Dal 1812, infatti, la Biblioteca Leopardi è aperta al pubblico, raro esempio di continuità per un luogo che è rimasto sostanzialmente com’era in origine e che dunque ha respinto gli assalti del tempo. D’altra parte fu proprio Monaldo, nel suo testamento, a indicare ai suoi discendenti la necessità di mettere a disposizione di chiunque volesse averne accesso questo sterminato patrimonio di volumi. «Voglio ancora provvedere – scrisse infatti – alla conservazione e buon uso della mia Biblioteca, la quale ho raccolta con grandi cure e dispendi, non solo per vantaggio e comodo dei miei discendenti, ma ancora per utile e bene dei miei concittadini recanatesi». Concittadini che, col passare degli anni, sono diventati tutti i cittadini del mondo.
Per celebrare il bicentenario dell’apertura al pubblico di questo luogo, nei giorni scorsi a Casa Leopardi si è inaugurata la mostra “Giacomo dei libri”, che reca come significativo sottotitolo “la Biblioteca Leopardi come spazio delle idee”. Curata da Fabiana Cacciapuoti, Vanni Leopardi (discendente di Giacomo) e Lucio Felici, realizzata in collaborazione con la Regione Marche, è pensata proprio in funzione dell’esaltazione del pensiero che dialoga con altri immaginari, nel segno di quella frase, affidata al “Filippo Ottonieri”, dove il Poeta sostenne che «il leggere è un conversare, che si fa con chi scrisse». Sarà visitabile tutti i giorni, per i prossimi mesi, dalle ore 9 alle 18 (info: www.giacomoleopardi.it).
Divisa in sei aree tematiche, la mostra racconta dapprima il sogno di Monaldo, nel quale furono coinvolti – anche in maniera giocosa – Giacomo e i suoi fratelli, nella scelta e nella catalogazione dei libri. Poi, il percorso si focalizza sul Poeta, per il quale la Biblioteca divenne la prima maestra di vita e formazione. La prima sezione descrive, attraverso i documenti, come è nata la Biblioteca, la sua architettura, le istruzioni per allestire un luogo fruibile al pubblico, le regole per il prestito e la conservazione dei libri. La seconda sezione è dedicata a dizionari e repertori, nella terza comincia il dialogo tra Giacomo e i grandi pensatori europei, da Voltaire a Rousseau, Diderot e Pascal, e poi Locke e Hume, tra i principali. La quarta parte è riservata alle due “Crestomazie”, della prosa e della poesia, la quinta al lavoro autografo conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli e la sesta allo “Zibaldone”. Tutta la mostra, inoltre, pone in relazione la Biblioteca Leopardi con quella di Jean-Jacques Rousseau, altra miniera fondamentale per la costruzione del pensiero. Da segnalare, anche, lo straordinario lavoro multimediale che accompagna i visitatori, un affascinante viaggio dentro i libri, realizzato da Matteo Catani col suo Studio Grafico D2 di Jesi e il contributo di alcuni studenti dell’Accademia di belle arti di Macerata.
«La Biblioteca è la grande opera di Monaldo, quella che lo impegnerà per tutta la vita e quella per cui andrebbe ricordato», commenta Vanni Leopardi. «Non solo egli raccoglie questo pregevole fondo librario, ma nel 1812 lo apre al pubblico, con un gesto che denota liberalità e lungimiranza, permettendo così il libero accesso alla cultura. Tanto valore dà Monaldo a questa iniziativa, da vincolare, con le sue disposizioni testamentarie, i suoi discendenti a mantenerne libero l’accesso agli studiosi. Questo impegno è stato sempre fedelmente onorato dalla famiglia Leopardi, infatti ancora oggi studiosi da tutto il mondo frequentano le antiche sale per approfondire la loro conoscenza dell’opera del Poeta e la “piccola” Biblioteca di Recanati diventa così il centro dell’universo leopardiano. Lo spunto che ci offre qui Monaldo è quello di promuovere la cultura e renderla accessibile. La mostra “Giacomo dei libri” è dedicata a tutti gli uomini che cercano una società migliore e che, pur esprimendosi con diverse favelle, parlano il linguaggio universale usato da Giacomo Leopardi».
La galleria Pinksummer porta l’arte fuori dalle sue mura espositive per fondersi con la città presentando una collettiva estiva dal…
Manna Rain: le nuove piogge astratte e cinematografiche di Rita Ackermann in dialogo con l’eredità di Cy Twombly, per la…
La maison italiana fondata nel 1974 fa il suo ingresso nel gruppo d’aste Millon, ma mantiene forte la sua identità
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
WineWise: parte la open call per artisti emergenti promossa da Art Days Napoli Campania. In palio la produzione di un'opera…
Per far splendere la sua Ronda di Notte, Rembrandt usò un particolare pigmento: la scoperta grazie a un nuovo studio…