Un momento intensamente vissuto nel presente ma con una forte connotazione futuribile? È certamente l’occasione del matrimonio, che in certi casi può non essere per sempre ma molto spesso rappresenta l’attimo decisivo di una storia passata. Ed è su questo intreccio di tempi vissuti, di ricordi, esperienze e speranze, sogni e possibilità, che gioca Storie di Matrimoni – Ritratti dell’immigrazione in Barriera di Milano a Torino, mostra presentata da Flashback Habitat di Torino e ideata dal direttore artistico Alessandro Bulgini. Tempi ma anche luoghi, dunque, visto che si parla di spostamenti, di geografie che si sfogliano dal nord al sud della Penisola e si incontrano nel quartiere più popoloso, vivace e stratificato di Torino: Barriera di Milano. «Qui si ritrova l’universalità del racconto, la storia dell’occidente dal dopoguerra a oggi, la migrazione di intere popolazioni che cercano nuove opportunità, una svolta che solo la modernità delle città metropolitane riesce a promettere», spiegano gli organizzatori.
Attraversando queste storie e questi percorsi, le immagini inquadrano un momento denso di significati, tanto collettivi quanto individuali, condivisi ma anche intimi. E ognuna di queste tappe visive è scandita da una tecnica, dalle stampe ai sali d’argento ai ritratti dalla patina seppiata, dal bianco e nero all’avvento del colore, attraversando così la storia della riproducibilità fotografica attraverso il tema parallelo e “popolare” della fotoricordo da matrimonio. «La fotografia diventa, col tempo, imprescindibile fonte e testimone dell’unione non solo tra due persone, ma anche tra due gruppi famigliari».
«Storie di Matrimoni conferma il nostro interesse nei confronti della relazione tra arte e vita e nasce come pretesto per parlare d’immigrazione nel quartiere di Barriera di Milano», ha dichiarato Alessandro Bulgini. «Tra le tante esperienze condotte in questi anni a Torino, interamente dedicate al quartiere Barriera di Milano, ancora una volta la scelta ricade su una parte della città fortemente rappresentativa per la sua mescolanza culturale».
Dunque, gli scatti in mostra ci accompagnano nell’evoluzione del mezzo e delle tecniche utilizzate fin dagli anni ‘50, quando le cerimonie erano una vera e propria festa ufficiale ed era emozionante anche l’attesa dell’album fotografico. I coniugi posano solenni, talvolta seri nell’espressione, a sottolineare la formalità dell’evento.
«La cura per i dettagli, dagli abiti alle composizioni floreali fino agli sguardi complici degli sposi, è affidata a professionisti. Al tempo, infatti, la macchina fotografica era uno strumento privilegiato e i fotografi, esperti del mezzo, erano chiamati a conservare per sempre la memoria di un grande evento familiare. Era una grande responsabilità, e un privilegio per pochi. La storia della fotografia evolve e ci conduce al presente, a un’epoca in cui il matrimonio è un evento sempre più informale, più facilmente digitalizzato e immortalato non solo dai fotografi, ma da tutti gli invitati».
Il 27 giugno la mostra si amplierà con un secondo atto, parlando dell’oggi, della seconda immigrazione, «Così sarà possibile seguire anche il corso della storia della fotografia che si evolve così come la storia dei matrimoni. I costumi si modificano nel tempo, le nuove migrazioni portano nuovi riti, nuovi costumi, nuovi volti, ma anche nuove speranze». Inoltre, una sala espositiva della mostra sarà interattiva e dedicata al coinvolgimento dei protagonisti dei matrimoni che, quotidianamente, potranno affidare un ricordo, una foto del proprio matrimonio. Il risultato sarà la costruzione di album fotografico collettivo, condiviso, corale.
L’esposizione sarà visitabile fino al 29 settembre 2024 negli spazi di Flashback Habitat in corso Giovanni Lanza 75, Torino.
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