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Da Platone ai Queen: a Palermo, lo spettacolo di Popsophia per i 150 anni di Luigi Einaudi
Progetti e iniziative
di redazione
Cinema, musica, letteratura e filosofia si intrecciano in Il mio canto libero nuovo spettacolo prodotto da Popsophia e dedicato al tema della libertà, in occasione del 150mo anniversario della nascita di Luigi Einaudi. Il debutto è previsto per il 19 novembre al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, con il sostegno della Fondazione Luigi Einaudi e della Città Metropolitana di Palermo. L’evento sarà replicato nelle Marche a fine 2024, consolidando il percorso tra cultura alta e pop portato avanti da Popsophia, associazione organizzatrice del Festival Internazionale della Filosofia del Contemporaneo.
Da Platone ai Queen, nel segno della libertà
Attraverso un format innovativo – il philoshow – lo spettacolo di Popsophia unisce riflessione filosofica e linguaggi contemporanei. Sotto la regia di Riccardo Minnucci, si alterneranno lectio magistralis e analisi filosofiche, performance live della band Factory e video montaggi tratti da serie TV come Black Mirror, frammenti di cinema distopico e incursioni musicali che spaziano dai Queen a Billie Eilish.
Il risultato è un viaggio intellettuale che mette in dialogo i Dialoghi di Platone con le inquietudini del presente, interrogandosi su come la libertà sia cambiata attraverso le epoche. Dai pericoli del controllo tecnologico alle dinamiche di sorveglianza odierne, lo spettacolo esplora la libertà non solo come ideale, ma anche come condizione fragile, sempre in bilico tra autonomia e condizionamento sociale.
Popsophia: uno spettacolo per conoscere il pensiero di Luigi Einaudi
La direttrice artistica Lucrezia Ercoli descrive il progetto come un modo per avvicinare le nuove generazioni alla figura di Luigi Einaudi, economista e intellettuale, membro dell’Assemblea Costituente e secondo presidente della Repubblica Italiana, il cui pensiero liberale rimane attuale.
Fu proprio Luigi Einaudi ad apportare un contributo significativo non solo alla politica economica italiana ma anche al pensiero del suo tempo, ridefinendo il rapporto tra liberalismo e liberismo. Diversamente da Benedetto Croce, che concepiva il liberalismo principalmente come un atteggiamento morale, Einaudi sosteneva una visione in cui le libertà civili e quelle economiche si intrecciano in una mutua dipendenza.
Un aspetto interessante è la peculiarità linguistica italiana: il termine “liberismo” non trova una corrispondenza diretta in altre lingue, dove il concetto non viene distinto dal liberalismo. Questa distinzione implica, in Italia, una gerarchia che solitamente pone le libertà civili al di sopra di quelle economiche. Einaudi, pur riconoscendo questa separazione, la relativizza: per lui, le libertà economiche e civili non possono esistere isolate le une dalle altre. Ogni forma di libertà, secondo il suo pensiero, può attuarsi pienamente solo in un modello che integra etica, politica ed economia.
«Abbiamo ideato questa produzione inedita, un debutto nazionale che prende vita a Palermo in collaborazione con la prestigiosa Fondazione Luigi Einaudi, per celebrare uno dei più grandi economisti e intellettuali liberali italiani», ha spiegato Ercoli. «Attraverso l’accostamento di brani come I Want to Break Free dei Queen, o come l’amatissimo brano di Billie Eilish What Was I Made For, colonna sonora del film Barbie, o di capolavori letterari come 1984 di Orwell e serie tv come Black Mirror, affrontiamo il tema della libertà nelle sue diverse sfaccettature: dalla schiavitù tecnologica alle dinamiche di controllo e sorveglianza, interrogandoci su come questi fenomeni influenzano la nostra autonomia e identità, spesso attraverso un sistema di condizionamento di cui siamo poco consapevoli. Lo scopo è anche quello di avvicinare le nuove generazioni alla conoscenza di uno statista e intellettuale come Luigi Einaudi, capace ancora oggi di parlare di temi universali come il pensiero critico e l’ascolto delle ragioni dell’altro, viatico per la libertà individuale e collettiva».
Il segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini, sottolinea l’importanza del dialogo con i giovani: «La libertà, come ci ha insegnato Einaudi, non è una conquista statica, ma un processo vivo. Attraverso i linguaggi della cultura pop, vogliamo trasmettere alle nuove generazioni i valori universali della democrazia, dell’ascolto e del pensiero critico».