Visionario, trasgressivo, controcorrente, Georges Bataille è tra gli autori più significativi del Novecento europeo. Il suo pensiero, all’origine del surrealismo, dell’esistenzialismo, del post-strutturalismo, ha influenzato letterati, filosofi e artisti. È nota, ad esempio, la sua importanza nella formazione dell’immaginario di Vettor Pisani, artista tra i più complessi e controversi del secolo scorso, scomparso nel 2011. All’autore francese guarda oggi con genuino interesse anche Carlo Michele Schirinzi (Acquarica del Capo, 1974) pluripremiato filmmaker, regista, artista e scenografo pugliese. Il suo lavoro, tra videoarte e cinema sperimentale, s’impone per uno sguardo originale, capace di dialogare con Cervantes, Sade, Carmelo Bene (di cui Schirinzi è profondo conoscitore) e Bataille stesso, apparendo di fatto autonomo e sempre riconoscibile. Proprio da Bataille l’artista ha desunto il titolo della serata che RaiTre e RaiPlay hanno deciso di dedicargli nell’ambito della trasmissione Fuori orario – Cose (mai) viste, creata da Enrico Ghezzi, tra i primi ad apprezzare i suoi film, sin dal 2001. La trasmissione, in onda stanotte a partire dall’una alle sette, da oltre dieci anni racconta il cinema e le immagini che diventano cinema, omaggiando autori italiani e stranieri tra quelli culturalmente più interessanti e commercialmente meno noti.
Il titolo scelto da Schirinzi e dalla redazione per la 28ma puntata è Storie dell’Occhio – Il cinema autarchico di Carlo Michele Schirinzi, prendendo in prestito il titolo del celebre e scandaloso romanzo pubblicato da Bataille nel 1928 con lo pseudonimo di Lord Auch (solo nel 1962, dopo la morte di Bataille, il romanzo fu ripubblicato con il vero nome dell’autore). Una nottata-omaggio, a cura di Fulvio Baglivi, dedicata alla ricerca videocinematografica dell’artista, composta da una selezione di lavori dal 2000 al 2024, preceduti da una videointervista in cui Schirinzi dialoga con Sergio Sozzo, direttore della rivista Sentieri Selvaggi. Una notte speciale dedicata a un autore unico nel panorama italiano, da 30 anni impegnato in un corpo a corpo con il cinema e l’arte.
Docente all’Accademia di Belle Arti di Lecce, ha insegnato anche in quelle di Bari e Torino. Schirinzi è un cineasta autarchico che cura personalmente ogni fase delle sue opere, in constante dialogo con le altre arti – musica, pittura, scultura, letteratura sono protagoniste di molti lavori – e con autori assunti a modello, sempre complessi e mai scontati. Il suo è uno sguardo distopico sulla realtà, sospeso tra passato e presente, carico di riferimenti e presagi.
Per questa notte di Fuori Orario, Schirinzi ha realizzato appositamente tre blocchi di montaggio che attraversano per intero il suo percorso cinematografico: Holos Kaustos dedicato a I resti di Bisanzio, lavoro del 2014 tra i più noti dell’autore; Occhio dissepolto su membra esanimi, focalizzato su Padrone dove sei del 2019, altra celebre creazione di Schirinzi; infine Sacro (da camera) a tentativi, vera e propria antologia con film dal 2000 al 2009.
«Più che tematiche didattiche assoggettate al racconto – ha precisato l’artista – si tratta di recinzioni sfondate dal continuo andirivieni di ricerche ed esperimenti sulla visione e l’immagine che prendono piede dalla convinzione che il vedere non sia solo questione dell’occhio ma di tutti i sensi, tanto da inabissarsi nell’anatomia più profonda». Quella in programma è una nottata densa di contenuti, una maratona dello sguardo attraverso cui ripensare al modo stesso di concepire e rappresentare la realtà.
Tutti i film saranno in prima visione TV e disponibili per 30 giorni su RaiPlay.
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