboratori didattici, spazi ludici, biblioteca, auditorium, sale convegni, bookshop, caffè e giardino delle sculture, oltre ai vasti spazi deputati a mostre temporanee e all’esposizione della collezione permanente. Oltre duemila opere, tra dipinti, sculture e ceramiche esposte a rotazione ogni sei mesi, che si articolano secondo un percorso generazionale suddiviso per decadi.
“Il Museo Magi nasce nel 2000 da una mia intuizione”, precisa l’imprenditore. “Un vecchio silos alle porte di Pieve di Cento mi è sembrato il luogo ideale per la sede, così l’ho fatto ristrutturare e adattare alle esigenze tipiche. Tutto questo lavoro, in realtà, si è concluso un anno e mezzo fa con l’ulteriore ampliamento degli spazi. La collezione permanente, invece, nasce poco per volta. Cominciai ad acquistare opere di artisti italiani, tra la fine del XIX secolo e il primo Novecento, da Modigliani a Balla, da Severini a Depero fino a De Chirico per arrivare a Vedova, Afro e Burri, solo per citarne alcuni, poi cominciai a pensare a un museo delle generazioni, che ripercorresse la storia dell’arte dell’ultimo secolo. E così è andata. Sono nate le collezioni permanenti, frutto soprattutto di donazioni degli artisti”.
Tra gli obiettivi del museo, anche quello di rivolgere uno sguardo alle nuove generazioni, considerato che la collezione arriva a rappresentare gli artisti nati negli anni ’40, acquisendoli e promuovendoli a iniziare dal 2009. I progetti curatoriali sono affidati a Vittoria Coen, direttrice artistica dal 2006, che tra le diverse iniziative ha curato la mostra Per parole e immagini. “Tra i progetti futuri uno che sto seguendo personalmente”, annuncia Bargellini, “è ‘Viva l’Africa’, frutto di un lungo lavoro per il quale ho invitato numerosi artisti a soggiornare nel Continente nero, per realizzare opere con l’aiuto degli artigiani del Malindi. Nel Magi voglio ricreare quell’atmosfera, portandovi le opere che sono nate da quell’idea, mentre una mostra imminente è quella sulla collezione di Cesare Zavattini, opere di piccolo formato di cui abbiamo il nucleo più importante. Da questo evento nascerà un vero e proprio libro”.
Una realtà, quella del Magi, che pone le basi per nuovi aspetti di comunicazione e arricchimento del territorio e che si prospetta come una vetrina per l’orientamento del collezionista privato, ma che al contempo si rivolge ad aziende con formule di marketing. Dalle cover d’autore per le case editrici alla realizzazione di scenografie o di circuiti espositivi, in un contesto nazionale dove a breve sarà istituita la prima cattedra d’Arte e Impresa e dove l’arte contemporanea non solo appare un’efficace forma d’investimento, ma si configura sempre più come strumento di prestigio per l’immagine aziendale.
“Una delle specificità del Magi è rappresentata dalla ‘Stanza del collezionista’, una sala con opere in esposizione, di mia personale proprietà, dove viene fornito un servizio di consulenza che informa su quotazioni, indirizza i collezionisti ai vari archivi esistenti e consiglia per eventuali acquisti”, spiega Bargellini. “L’esigenza nasce dalla consapevolezza che in molti vorrebbero accostarsi all’ambiente dell’arte, ma non sanno come muoversi e a chi rivolgersi. Mi riferisco a professionisti, ma anche a giovani che vogliono cominciare a crearsi una collezione e che troppo spesso si configurano come ‘collezionisti fai da te’. Tra i miei obiettivi”, puntualizza il fondatore del Magi, “c’è quello di potenziare la consulenza al collezionista, con una serie di incontri nei quali raccontiamo chi siamo e a chi ci rivolgiamo, per arrivare a far sì che il museo possa autosostenersi con le proprie attività. Mi rendo conto che è un progetto ambizioso, ma puntare alto non è mai sbagliato”.
Un progetto ambizioso che parte da solide basi, sostenuto dall’esperienza di Giulio Bargellini, dapprima appassionato d’arte e poi collezionista, in qualità d’imprenditore: “Il rapporto tra arte e impresa”, racconta, “mi ha accompagnato tutta la vita, sponsorizzando mostre, cataloghi, sostenendo finanziariamente la realizzazione di opere, talvolta anche monumentali. Ne sono orgoglioso, e aggiungo che questo ha giovato non poco all’immagine della mia azienda”. Ma il Magi è incoraggiato anche da una struttura che si estende su oltre 4mila metri quadrati, a contenere laboratori didattici, spazi ludici, biblioteca, auditorium, sale convegni, bookshop, caffè e giardino delle sculture, oltre ai vasti spazi deputati a mostre temporanee e all’esposizione della collezione permanente. Oltre duemila opere, tra dipinti, sculture e ceramiche esposte a rotazione ogni sei mesi, che si articolano secondo un percorso generazionale suddiviso per decadi.
“Il Museo Magi nasce nel 2000 da una mia intuizione”, precisa l’imprenditore. “Un vecchio silos alle porte di Pieve di Cento mi è sembrato il luogo ideale per la sede, così l’ho fatto ristrutturare e adattare alle esigenze tipiche. Tutto questo lavoro, in realtà, si è concluso un anno e mezzo fa con l’ulteriore ampliamento degli spazi. La collezione permanente, invece, nasce poco per volta. Cominciai ad acquistare opere di artisti italiani, tra la fine del XIX secolo e il primo Novecento, da Modigliani a Balla, da Severini a Depero fino a De Chirico per arrivare a Vedova, Afro e Burri, solo per citarne alcuni, poi cominciai a pensare a un museo delle generazioni, che ripercorresse la storia dell’arte dell’ultimo secolo. E così è andata. Sono nate le collezioni permanenti, frutto soprattutto di donazioni degli artisti”.
Tra gli obiettivi del museo, anche quello di rivolgere uno sguardo alle nuove generazioni, considerato che la collezione arriva a rappresentare gli artisti nati negli anni ’40, acquisendoli e promuovendoli a iniziare dal 2009. I progetti curatoriali sono affidati a Vittoria Coen, direttrice artistica dal 2006, che tra le diverse iniziative ha curato la mostra Per parole e immagini. “Tra i progetti futuri uno che sto seguendo personalmente”, annuncia Bargellini, “è ‘Viva l’Africa’, frutto di un lungo lavoro per il quale ho invitato numerosi artisti a soggiornare nel Continente nero, per realizzare opere con l’aiuto degli artigiani del Malindi. Nel Magi voglio ricreare quell’atmosfera, portandovi le opere che sono nate da quell’idea, mentre una mostra imminente è quella sulla collezione di Cesare Zavattini, opere di piccolo formato di cui abbiamo il nucleo più importante. Da questo evento nascerà un vero e proprio libro”.
Una realtà, quella del Magi, che pone le basi per nuovi aspetti di comunicazione e arricchimento del territorio e che si prospetta come una vetrina per l’orientamento del collezionista privato, ma che al contempo si rivolge ad aziende con formule di marketing. Dalle cover d’autore per le case editrici alla realizzazione di scenografie o di circuiti espositivi, in un contesto nazionale dove a breve sarà istituita la prima cattedra d’Arte e Impresa e dove l’arte contemporanea non solo appare un’efficace forma d’investimento, ma si configura sempre più come strumento di prestigio per l’immagine aziendale.
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Per parole e immagini
roberta vanali
Magi ‘900 – Museo delle Generazioni Italiane
Via Rusticana, 1 – Pieve di Cento (BO)
Info: tel. +39 0516861545; fax +39 0516860364; info@magi900.com; www.magi900.com
[exibart]