Il più prestigioso premio Europeo per il patrimonio culturale, l’ Europa Nostra Award 2023, vede quest’ anno tra i vincitori i Giardini Reali di Venezia, l’antica area affacciata sul bacino di Piazza San Marco. Risalenti all’epoca Napoleonica, sono poi caduti in un grave stato d’abbandono fino a che nel 2019, Venice Gardens Foundation, grazie ad un accurato progetto di restauro, li ha riportati all’antico splendore.
Un progetto di restauro complesso ed interessante che ci racconta la Presidente di Venice Gardens Foundation, Adele Re Rebaudengo.
I Giardini napoleonici che si trovano nel cuore della città di Venezia, si estendono per una superficie di circa 5.000 metri quadrati, si affacciano sul Bacino marciano e sono circondati da canali sui quali prospettano il Museo Correr, le Sale Imperiali del Palazzo Reale, il Museo Archeologico Nazionale e la Biblioteca Marciana.
Dagli anni ’50 del secolo scorso i Giardini Reali, di grande pregio e motivo di vanto della Città per tutto l’Ottocento, a causa della carenza crescente, da parte della Municipalità, di impiego di giardinieri specializzati nella cura e manutenzione dei parchi e giardini storici, avevano perso progressivamente l’equilibrato rapporto con le architetture contigue e da qualche decennio versavano in stato di grave difficoltà, tanto da renderne quasi illeggibili la geometria e la composizione originarie. Anche il Padiglione neoclassico, realizzato dall’architetto Santi tra il 1816 e il 1817, riportava evidenti criticità, mentre il pergolato ottocentesco in ghisa, la cancellata e lo storico ponte levatoio erano in stato di abbandono, così come gli edifici incongrui costruiti negli anni.
Nel dicembre del 2014, al fine di contrastare il progressivo decadimento del sito di tale rilevanza storica e paesaggistica, l’Agenzia del Demanio e la città di Venezia hanno affidato in concessione i Giardini Reali a Venice Gardens Foundation affinché ne curasse il restauro e la conservazione nel tempo. La Fondazione ha promosso e realizzato il restauro del Compendio Monumentale Giardini Reali di Venezia, connessi nuovamente da un ponte levatoio a Piazza San Marco, riaprendoli al pubblico nel dicembre del 2019 in seguito a un complesso intervento, del valore di poco più di sei milioni di euro: intervento conservativo per quanto riguarda il disegno e le architetture del giardino, con la scansione rigorosa delle aiuole di impianto ottocentesco del “giardino all’italiana”, ma innovativo e sperimentale dal punto di vista botanico e giardiniero, con “libertà ed esuberanza” in ciascuna di esse. Oggi i Giardini Reali, rigogliosi e ricchi di prospettive inaspettate, hanno riacquistato pregio formale e complessità botanica ritornando a rivestire un ruolo centrale per la Città.
Per il loro restauro Venice Gardens Foundation ha siglato un accordo di partnership con Assicurazioni Generali.
È un onore per noi ricevere il più prestigioso premio europeo per il patrimonio culturale, a sostegno del complesso lavoro di restauro svolto, che ha permesso di restituire questo meraviglioso luogo alla Città e all’intero patrimonio storico botanico e artistico del Paese. La Fondazione, nata con la vocazione di restaurare e conservare parchi, giardini e beni di interesse storico e culturale, promuove, elabora e attua progetti rivolti alla tutela del patrimonio botanico e artistico, ponendo sempre al centro dei propri progetti il riconoscimento del ruolo fondante che questi luoghi ricoprono in un contesto sociale e comunitario favorendo altresì l’armonioso accordo tra spirito e natura. Tutti i giardini restaurati dalla Fondazione sono poi, con grande dedizione, passione e senso di responsabilità, direttamente curati e preservati con i propri giardinieri, attraverso specifici programmi sintesi delle antiche conoscenze e delle nuove tecniche. Nel novero dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia e iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche del Ministero, Venice Gardens Foundation è infatti impegnata anche nello sviluppo e nell’applicazione di studi rivolti all’innovazione e alla gestione sostenibile e responsabile dei beni paesaggistici e ai relativi percorsi formativi, attuando una costante ricerca tesa alla coltivazione senza sostanze di sintesi, all’autosufficienza idrica, al risparmio delle risorse naturali, al riuso, al riciclo, alla rigenerazione e valorizzazione degli elementi esistenti, alla gestione sostenibile dei rifiuti vegetali e degli scarti organici che, attraverso la lavorazione nelle vasche di compostaggio in loco, favoriscono la conservazione della fertilità del terreno. Grande attenzione viene altresì prestata all’incremento della biodiversità attraverso la messa a dimora di alberi, arbusti e specie dallo spiccato carattere mellifero, atti ad accogliere api e insetti pronubi. Il giardino costituisce così un sistema complesso in grado di favorire la permanenza dell’avifauna, anche attraverso l’installazione di casette nido e abbeveratoi dedicati.
Il complesso intervento di restauro, affidato dalla Fondazione all’architetto Paolo Pejrone, per il restauro botanico, e all’architetto Alberto Torsello per il restauro architettonico e il ripristino della Serra, ha da una parte inciso sui principi e temi urbani e architettonici che hanno dato vita al progetto ottocentesco, e dall’altra ha ripristinato gli equilibri tra le parti e gli ambiti di cui si compone e concreta un contesto cittadino.
L’intervento architettonico del Compendio, con il restauro del Padiglione neoclassico e il ripristino della grande Serra, all’interno di uno spazio in cui sono la natura e la storia a dominare, ha richiesto non solamente una grande attenzione ai volumi, alle forme e ai materiali, ma anche speciale cura e attenzione nell’interagire con le preesistenze, la cui storia è intrecciata a quella del giardino.L’accordo dei contesti ha favorito una forma di comprensione più naturale per i visitatori. Ricercatori, scrittori e artisti seminano nel giardino segni, suoni e visioni, creando opere strettamente necessarie e connesse all’essenza e alla vita del luogo.
La Fondazione, nel perseguire la protezione della natura, il sostegno delle arti e della conoscenza, valori cardine del mecenatismo, ha rivolto ora l’attenzione all’originario esteso Orto Giardino del Convento della Chiesa del Santissimo Redentore con le sue Antiche Officine, alta espressione della spiritualità cappuccina, oggi profondamente segnati dal trascorrere del tempo e dalla “acqua granda” del novembre 2019, una marea eccezionale che, raggiungendo i 187 centimetri, ha sommerso e devastato la Città.
Luogo simbolico e storico, il Complesso palladiano del Redentore, che dal canale della Giudecca si estende fino alla Laguna, fu realizzato come simbolo di gratitudine e rinascita in seguito alla peste del 1575-1576, che contò molte migliaia di vittime. Così, in un difficile periodo caratterizzato da una altrettanto grave epidemia, questo progetto vuole rappresentare un segno di speranza, di serenità e di pace, oggi come allora.
L’Orto Giardino e le sue Antiche Officine sono stati affidati a Venice Gardens Foundation nel maggio 2021 dalla Curia Provinciale Frati Minori Cappuccini, con l’autorizzazione della Santa Sede (Congregatio pro Institutis vitae consecratae et Societatibus vitae apostolicae) e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio
La Fondazione, per restituire al luogo bellezza, tradizione e visione futura, attraverso approfondite ricerche d’archivio, ha elaborato un progetto che riconduce all’importante tradizione degli orti conventuali, alla loro ricchezza e capacità di sperimentazione, ma che al contempo guarda al futuro con consapevole e responsabile impegno. I lavori di restauro sono iniziati nel gennaio del 2023 e termineranno nell’autunno 2024. Il Compendio sarà poi dalla Fondazione curato, coltivato e aperto ai visitatori nel rispetto dello spirito del luogo, attraverso un intervento durevole nel tempo e condiviso. Al Redentore, sostenibilità e autosufficienza sono i principi di riferimento che hanno tracciato la via. Un impegno profondo volto a restituire al Compendio monumentale e al mondo la bellezza e la semplicità e a preservarne il significato storico, naturalistico e spirituale.
Si è spento a 89 anni Gian Paolo Barbieri: nel corso della sua lunga carriera, ha trasformato la fotografia di…
La prima volta che Rivoli aprì i battenti, il Muro di Berlino non era ancora caduto. Molti i fatti, le…
John Galliano lascia Martin Margiela: ripercorriamo un rapporto decennale, costellato di successi e rivoluzioni nella moda, in attesa dell’asta di…
In occasione della sua mostra al Contemporary Cluster di Roma, abbiamo raggiunto Maurizio Mochetti per farci raccontare la sua idea…
Dopo un lungo periodo di turbolenze, tra dimissioni, censure e ingerenze della politica, documenta apre un nuovo capitolo con la…
Il museo MASI di Lugano presenta le mostre del programma espositivo del 2025: dal surrealismo contemporaneo di Louisa Gagliardi al…