Nonostante le numerose polemiche circa la sua definitiva attribuzione, quello che si annuncia come il capolavoro sconosciuto del pittore tedesco Caspar David Friedrich ha lasciato a bocca aperta l’intera scena della critica d’arte. Lo stupore deriva non tanto dalla qualità del dipinto, quanto piuttosto, trattandosi di un ritratto, da un genere non frequentato dall’artista. A questa anomalia se ne aggiunge un’altra, quella della persona ritratta, il celebre musicista italiano Gioacchino Rossini. Il dipinto in questione sembra essere concepito come una combinazione di natura morta e paesaggio, in cui il ritratto del musicista sembra fare da cerniera tra i due generi. Illustrando nelle righe che seguono la composizione del dipinto, ne riporteremo anche le posizioni critiche fino ad oggi più rilevanti.
Partiamo innanzi tutto dal titolo, piuttosto inconsueto per un ritratto in interno: Paesaggio con Ritratto. Secondo la tesi del Glendinning, questo titolo, evidenziando una priorità del paesaggio sul ritratto, potrebbe fare uso della figura del musicista italiano per sottolineare uno stato psicologico del pittore tedesco. Il dipinto difatti è datato 1835, anno in cui Friedrich viene colpito da infarto, vivendo già, a causa della malattia cerebrale che avanzava, piuttosto ritirato dalla società. Rossini è ritratto nella sua casa di Parigi, come ha evidenziato il Pinella attraverso l’analisi degli oggetti che si vedono alle spalle del compositore, anche lui, nell’anno di esecuzione del dipinto, da sei anni già lontano dalle scene. Fino alla sua scomparsa, nel 1968, il celebre compositore scriverà soltanto occasionalmente, uno Stabat Mater, la Petite Messe Solennelle, le Soirées Musicales, le Péchés de Veiellesse, tutte opere legate a commissioni provenienti da amici o all’intrattenimento domestico.
Ma com’è possibile che dalla finestra di una casa nel centro di Parigi si possa vedere il mare? E poi, perché la scelta di trattare queste due parti della tela in modo così discontinuo, come fossero dipinti da due autori diversi? L’interpretazione del Martelloni, noto per i suoi studi su Warburg e per il suo contributo all’iconologia, sembra quella più convincente. Il dipinto di Friedrich sarebbe un tentativo di riflessione sui generi della pittura, evidenziando come, tra questi, quello del paesaggio, sia in grado di esprimere, tenendo in margine la figura ritratta, uno stato emotivo dell’essere più profondo, in grado di sostituire alla descrizione psicologica un sentimento di natura più filosofica, che trova la sua origine nello sguardo sull’orizzonte.
Nota: Ci scusiamo con tutti i lettori in quanto a causa delle irrisolte controversie sull’autenticità del dipinto non siamo stati autorizzati alla pubblicazione dell’immagine.
*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 78. Te lo sei perso? Abbonati!
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