Sei autrici per raccontare in tre righe un grande fotografo, nell’arco di sei giorni, da venerdì 5 a mercoledì 10 febbraio 2021, quando la mostra di Henri Cartier-Bresson a Palazzo Grassi riaprirà al pubblico. Perché il dono della sintesi non è certamente tutto ma è l’unica cosa che conta. Prima di Twitter lo sapeva bene Felix Feneon, giornalista e critico d’arte francese, autore simbolista e mercante di quadri, che nel 1906 coniò la celebre formula del tre: una riga per l’ambiente, una per la cronaca, una per l’epilogo. In questo modo, Feneon scrisse 1500 romanzi. Invece, per “Masterset Stories – Racconti in tre righe”, le scrittrici Annalisa De Simone, Federica Sgaggio, Gaja Cenciarelli, Elisa Fuksas e Ginevra Lamberti, insieme a Chiara Valerio, responsabile del settore Narrativa Italiana di Marsilio Editore, hanno scelto una sola immagine a testa tra le 385 raccolta nella Master Collection, la selezione operata, agli inizi degli anni Settanta, dallo stesso Cartier-Bresson sulle fotografie del suo sterminato archivio. Ed è intorno a quella immagine, selezione di una selezione, che le sei autrici hanno intessuto questi tre righi, la cui lettura ci accompagnerà per tutta la settimana sui canali Instagram e Facebook e sul sito di Palazzo Grassi, fino alla riapertura della mostra “Le Grand Jeu”. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Marsilio, editore di vari volumi delle autrici coinvolte oltre che coeditore del catalogo dell’esposizione, insieme a Palazzo Grassi – Punta della Dogana e Bibliothèque nationale de France.
Ideata e coordinata da Matthieu Humery e realizzata con la Bibliothèque nationale de France, in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson, la mostra racconta la figura del maestro della fotografia a partire da cinque punti di vista in dialogo: il collezionista François Pinault, la fotografa Annie Leibovitz, il regista Wim Wenders, lo scrittore Javier Cercas e la conservatrice e direttrice del dipartimento di Stampe e Fotografia della Bibliothèque nationale de France, Sylvie Aubenas. Ognuno chiamato a selezionare 50 immagini dalle 385, per restituire un Cartier-Bresson inaspettato, personale, orientato a seconda delle inclinazioni dello sguardo del selezionatore.
Oltra alla mostra “Cartier-Bresson. Le Grand Jeu”, a Palazzo Grassi riaprirà anche “Once Upon a Dream”, personale di Youssef Nabil, curata da Matthieu Humery e Jean-Jacques Aillagon. Anche in questo caso, protagonista è sempre l’immagine ma di un Egitto leggendario, re-immaginato attraverso la particolare tecnica di intervento pittorico su fotografia e film, che ha reso noto in tutto il mondo l’artista originario di Il Cairo.
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