Dove? Perché? Chi? Ecco le prime tre domande da porsi in
relazione alla prossima edizione della Biennale berlinese, la sesta. Partendo
dal dove, questa edizione della praticamente neonata, o quantomeno neosvezzata
Biennale riscopre prepotentemente l’Ovest della città. Ebbene sì, fiat Kreuzberg!
L’unico quartiere dell’Anatolia nell’Europa occidentale ospiterà ben quattro
sedi espositive nel raggio di tre chilometri scarsi; è un quartiere dell’Ovest:
stava nella, ma forse non dalla, parte occidentalizzata del muro, quella in cui
Coca-Cola e telefilm americani non erano severamente banditi.Se negli anni precedenti la caduta del muro questa
porzione di città ha effettivamente funto da palcoscenico per realtà sociali e
artistiche di confine, con il 1989 la schiera dei creativi si è spostata
prepotentemente verso Mitte, cioè verso gli spazi “liberati” dall’egemonia
socialista e subito occupati della nuova e internazionale generazione di
artisti e associati.La Biennale 2010 ritorna allora all’origine, in un certo
senso: dopo la caduta del muro, la colonizzazione dell’Est e il crollo degli
ideali occidentali che dietro tale colonizzazione, benché velatamente,
premevano, si ritorna a quello che fu l’embrione dell’odierna Berlino. E così
possiamo anche capire il perché del titolo di questa manifestazione, Do you
believe in reality?,
e provare a trovare una risposta.
La curatrice, l’austriaca Kathrin Rhomberg, pone infatti
l’accento sulla realtà odierna e sulla caduta degli ideali del mondo moderno
che hanno scosso la quotidianità dell’uomo medio soprattutto negli ultimi mesi.
La sua scelta è caduta pertanto su artisti che con la realtà hanno relazioni
complesse: per quanto il campionario dei nomi presenti sia decisamente
eterogeneo, il collante tra i vari invitati può esser trovato nel personale
approccio con ciò che li e ci circonda. Non solo forme di critica rivolte ai
notevoli mutamenti dovuti ai recenti crolli economici-finanziari, bensì la
cifra artistica di molti degli artisti che presenzieranno si fonda su sguardi
d’analisi rivolti alle singole realtà, senza dimenticare che oramai ogni
singola porzione di quotidianità non è scindibile dal tutto globalizzato.Così, ad esempio, se Nilbar Güreş rivolge più o meno velati atti
critici nei confronti della condizione femminile spesso scomoda e penalizzante
in Turchia e nei paesi islamici in generale, Thomas Locher analizza il contenuto di testi e
concetti di stampo politico-economico che stanno alla base della società
odierna.
Sempre in netta connessione con l’interesse per la stretta
attualità fisica e cronologica, per il qui e ora, sono da inquadrare gli
appuntamenti organizzati dalla direzione della Biennale, rivolti a giovani
curatori provenienti da tutto il globo – il Curatorial Workshop – nonché il programma Artists
Beyond, che ha
permesso ad alcuni artisti di interagire con gli spazi e il pubblico locale che
accoglieranno a breve le loro opere nel corso della rassegna.Considerato il classico rischio dell’effetto “fritto
misto”, resta da vedere quali saranno i risultati di questa manifestazione, che
concentra in sé figure diverse, ovviamente stilisticamente ma anche da un punto
di vista generazionale. Parte del programma della Biennale è infatti la mostra
dedicata ad Adolph Menzel (1815-1905). articoli correlati
Riprendere Berlino
In memoria delle biennali
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L’edizione 2008 in video
cristina pedroni
dall’undici giugno all’otto agosto 2010
bb6 – Do you believe in reality?
a cura di Kathrin Rhomberg
Sedi varie – Berlino
Orario: da martedì a domenica ore 10-19; giovedì ore
10-22
Ingresso: intero € 14; ridotto € 7
Info: tel. +49 0302434590; fax +49 03024345999; office@berlinbiennale.de; www.berlinbiennale.de
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