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Ex voto per l’ambiente: 100 artisti in mostra ai Quattro Canti di Palermo
Mostre
Il 13 luglio ha inaugurato a Palermo una vera e propria mostra-omaggio alla città. Gli imponenti palazzi ai Quattro Canti, entrambi di proprietà di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, ospitano una collettiva fuori misura composta da ben 87 artisti e 12 differenti percorsi interpretativi, a cura di Andrea Guastella. I due edifici, che incarnano il fulcro del centro storico e dei quattro mandamenti, intonano a gran voce l’impegno da parte dell’arte e dell’uomo nei confronti di un’attualità in cui urge il tema della sostenibilità. Come in un labirinto che trova solo nel fondo la sua soluzione, gli indizi della mostra partono dall’ingresso del Palazzo su via Maqueda, tra gli stemmi aragonesi, simbolo della Sicilia dall’epoca dei Vespri; poi, superata l’antica Cavallerizza, si ritrovano lungo lo scalone a doppia rampa, da cui si rincorrono le sale in successione. In tal modo si origina la collettiva “Ex voto. Artisti per Rosalia”, organizzata dalla Fondazione Le Vie dei Tesori e dedicata alla patrona palermitana, festeggiata in questi giorni.
«“Ex voto. Artisti per Rosalia” non è una riflessione sul pio uso di donare oggetti a un santo ex voto suscepto, secondo la promessa fatta, per ringraziarlo di aver esaudito una richiesta o una preghiera; è una mostra, nell’auspicio di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona che l’ha ideata e fortemente voluta, ad essere un “ex voto”. Un segno di riconoscenza a Santa Rosalia per l’aver posto fine, si spera definitivamente, alla clausura pandemica e a una serie di vicende che hanno reso impossibile negli ultimi due anni l’apertura di Palazzo Costantino e Palazzo Di Napoli, storiche sedi di una rassegna d’arte che li ha resi fruibili nei giorni del Festino», spiega il curatore Andrea Guastella.
Ogni progetto è dotato di un’individualità propria, come la preziosa pasta vitrea di un mosaico, accostata alle altre per definirne la complessità d’insieme. In “Loci Interdicti”, che vede la curatela di Michele Citro, 15 artisti materializzano luoghi fisici e metafisici, trasformando allegoricamente Palazzo Constantino in un’apparizione colossale.
In “Art Attack”, a cura di Guastella, supereroi rivestiti di tute si arrampicano, come su una Torre di Babele, per scoprire il linguaggio che li accomuna. In “Inside Out”, lenzuola bianche si srotolano dalla corte del palazzo, come dinamico collegamento tra interno ed esterno. In “Personae”, maschere antropomorfe riflettono sul concetto identitario di umano e post-umano; “Beautiful Flash”, con Guglielmo Manenti, si pone come riemersione delle creature, intimidatorie e benigne, che popolano l’inconscio; Rosa Mundi, in “Destinazione”, conferisce spazio a una light-box nella Cavallerizza, un’installazione attraversabile da cavalli che sembrerebbero aver percorso, insieme a Gulliver e i suoi “Viaggi”, le pagine della sua storia.
E ancora, il progetto sociale “Come Pappagalli Verdi”, curato da Marilena Morabito e Pasquale Lettieri, ispirato al libro del fondatore di Emergency, Gino Strada, in cui mine giocattolo puntano a limitare l’innocenza.
Inclusiva è la partecipazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro che hanno realizzato, secondo il proprio stile, parti di corpi in resina. Un nuovo pensiero legato alla relazione tra gli organismi, invece, viene enunciato dalla “Teoria del sacrificio ecologico”, a cura di Dario La Mendola; una fonte di energia che può essere rinnovabile solo grazie all’interazione di culture e popoli è presentata dal progetto “Luce”, curato da Valerio Dehò.
Riguardo al tema legato alla sostenibilità ambientale, ritroviamo il contributo di Giusy Emiliano, collaboratrice stabile della Sezione “Land and Water” della Food and Agricolture Organization (FAO), che firma “Astratte Ri-generazioni” a favore di una maggiore tutela delle risorse naturali e dei cambiamenti climatici. «Alcuni degli obbiettivi dello sviluppo sostenibile vengono individuati ed esplicitati attraverso le opere di sei artisti che, secondo una modalità poliedrica, ci traghettano verso riflessioni “ri-gererate”, in un contrasto tra la storicità del Palazzo e la contemporaneità che ora lo abita», afferma Giusy Emiliano in un nostro colloquio.
Segue il “Giardino di transizione”, ideato e creato da Rossana Danile che, attraverso il linguaggio dello story-telling, ripercorre gli itinerari e le possibili connessioni tra piante e animali, dimostrando che “fino all’ultimo petalo ci può essere vita”. Questo frastagliato percorso si conclude con le visuali proposte dalla video-art “I luoghi dell’anima”, a cura di Alessia Montani, Valentina Bruno e Roberto Grossi.
L’intera esposizione è stata fruibile fino al 24 luglio, anche fino a mezzanotte, grazie alle visite guidate delle Vie dei Tesori, che hanno seguito il format consolidato del Festival.