Da Torino a Johannesburg e poi a Rosario, New York, Berlino, Parigi, senza necessità di spostarsi, solo osservando attraverso una superficie di vetro. È una esperienza di assottigliamento delle distanze e dei punti di vista che abbiamo imparato a riconoscere già da un po’ di tempo, almeno da quando le tecnologie del web hanno iniziato a diffondersi in maniera pervasiva me che, in queste ultime settimane, si è caricata di nuovi significati, ancora difficili da interpretare. Ci prova GLASS-NOST – social reality digital club, un progetto nell’ambito del programma Cosmo Digitale e promosso da Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, realizzato in collaborazione con le librerie di Torino Luxemburg e Faust. Dal 6 maggio al 17 giugno 2020, ogni mercoledì si svolgerà una diretta Instagram che verrà pubblicata il giorno seguente nella sede virtuale del Museo.
Nel corso degli appuntamenti, due persone fisicamente a Torino, una all’interno e l’altra all’esterno della libreria Luxemburg, comunicheranno attraverso la vetrina con una terza persona collegata in remoto, discutendo dell’argomento della separazione dei corpi durante il lockdown, una misura dovuta all’emergenza sanitaria in corso. Sarà questa la scenografia che darà la forma al dialogo a tre voci provenienti da spazi diversi, vicini o distanti difficile dirlo ma tutti a portata di schermo, che sia vetrina, smartphone o computer. Ogni registrazione della serie avverrà in un momento che non sarà comunicato al fine di ottemperare ai decreti governativi.
Glass-Nost, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli, e Gianluigi Ricuperati, scrittore e saggista, trae esplicita ispirazione dal termine russo glasnost, usato fin dalla fine del Settecento per indicare la necessità di trasparenza dei processi legali e burocratici e diventato una icona degli anni Ottanta del secolo scorso, per identificare il nuovo corso post-sovietico di Gorbaciov, improntato alla “trasparenza”. Il progetto si attua in una conversazione che avviene attraverso il vetro della vetrina: elemento che divide ma al contempo, grazie alla sua trasparenza, unisce due dei tre protagonisti che vi prendono parte.
«GLASS-NOST si potrà vedere da casa e segnerà un passo in avanti nella definizione di una nuova normalità perché avverrà in una condizione di compresenza tra reale e digitale, spazio fisico, embodied, e spazio virtuale. Il progetto rifiuta l’idea che la cultura si possa semplicemente tradurre su piattaforme digitali e suggerisce che quando torneremo all’esperienza fisica del museo, torneremo come cyborg – chimere fantastiche con protesi tecnologiche», ha spiegato Christov-Bakargiev. «Le vetrine che affacciano su piazza Carignano sono state per anni la cornice di un’opera performativa. Riflessi di copertine sovrapposti a passaggi di vita per strada. Glass – Nost trasformerà le stesse vetrine nella quinta delle prove tecniche di cultura, esperimento di comprensione del presente che cambia», ha affermato Gigi Raiola della Libreria Internazionale Luxemburg.
Il primo appuntamento di Glass-Nost sarà trasmesso su Instagram del Castello di Rivoli, mercoledì 6 maggio, alle ore 18. Vedrà la partecipazione di Carolyn Christov-Bakargiev, Gianluigi Ricuperati e l’artista William Kentridge, in collegamento da Johannesburg. Tra gli ospiti in Libreria, Marcella Beccaria, Leonardo Caffo, Maurizio Cilli, Irene Dionisio, Nicola Lagioia, Renato Leotta, Piergiorgio Robino (Studio Nucleo), Gigi Raiola, Marianna Vecellio. Tra gli artisti in collegamento da vari luoghi del mondo, Adrián Villar-Rojas, in collegamento da Rosario il 13 maggio, quindi, a seguire, Anne Imhof da Berlino, Agnieszka Kurant da New York, Emanuele Coccia da Parigi, Hans-Ulrich Obrist da Londra, Matteo Codignola da Milano. Nel corso degli appuntamenti, che verranno trasmessi sul Cosmo Digitale, sono previsti interventi musicali di Fabio Lacertosa e manipolazioni digitali di Fannidada.
«In pieno inizio di Coronacene (#coronacene), in ottemperanza alle norme del distanziamento sociale ma consapevoli della necessità di uscire almeno mentalmente dalle nostre camere da letto, la vetrina di una libreria diventa il séparé che divide e unisce i due protagonisti di un salotto di idee a cavallo tra discipline differenti. Gli ospiti interagiscono con un terzo personaggio presente da remoto. Il coronacene ha bisogno di nuove possibilità progettuali per gli eventi culturali. Credo che questo ribadisca la centralità del corpo anche in un’epoca di distanziamento sociale», ha detto Ricuperati.
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