22 aprile 2006

Dov’è l’Ara Pacis?

 
“Bara Pacis”? “Distributore di Benzina”? “Stabilimento balneare”? Tutti hanno detto di tutto, intanto Roma –dopo sessant’anni- torna a segnare il suo centro storico con un’architettura contemporanea. Ai visitatori il giudizio…

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E’ stato inaugurato lo scorso 21 aprile, in occasione del Natale di Roma, il nuovo complesso museale Ara Pacis progettato da Richard Meier & Partner Architects. La struttura, ideata per proteggere e conservare al meglio l’altare augusteo, è la prima opera architettonica realizzata nel centro storico di Roma dall’epoca del Fascismo.
Di notevole impatto visivo, se non altro nel suo essere una novità urbanistica (e non solo architettonica) in pieno centro, la costruzione risulta un contenitore talmente evidente da offuscare il suo contenuto. Quel che rimane dell’Ara Pacis, sapientemente assemblato e restaurato nel 1938 dall’archeologo Giuseppe Moretti ed ivi collocato dall’architetto Morpugo, è oggi custodito da metri e metri cubi di travertino, estratto dalle stesse cave da cui è stato preso quello per gli edifici presenti nella circostante piazza Augusto Imperatore. Si aggiungono colate di intonaco bianco che contribuiscono ad ampliarne l’illuminazione e oltre 1500 metri quadrati di vetro temperato per un ottimo risultato in termini di trasparenza, fonoassorbenza, isolamento termico e filtraggio della luce.
Il grande ambiente che custodisce l’Ara, realizzata nel 13 a. C. per onorare il rientro di Augusto dopo tre anni nelle province di Gallia e Spagna, è preceduto da una sala con bookshop. Seguono poi una sala per convegni su due piani dove verrà allestito un ristorante. Nel piano seminterrato, ricavato sfruttando il dislivello tra il Lungotevere e la via di Ripetta, verrà realizzata una biblioteca, oltre ad uffici e due grandi sale per la custodia di frammenti dell’Ara rimasti fuori dal restauro del ’38 e altri dell’Ara Pietatis.
Interessante notare qualcosa sull’ingresso (malamente rifinito con ringhierette da stabilimento balneare). E’ caratterizzato da una scalinata di richiamo all’antico Porto di Ripetta, da una fontana conforme alla tradizione romana e da una colonna (questi ultimi due elementi ancora non collocati). Questa si rifà allo gnomone del meridiano augusteo, ora obelisco di Piazza Montecitorio a testimonianza dell’originaria collocazione dell’Ara Pacis all’interno dell’horologium solare del Campo Marzio (di cui fa testimonianza un bel plastico all’interno del museo).
L
In termini di giudizio architettonicourbanistico, la realizzazione non può essere a pieno analizzata prima della completa sistemazione dei dintorni. Un importante concorso internazionale verrà lanciato per la piazza Augusto Imperatore, verrà risanata tutta l’area dell’Augusteo ed infine il museo di Richard Meier avrà un affaccio diretto sul fiume quando, tra non molto, il tratto di lungotevere verrà interrato. In termini di conservazione del bene archeologico la struttura si candida per essere una teca perfetta. Come per altre novità inserite nel territorio urbano romano (vedi l’Auditorium di Renzo Piano), anche questo di Meier sarà di lento assorbimento visivo per poi finire gremito di gente, punto di ritrovo delle passeggiate romane, area di partenza per la visita del circuito dei Musei Capitolini. L’indubbio impatto del complesso architettonico, in bilico tra antico e contemporaneo, risulta essere talmente evidente da far quasi passare in secondo piano l’Ara Pacis, non più protagonista indiscussa ma degno contenuto di così eclatante contenitore. Insomma, si andrà a visitare l’Ara Pacis di Augusto o l’Ara Pacis di Meier?

valentina correr
mostra visitata il 21 aprile 2006


Roma, Lungotevere in Augusta
Orari: dal martedì alla domenica ore 9.00 – 19.00 – chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio, 1° maggio
24 e 31 dicembre ore 9.00 – 14.00
la biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti, intero € 6,50; ridotto € 3,00; ingresso gratuito per cittadini italiani e di paesi stranieri con condizioni di reciprocità al di sotto di 18 anni e sopra i 65
Info, tel. 06 82059127 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.30)
www.arapacis.it


[exibart]

11 Commenti

  1. Ma non scherziamo,é veramente mostruosa,a Roma dicono:Era meio prima e già faceva schifo!Purtroppo al peggio non c’é mai fine.

  2. stabilimento balnerare vince su tutte.
    ma di quelli anni 70 abbandonati trasformati con qualche murales in discoteche oggi.

  3. premetto : ce ne fossero 100 di questi interventi a Roma!
    quello che mi domando è se il progetto fosse stato altrove in un altra piazza o via sempre del centro storico ho i miei dubbi che sarebbe stato approvato………………

  4. A me non sembra così male. Certo, io avrei chiamato un purista, un Vacchini, ad esempio, non un post-lecorbusieriano come lui.
    Ristoranti, bookshop, sale conferenza…. tutte lì dovevate metterle? Non avevate più un pertugio libero? Mah… Mi ricorda la minestra della mia zia, che quando non bastava veniva diluita con un mestolo d’acqua.
    E poi chiedere ai “Romaneschi” cosa ne pensano per riportarlo in un articolo non è il massimo dell’onestà, se non lo si fa con una certa distanza intellettuale.
    L’azione del contemporaneo in mezzo all’antico, quando fatta con sensibilità, è lodevole. Alle volte è indispensabile. Evitiamo di sentirci schiavi di noi stessi nella forma del nostro passato.
    Piuttosto… non l’ho ancora visitato, ma dalla foto si capisce una sola cosa: l’illuminazione NON E’ eccellente. Fa schifo. Almeno che l’ara pacis non sia stata messa ad abbrustolire su una griglia oppure abbia tentato di prendere il sole dietro una tenda a listarelle: la luce a righe sui rilievi è abominevole. E’ falsa, inquinante. E se il rilievo campa di ombre… possiamo capire dov’è davvero il contenuto omicida di quest’architettura.
    Baci e Abbracci.

  5. Definire l’opera di un grande architetto stabilimento balneare?MAH?Io credo che l’intervento abbia una sua logica di purezza con elementi :verticali ed orizzontali moto semplici e lineari che differenziandosi in maniera netta( architettonicamente ) dall’Ara Pacis renda giustizia al monumento dell’antichità romana!Inoltre l’inserimento delle diverse attività o servizio raggiunge lo scopo di renderla produttiva e quindi conservabile – Perchè senza soldi non si cantano messe!Non cito il detto di Napoleone perchè sono un pacifista!Forse una maggiore conoscenza dell’architettura e dei suoi stili non farebbe male a nessuno.Non crediate che gli architetti del passato non volessero lasciare un loro segno!Si realizzano opere perchè resti di noi il ricordo è insito nell’animo umano!Ripeto l’architettura è essenziale e scarna come occorreva!
    Un saluto.

  6. Sempre meglio di quello che c’era prima.
    Comunque, il vero problema dell’area di Piazza Augusto Imperatore non è certo la teca dell’Ara Pacis. Avete visto l’area in questione? Gli architetti che hanno disintegrato uno dei tessuti urbanistici più armoniosi della città di Roma (il Tridente) andrebbero messi in galera e la chiave della cella andrebbe sciolta nell’acido!
    A coloro che oggi definiscono la teca una “pompa di benzina” da smontare e rimontare in periferia, vorrei ricordare una cosa: quelli che hanno concepito questa piazza mostruosa sono stati i loro “padri politici”, gli “architetti” (o, per meglio dire, i geometri) del fascio

  7. Un luogo ricco di significati, un ponte tra l’antico ed il moderno…
    Il difficile intervento dell’architetto americano sarà per Roma un ottimo piatto straniero da mandare giù e digerire lentamente…
    Strutturalmente e funzionalmente impeccabile, l’ara rimarrà custodita ed al sicuro dal proprio “invecchiamento” per molti anni…
    Meyer che poteva prendere in esame qualche parametro tipologico in più, potrà dirsi comunque soddisfatto di aver giocato (sapientemente)con simboli e rimandi al mondo latino…colonna e muro in travertino simboleggiano una presenza di roma viva…
    Roma rappresenta la città poliedrica per eccellenza…da oggi potrà esserlo ancor di più…grazie

  8. Ara Pacis stile pisano!

    Finalmente la vergogna è compiuta, adesso si che tutti i responsabili di questo stupro urbanistico saranno contenti!
    E’ tutto un parlare con termini e argomenti propagandistici da parte dei responsabili, (o irresponsabili), dell’intervento, nessuno ha il coraggio di notare quanto abominevole sia l’esposizione dell’Ara a strisce bianche e nere in stile pisano, conseguenza degli orribili pannelli frangisole laterali: I sovrintendenti, all’epoca delle contestazioni sul modo in cui era stato dato a Meier l’incarico ebbero a dire che “Meier non si discute, il suo nome è sinonimo di garanzia!” E dunque eccolo il risultato, chi procede per via di Ripetta vede stagliarsi sulla sinistra un enorme massa bianca totalmente avulsa dal contesto, chi si muova da Piazza Augusto Imperatore vede, in secondo piano, una parete gigantesca incombere sul Mausoleo e divenire primo piano, chi si muova dal Tevere vede solo una muraglia bianca e a strisce

  9. I frangisole sono incernierati, quindi dovrebbe essere possibile cambiarne l’inclinazione.
    Se è così, però, mi domando perché non lo facciano!!!!

  10. BASTA SEMPRE A POLEMIZZARE!!!
    PRIMA DI TUTTO UN’OPERA DICIAMO, NEO-RAZIONALISTA NON PUò PROVOCARE TANTO SCOMPIGLIO DAL PUNTO DI VISTA DELLA CONTINUITà COL PASSATO.
    QUESTO ESSENZIALMENTE PERCHè QUESTO TIPO DI ARCHITETTURA ALTRO NON è CHE IL PUNTO DI ARRIVO DI TUTTO QUEL MONDO CHE è L’ARCHITETTURA CLASSICA E DI CUI L’ARCHITETTURA RAZIONALISTA DEGLI ANNI TRENTA NON è CHE UNA SQUALLIDA E RETORICA IMITAZIONE.
    INOLTRE PENSO CHE SIA INTERESSANTE NOTARE COME IL CONTESTO DI PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE SIA UN ESEMPIO DI QUELLA STRATIFICAZIONE ARCHITETTONICA CHE DALL’ETà ARCAICA AD OGGI HA INTERESSATO ROMA: IL MAUSOLEO DI AUGUSTO, L’ABSIDE DI SAN CARLO AL CORSO, LA CHIESA DI SAN ROCCO, LE COSTRUZIONI DI ETà FASCISTA ED ORA QUESTA: UN ULTIMO TASSELLO DELLA TESTIMONIANZA DELLA CONTINUITà DI ROMA COL SUO PASSATO.

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