La città eterna, nei suoi contrasti e nelle sue risorse, esplorata dagli sguardi di 400 studenti e studentesse IED Roma, guidati da 16 curatori. Per restituire idee, pensieri, suggestioni, immagini di ciò che è e di ciò che potrà essere. Da questa esplorazione attiva prende le mosse la quindicesima edizione di IED Factory che, ogni anno, coinvolge giovani creativi di tutti i dipartimenti dell’istituto romano in laboratori trasversali con curatori d’eccezione, provenienti da esperienze multidisciplinari. Ilaria Magliocchetti Lombi, Muna Mussie, Massimo Siragusa, Christian Raimo, Alessandro Imbriaco, Valentina Vannicola, Moira Ricci, Alessio Pellicoro, Viola Pantano, Giorgio Di Noto, Luca Capuano, Ropocoop, Daniele Villa Zorn, Carmelo Baglivo, Luis Do Rosario, Gilles Raynaldy, sono gli artisti e i curatori, la cui ricerca è già incentrata sul territorio, coinvolti per questa edizione del progetto.
I risultati di questo percorso condiviso saranno presentati mercoledì, 5 aprile, alle 19, al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI, con la mostra “Roma tra 50 anni”, una proiezione nel futuro che guarda alla storia: si celebrano infatti i 50 anni della sede romana dello IED. Ad aprire l’esposizione, una Lectio curata dallo scrittore, conduttore radiofonico e direttore del Salone internazionale del Libro di Torino Nicola Lagioia: “Roma, l’ombra e la grazia. Anatomia di una città senza confini”. «Bella e perduta? Invivibile e traboccante di vita? Degradata e sublime? Ma soprattutto: eterna o transitoria? Con 2700 anni di storia alle spalle, Roma sembra avanzare nel XXI secolo senza una direzione chiara ma al tempo stesso è una città in cui tutto il mondo occidentale – come diceva Borges – può sempre riconoscersi», scrive Nicola Lagioia.
«Il 2023 è l’anno in cui IED Roma celebra il cinquantenario della sua fondazione: per farlo, sceglie di promuovere progetti a servizio della società e della sua immagine di futuro. Per questo dedica l’edizione di IED Factory alla città di Roma», ha commentato Laura Negrini, direttrice IED Roma. «Abbiamo chiesto agli artisti di partire dallo sguardo, il primo atto progettuale di cui disponiamo. Il modo in cui vediamo le cose e le inseriamo in costellazioni di senso può cambiare completamente il racconto della realtà in cui siamo immersi. Cambiare il punto di vista, rinnovandolo, è un’azione che può avviare un cambiamento perfino più forte di quello generato da processi progettuali complessi. Roma è la città che forse più di tutte ha bisogno di questo tipo di attenzione».
Fotografie stampate e digitali, collage fotografici, scatti rielaborati, installazioni, ritratti, reportage. Sono alcune delle tecniche utilizzate per immaginare e raccontare il futuro di Roma. Tanti i laboratori attivati, ognuno incentrato su un tema specifico, tanto attuale quanto di prospettiva. Per “Volti di Roma”, la fotografa Ilaria Magliocchetti Lombi ha disegnato nuovi tratti somatici per i romani e le romane del futuro, che grazie alle crescenti contaminazioni porteranno con sé un’eredità culturale sempre più stratificata. “Roma non è una città del futuro” è il progetto di Christian Raimo e Alessandro Imbriaco che prova a ricostruire una narrazione differente dell’immaginario romano attraverso un lavoro artistico di testi e immagini a partire dagli elementi più impensati.
“The perfect human” è il concept dell’artista eritrea Muna Mussie che attraverso la mappatura, la rielaborazione e il montaggio delle telecamere di videosorveglianza installate a Roma, indagherà la visione dell’essere umano del futuro. “Time Capsule” è il workshop del fotografo Giorgio di Noto che mette in scena una capsula proveniente dalla Roma del 2073, realizzandone il contenuto. Infine, spazio all’intersezione tra città e natura: “L’anima verde di Roma”, laboratorio del fotografo e premio WordPress Massimo Siragusa, immaginerà una città futura più attenta al verde urbano e all’integrazione tra paesaggio naturale e aree antropizzate.
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