Se hai quarant’anni e fai l’artista è inutile cercare alibi. O lavori e vendi, o fai altro. E questo ormai lo sanno tutti, dalle vittime della sindrome di Peter Pan ai rancorosi sfigati dal talento che nessuno ha mai scovato. Poi si può discutere sul settore dell’arte contemporanea nel nostro Paese, un sistema che odora di formalina, di provincialismo e di molti altri –ismi negativi. Che -si veda a riguardo l’impietosa analisi di Pier Luigi Sacco, Walter Santagata, Michele Trimarchi, in L’arte italiana contemporanea nel mondo– non riesce a premiare spesso chi lo merita né è in grado di sostenere i propri nomi in un’arena mondiale. Una realtà che troppo facilmente sopravvive sulle rendite di posizione di coloro che si sentono inattaccabili (gallerie e critici in primis), che conta molti collezionisti che ben starebbero in miniera e artisti che non riescono ancora a dispiegare le ali per volare.
Sono già noti invece, sia pur con curricula molto differenti alle spalle, gli artisti che sono protagonisti degli undici incontri ospitati nelle presso la Galleria Comunale di Monfalcone, il Centro d’Arte Contemporanea Villa Manin di Passariano e il Comitato Trieste Contemporanea. Nati tutti nel 1966, anno dell’inizio della guerra in Vietnam e dell’alluvione di Firenze, ma anche momento di massima fioritura della controcultura hippy negli States e dei prodromi della contestazione studentesca in Europa, si sono trovati adolescenti negli anni del punk e del riflusso. Gli anni segnati da ciò che è sin troppo facile riassumere con l’etichetta dell’edonismo reaganiano, della moda italiana che diventa un fenomeno mondiale, ma anche gli anni in cui torna in auge (tanto nel vecchio che nel nuovo Continente) la pittura. Senza contare che si tratta della prima generazione italiana cresciuta interamente con la televisione…
Tre differenti proposte caratterizzano le sedi degli incontri, che collaborano assieme per la prima volta, con l’auspicio che le realtà culturali del contemporaneo possano in futuro operare in rete. All’interno di Videospritz #2, rassegna di video all’ora dell’aperitivo, Trieste Contemporanea ospiterà artisti che hanno fatto del video il medium privilegiato. Villa Manin punterà invece sull’aspetto formativo dedicando alle scuole e al pubblico (rispettivamente di mattina e di pomeriggio) dei laboratori didattici. Infine, gli incontri di Monfalcone avranno un più spiccato approccio multisettoriale (artisti che lavorano con olio, fotografia, video).
Saranno così Carlo Benvenuto, Simone Berti, Enrica Borghi, Monica Carocci, Armin Linke, Delfina Marcello, Eva Marisaldi, Marcello Maloberti, Ottonella Mocellin, Davide Nido, Sabrina Torelli a discutere con il pubblico della condizione dell’artista ai nostri tempi, delle difficoltà di un ruolo che sempre più spesso non è più un modo di essere ma un’abilità (o labilità). Una professione di relazione, sul crinale tagliente tra istanze personali e mercato, tra libertà individuale e galleristi che tirano per la giacchetta (ed in fondo è forse un po’ giusto così).
daniele capra
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