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Il Cultural Welfare Center apre i lavori, tra Piemonte, Sicilia e la rete
Progetti e iniziative
di redazione
Un modo diverso di intendere il futuro e lo sviluppo, non può che passare attraverso l’elaborazione di una nuova idea – e pratica – del welfare, mettendo al centro la cultura, una parola e un hashtag che, nei giorni più duri del lockdown, circolavano in maniera trasversale e pervasiva. Ed è proprio dalla forza aggregatrice della cultura, in grado di unire non solo le persone ma anche le competenze, che nasce Cultural Welfare Center, piattaforma di coordinamento promossa da un’idea di Catterina Seia, in stretta collaborazione con Alessandra Rossi Ghiglione. Un centro interdisciplinare che riunisce alte professionalità provenienti dai mondi della cultura, della sanità, dell’economia e dell’educazione, che da lungo tempo collaborano in questa direzione. Il comitato promotore annovera infatti Annalisa Cicerchia, Giuseppe Costa, Luca Dal Pozzolo, Elisa Fulco, Enzo Grossi, Pierluigi Sacco, Irene Sanesi e Flaviano Zandonai. Una knowledge community coopterà altri esperti nelle scienze umane, sociali e pratictioner, il primo dei quali è Andrea Bartoli, fondatore di Farm Cultural Park.
Ma manca una persona: il Centro è nato ufficialmente il 15 maggio, data della scomparsa del Maestro Ezio Bosso, «mentore che ha alimentato fin dalle prime discussioni e continuerà ad alimentare con la sua visione socratica della musica e della vita le riflessioni del CCW, asserendo che “l’Arte è terapia sociale”», spiegano dal Cultural Welfare Center.
Sviluppare e sostenere la ricerca interdisciplinare e intersettoriale, accompagnare con approcci crossover la formazione di competenze ai diversi livelli di ingaggio e professionalità, promuovere la diffusione di pratiche replicabili e misurabili, nutrire politiche che mettano in atto questa visione, sono alcune delle direzioni verso cui si muoverà il Cultural Welfare Center.
Come primo atto, il CCW, in collaborazione con DORS – Centro di documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte, su autorizzazione di OMS, mette a disposizione in open source la traduzione in italiano della ricerca Le arti per il miglioramento del benessere e della Salute, rapporto che, nato da un percorso avviato nel 2015 con il progetto Cultural Context of Health and Well-being dalla stessa OMS, sottolinea quanto la partecipazione culturale e le pratiche artistiche possano influire positivamente sul benessere e sulla Salute.
Tutte le risorse saranno condivise su un blog ma il CCW avrà anche due sedi operative, stabilite in due luoghi di innovazione sociale: a Torino, nel BAC – Barolo Art for Community, nel Distretto Sociale dell’Opera Barolo, e in Sicilia, al Farm Cultural Park di Favara.
In una società in cui la faglia delle disuguaglianze si è ampliata e rischia di diventare sempre più profonda, a causa delle conseguenze del Covid-19, è in gioco la salute non solo biologica ma anche sociale delle comunità. Proprio oggi, dunque, la relazione tra cultura, salute, educazione e sociale può diventare un’alleanza strategica per la ripartenza del Paese.
«La Salute non è solo il risultato di un processo biologico, dinamico, ma è un processo sociale – soggettivo e collettivo – che ricomprende una molteplicità di dimensioni: fisica, psicologica, emotiva, relazionale, culturale, spirituale…frutto di una crescita condizionata da risorse già possedute o ancora da sviluppare in un percorso sostenuto dal proprio contesto (istruzione, lavoro, reddito, cultura, ambiente…)», ha affermato il prof. Giuseppe Costa, epidemiologo esperto di diseguaglianze nella Salute, membro del CCW. «La Cultura, strettamente connessa con lo sviluppo umano, è una delle risorse principali. CCW ritiene che farla crescere e radicarla stabilmente all’interno di una dimensione sociale e civile quotidiana, sia parte dell’impegno per un vero rinnovamento delle condizioni di vita in termini di equità e di Salute».