Oggi, 15 dicembre, un nuovo appuntamento con il progetto Hidden Histories Dialogues – Agire lo spazio pubblico curato da Sara Alberani e Valerio Del Baglivo: Daniela Ortiz e il collettivo Stalker saranno i protagonisti della videointervista, realizzata con il sostegno dell’Ambasciata di Spagna in Italia, disponibile online dalle 12.30 sui siti www.piazzadispagna.es, www.localesproject.org e sulla pagina Facebook del progetto.
«In occasione della sospensione delle attività culturali imposta dall’emergenza sanitaria, – hanno spiegato gli organizzatori – l’intervista propone un approfondimento sulle pratiche artistiche in rapporto allo spazio pubblico, in particolare al permanere di simboli, architetture e storie che riguardano il passato coloniale e imperialista all’interno di molti contesti urbani».
«Molte le riflessioni su cui i curatori si concentreranno insieme agli ospiti: cosa significa adottare un approccio decoloniale in campo artistico? Come interagire con comunità spesso lasciate ai margini delle storie ufficialmente riconosciute? Come recuperare e diffondere narrazioni storiche anti-egemoniche? L’artista Daniela Ortiz e il collettivo Stalker rispondono a queste questioni con una videointervista che a partire dalla presentazione delle loro pratiche, propone due approcci artistici per ripoliticizzare la memoria storica attraverso interventi sul patrimonio pubblico», si legge nel comunicato stampa.
La videointervista fa parte del progetto Hidden Histories, ideato e curato da Sara Alberani e Valerio Del Baglivo, che da quest’anno fino al 2022 proporrà una serie di iniziative volte a dare vita a «un apprendimento partecipato nel rileggere, reinterpretare e ricodificare il patrimonio storico-artistico di Roma». Si tratta di «un festival appositamente pensato per la città di Roma, che attraverso una serie di appuntamenti site-specific, tra cui performance, laboratori, talk e dibattiti pubblici, esplorazioni e camminate urbane recupera, rivive, racconta secondo un approccio critico e costruttivo il patrimonio della città» si legge nel comunicato stampa.
L’intero progetto è organizzato dall’Associazione Mariana Trench, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2020 – 2021 – 2022”, fa parte di Romarama 2020, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale, ed è realizzato in collaborazione con SIAE».
Il lavoro di Daniela Ortiz (Cuzco, 1985) «mira a creare spazi di tensione al fine di esplorare le nozioni di razza, classe, nazionalità e genere e analizzare il comportamento sociale come una struttura basata sui meccanismi di inclusione ed esclusione. Negli ultimi anni ha realizzato diversi progetti di ricerca che mettono in discussione la migrazione globale, nonché le azioni contestualmente intraprese dagli stati e dalle società che ricevono i flussi migratori».
Stalker (Roma, 1995) «è un collettivo di artisti e architetti, che vanta una ventennale attività di ricerca e pratica sul territorio di Roma e non solo, con particolare attenzione alle aree di margine e ai vuoti urbani. La modalità di intervento è sperimentale, fondata su pratiche spaziali esplorative, di ascolto, relazionali, conviviali e ludiche, attivate da dispositivi di interazione creativa con l’ambiente investigato, con gli abitanti e con gli archivi della memoria. Tali pratiche e dispositivi sono finalizzati a catalizzare lo sviluppo di processi evolutivi auto-organizzanti, attraverso la tessitura di relazioni sociali ed ambientali, lì dove per abbandono o per indisponibilità sono venute a mancare».
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