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Do Ut Do: a Bologna, 13 artisti in tre sedi, per svelare i misteri della Coscienza
Progetti e iniziative
Si è tanto discusso su cosa sia la coscienza e in che misura essa sia replicabile o condivisibile. Noumeno irriducibile e baluardo delle collettive genti essa è stata spesso politicizzata, razionalizzata, e, nella nostra modernità, spesso relegata ad un disarmato silenzio. Ma cos’è la Coscienza? A questo interrogativo rispondono 13 artisti in tre sedi, a Bologna, coadiuvati da più di 100 contributi culturali, per In Coscienza, la mostra presentata in occasione di Arte Fiera e promossa nell’ambito di do ut do, progetto charity dell’Associazione Amici della Fondazione Hospice MT. Chiantore Seràgnoli. Una curatela diffusa coordinata dalla Presidente dell’Associazione, Alessandra d’Innocenzo, e promossa dall’Ambasciatrice di questa edizione, Karole Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e della Fondazione Solomon R. Guggenheim per l’Italia, a cui spetta il compito di tracciare quest’anno una mappatura di possibilità.
Per articolare il tema, sono stati coinvolti gli artisti: Luigi Ontani, Fabrizio Cotognini, Danijel Zezelj, Maurizio Finotto, Nino Migliori, Terry Pecora, Andrew Holmes Huston, Oliver D’Auria, Rae Martini, Simone Pellegrini, Luca Maria Castelli, il duo Ornaghi e Prestinari e l’emergente Luca Blumer. Alla nobile funzione si dedicano tre spazi espositivi, istanze d’equilibrio tra forma e concetto: Mario Cucinella firma lo stand B102 ad Arte Fiera, la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, un’istituzione culturale italiana volta alla valorizzazione della cultura visiva italiana del ‘900 con una grande spinta all’innovazione e alle digital humanities, la Galleria Stefano Forni, storica certezza dei collezionisti che ospita artisti di risonanza nazionale e internazionale.
Nel dialogo mai pago tra etica ed estetica, in un crescendo a tratti distopico è altresì affidata la pubblicazione In Coscienza, che ospita, oltre alle tavole delle opere, il contributo di più di 100 pensatori, a cui si destina il compito di approfondire gli archetipi della vexata quaestio. Spaziando dall’antropologico – la coscienza quale punto di controllo al progresso dell’umana condizione digitale (Prof. Sebastiano Maffettone) – al legislativo, ossia disciplinando la responsabilità degli agenti robotici e dell’intelligenza artificiale e delle loro conseguenze (Prof. Pierpaolo Forte), si giunge all’esistenziale, paventando l’escatologico scenario di una sostituzione della coscienza con un suo omologo artificiale (Prof.ssa Vera Negri Zamagni).
Un cameo per questa ottava edizione spetta anche a un potenziale investimento future: l’artista emergente Luca Blumer con il suo trittico Numero di Prova 1 in cui propone incursioni di tessuto sulle prove di stampa di un quotidiano. Un gesto che ricorda da vicino le avanguardie suprematiste ma in cui riecheggiano le istanze del Maestro Emilio Isgrò e la sua proverbiale capacità, nascondendo, di disvelare.
Grazie all’articolata iniziativa promossa da do ut do la Coscienza torna alla ribalta da protagonista, inscrivendosi all’interno di un’estetica sussurrata e forse per questo ancora più potente.