04 giugno 2024

Elementi, il festival di arte e musica en plein air torna in Romagna

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Interdisciplinare e multisensoriale, con una predilezione per i paesaggi naturali emozionanti della Romagna: Alex Montanaro ci parla di Elementi, la rassegna itinerante di musica, performance e arti visive

Capanno della Salina di Cervia

Dal 2 giugno al 14 agosto 2024, l’Associazione culturale MAGMA presenta la quinta edizione di ELEMENTI, la rassegna itinerante di musica, performance e arti visive contemporanee, ideata nel 2020 con l’intento di creare una dimensione performativa immersiva all’interno di paesaggi naturali dall’elevata potenza emozionale che caratterizzano il territorio romagnolo. A un anno dall’ultima edizione, realizzata nel difficile periodo immediatamente successivo all’alluvione che ha colpito la regione, ELEMENTI ha scelto di invitare ancora una volta il pubblico a scoprire una serie straordinari palcoscenici en plein air, tra Cervia, Milano Marittima, Faenza e Lugo di Romagna con una serie di eventi a impatto ambientale zero basati sulle specificità naturali di ogni location.

L’edizione 2024 di ELEMENTI conferma il proprio format interdisciplinare volto alla diffusione multisensoriale di forme eterogenee di espressione artistica contemporanea, con un calendario di 14 spettacoli performativi site specific distribuiti in sette giornate, corredati da percorsi ed attività educative, ludiche e pratiche creative a base partecipativa.

Parliamo con Alex Montanaro, co-fondatore di ELEMENTI, per conoscere meglio il progetto e l’imminente edizione.

Aia della Salina di Cervia, Mike Cooper, 2022

Arrivati orgogliosamente al quinto anno della manifestazione, facciamo un passo indietro per scoprire come nasce il festival ELEMENTI.

«Il festival nasce nel periodo pandemico, dall’incontro tra me ed Enrico Malatesta, all’epoca parte dell’associazione MU. L’incontro in quel periodo storico ha fatto si che seguissimo un’esigenza, quella di riattivare l’ambiente culturale negli spazi che viviamo, in una formula contenuto-contenire. In Romagna sono presenti variegati scenari naturali, e non, spesso sottovalutati e per noi era importante attivare e sperimentare una nuova abitabilità, permettendo a un pubblico trasversale – non ci siamo mai posti alcun limite per il target di riferimento – di entrare in queste ambientazioni e prendere parte ad attività performative legate al suono.

La squadra che innesca il dialogo nella produzione del festival è ricca di differenti artisti tra i quali anche Glauco Salvo, Giovanni Lami, Carolina Martines e altrettanto interessante è il confronto che si attiva con curatori di arti visive come Viola Emaldi, Daniele Torcellini e Gioele Melandri. Anche per loro il format si rivela intrigante poiché per la maggior parte dei casi non si tratta di ascolto frontale, ma di esperienze che si svincolano dalle logiche dei grandi numeri per creare, invece, eventi raccolti e intimi».

Aeroporto Francesco Baracca di Lugo – CTM – Ph. Chiara Pavolucci

Se volessi descrivere la manifestazione, e la pratica del vostro collettivo, in elementi fondamentali quali sarebbero?

«Innanzitutto l’ibridazione tra contenuto e contenitore, la somma di ciò che accade e dove accade. In secondo luogo sicuramente il micro formato che difendiamo fortemente, creare e vivere determinati momenti in dimensioni contenute. E ancora, il rispetto verso l’ambiente, i luoghi e i contesti a cui pensiamo e ai quali ci rivolgiamo. Il più delle volte il progetto parte proprio attraverso lo scouting, in ambito territoriale, di paesaggi con i quali scegliamo di entrare in sintonia. Nel corso delle precedenti edizioni si sono venuti a creare luoghi per noi iconici come l’Aia della Salina di Cervia che ha accolto l’acqua sul territorio cervese per salvare la comunità e che era prima abitata d mucchi di sale. L’altro luogo simbolo è l’Aeroporto Francesco Baracca Bagnara-Lugo che ci permette di hackerare la visione ordinaria di aeroporto. Inoltre, la scelta di non avere un genere predefinito ed esclusivo, trattando il contemporaneo in un orizzonte aperto, è senz’altro un elemento che contraddistingue la rassegna».

Aeroporto Francesco Baracca di Lugo – Lorenzo Mason – Ph. Chiara Pavolucci

Ci sono novità particolari all’interno di quest’ultima edizione?

«Si, al di là del ricco programma, per questa nuova edizione siamo molto felici di presentare una parte laboratoriale. Presso Villa Emaldi a Faenza, per le date del 20 e 21 luglio, inseriremo un momento legato alla ceramica, alla manipolazione e all’apprendimento al fine di realizzare autonomamente uno strumento sonoro. Il progetto di workshop si lega al Museo Carlo Zauli di Faenza e a una forma di residenza, dal titolo School of nothing, a cura di Viola Emaldi, che coinvolge una decina artisti visivi, con l’intento di legarsi alla comunità faenzina attraverso la condivisione e lo scambio in chiave contemporanea. Nelle giornate di workshop sarà presente Fabiano Sportelli, artigiano della ceramica sonora, il quale proporrà oltre alla realizzazione di uno strumento musicale in ceramica, una lezione aperta e condivisa con i partecipanti e Francesco Cavaliere, uno degli artisti ospiti di School of Nothing».

 

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