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Hypermaremma, il Fontanile monumentale di Giuseppe Ducrot a Capalbio
Progetti e iniziative
di redazione
Proseguono le esplorazioni di Hypermaremma, il progetto di arte contemporanea diffusa nel territorio della Maremma: in occasione della quinta edizione del festival, Giuseppe Ducrot ha presentato Fontanile, opera inedita site specific, installata presso la strada di Macchiatonda a Capalbio, in collaborazione con Terre di Sacra. L’opera reinterpreta la storia legata alla pratica dell’allevamento del bestiame che è stato ed è tuttora di fondamentale importanza nell’economia rurale locale.
«Il lavoro che Giuseppe Ducrot ha progettato per il fontanile è una contaminazione di stili e richiami al “classico”, termine che definisce perlopiù artisti che si rifanno alla cultura artistica greco romana, ma nel caso di Ducrot assume un significato completamente diverso», spiega Massimo Mininni, nel suo testo critico per l’installazione. «In questo caso, per il fontanile, l’artista vede e studia il Settecento, in particolare le decorazioni scultoree che adornano i fontanili nei latifondi nobiliari del Lazio, territorio confinante con la Maremma, all’epoca terra paludosa e di malaria».
Hypermaremma e il territorio
La prima edizione di Hypermaremma si tenne nel 2019 e oggi il festival presenta una programmazione capillare sul territorio maremmano, che va da aprile a fine settembre, accompagnando tutta l’estate toscana. Fondata come Associazione di Promozione Sociale dai galleristi Carlo Pratis e Giorgio Galotti assieme al collezionista Matteo d’Aloja, la manifestazione ha l’obiettivo di coinvolgere la bassa Maremma attraverso l’intervento di artisti contemporanei che, invitati a relazionarsi con il territorio e la sua storia, siano capaci di innescare una rilettura del paesaggio e delle atmosfere del luogo, in sinergia con la comunità e le maestranze locali. Le opere prodotte per Hypermaremma sono sempre visitabili in ogni momento del giorno e della notte.
Sono tuttora visibili sul territorio due installazioni ideate in occasione della scorsa edizione di Hypermaremma: I giocolieri dell’armonia di Giuseppe Gallo, presso la Spiaggia della Tagliata di Ansedonia, e In Nature Nothing Exists Alone di Claudia Comte, a Pescia Fiorentina. Questa quinta edizione si è aperta ad aprile, con Tulip, la monumentale opera scultorea dell’artista Virginia Overton, posizionata fronte laguna, presso la Polveriera Guzman di Orbetello. A giugno è stata invece presentata l’installazione di Felice Levini nell’Antica Citta di Cosa.
Fontanile, Giuseppe Ducrot per Hypermaremma
In occasione della quinta edizione del Festival, ma con un progetto di pianificazione e progettazione pluriennale, Ducrot ha realizzato un Fontanile in ceramica di dimensioni ambientali, lungo 15 metri e alto 4 metri e mezzo, prodotto dall’Associazione in collaborazione con Terre di Sacra. L’opera è ospitata nella loro tenuta che è stata fondata nel 1922 e che da oltre 100 anni si occupa della ristrutturazione e conservazione con l’obiettivo di proteggere e onorare il territorio maremmano, contribuendo inoltre a istituire l’Oasi del Lago di Burano, prima Riserva Naturale del WWF in Italia.
Per la realizzazione del Fontanile e della cromia gialla ormai sigla inconfondibile dell’artista, Ducrot si è affidato all’iconica Bottega Gatti di Faenza, eccellenza della maiolica in tutto il mondo che dal 1928 si distingue per un’assidua ricerca di tecniche e di linguaggi innovativi ed una produzione ricchissima di opere uniche. Nonostante la terribile inondazione che nel maggio 2023 ha colpito l’Emilia-Romagna, Bottega Gatti è riuscita a concludere la produzione delle ceramiche destinate al Fontanile con ammirevole tempestività, rimandando di una sola settimana la realizzazione dell’opera.
L’opera è il risultato di uno studio che Giuseppe Ducrot porta avanti da anni, in cui indaga soluzioni tecniche e formali che danno forma a interventi caratterizzati da contrasti cromatici in dialogo con lo spazio fisico circostante. Per la prima volta, infatti, l’artista ha realizzato una scultura monumentale che non dipende da una relazione con il contesto architettonico ma che «Basta a se stessa», come lui stesso afferma, in quanto opera assoluta. Partendo dalla struttura preesistente di un abbeveratoio degli anni ‘30 del secolo scorso, originariamente destinato alle vacche maremmane e recentemente ristrutturato da Terre di Sacra, Ducrot reinterpreta le forme per dare vita a un’architettura inserita nel paesaggio incontaminato che la circonda e che parla al nostro bagaglio storico culturale europeo.