Dall’antico al contemporaneo, tra paesaggi naturali e antropici, sulla sottile linea del simbolo: a tracciarla, Felici Levini che, per il secondo appuntamento dell’edizione 2023 di Hypermaremma, il festival di arte diffusa in Toscana, ha presentato Dal Giorno alla Notte, installazione site specific immersa nel suggestivo contesto del Parco Archeologico dell’Antica Città di Cosa, ad Ansedonia. Tre le rovine metafisiche che ancora testimoniano vicende tanto terrene quanto divine, l’artista ha immesso una serie di segnali divini che, come saette, indicano inequivocabilmente ai conquistatori i luoghi sacri, da tenere nella dovuta considerazione.
La prima edizione di Hypermaremma si tenne nel 2019 e oggi il festival presenta una programmazione capillare sul territorio maremmano, che va da aprile a fine settembre accompagnando tutta l’estate toscana. Fondata come Associazione di Promozione Sociale dai galleristi Carlo Pratis e Giorgio Galotti assieme al collezionista Matteo d’Aloja, la manifestazione ha l’obiettivo di coinvolgere la bassa Maremma attraverso l’intervento di artisti contemporanei che, invitati a relazionarsi con il territorio e la sua storia, siano capaci di innescare una rilettura del paesaggio e delle atmosfere del luogo, in sinergia con la comunità e le maestranze locali. Le opere prodotte per Hypermaremma sono sempre visitabili in ogni momento del giorno e della notte.
Con questo intervento di Felice Levini, Hypermaremma torna per la terza volta in uno dei luoghi più speciali della Maremma Toscana. Dopo aver inaugurato la collettiva “La Città Sommersa” nel 2019 e dopo aver presentato la performance The City of Thing e la scultura Otto Doppio Cono con Maschera di Francesco Cavaliere nel 2022, un nuovo intervento site specific arricchisce di nuove sensazioni il Parco Archeologico dell’Antica Città di Cosa.
Le immagini che scaturiscono dalla ricerca di Felice Levini compongono un codice simbolico ed ironico che fa della contaminazione dei linguaggi, dell’innesto e della lucidità la sua cifra stilistica. Nei contrasti, nelle contrapposizioni, nelle scomposizioni e nei ribaltamenti, la sua opera si rinnova continuamente, generando significati inusuali, rivelando spazi inediti di interpretazione. L’artista attinge con disinvoltura dalla letteratura, dalla mitologia, dalla natura così come dalla sua sfera più intima e personale.
Per Hypermaremma 2023, Felice Levini ha reinterpretato la storia della colonia fondata dai romani sulla sommità della collina di Ansedonia nel 273 a.C., dopo la conquista di Vulci e dei territori etruschi limitrofi. L’artista nato a Roma nel 1956 ha recuperato, con la sua opera, l’inestricabilità di vita e di religione tipica del mondo romano, segnata dalla continua attesa di segnali divini. 12 frecce ciclopiche di colore rosso fuoco trafiggono il suolo del Parco Archeologico. Insieme alle frecce, appaiono sparse tra le rovine dei templi altrettante lastre di pietra che evocano i nomi delle dodici principali divinità romane: Apollo, Cerere, Diana, Giove, Giunone, Marte, Mercurio, Minerva, Nettuno, Venere, Vesta e Vulcano. Segnalazioni e apparizioni repentine che si rivelano al popolo di Roma senza preavviso, dal giorno alla notte, appunto.
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