-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Napoli, il Giardino Torre del Museo di Capodimonte rivive, con un forno storico
Beni culturali
Il Real Bosco di Capodimonte, a Napoli, ha fatto parlare molto di sé anche la stampa, che ha testimoniato la sua continua trasformazione, da luogo impervio in un giardino da favola, ormai animato da varie attività in alcuni degli ex casamenti borbonici, un tempo abbandonati e in degrado. Ora il Real Bosco pulsa di vita. Questo non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata una mente che ha tenuto presente il piano generale, voluto, ideato e collaudato dal direttore Sylvain Bellenger, il quale ha realizzato, tassello dopo tassello, quello che suggeriva il suo progetto.
Negli ultimi tempi, ha fatto parlare di sé anche quella parte del Real Bosco che occupa i suoi margini nord-orientali. È azienda agricola e giardino produttivo, chiamato il Giardino Torre, che possiamo definire masseria turrita per il casamento a forma di torre che costituisce il suo centro organizzativo.
Il sito contiene circa 600 piante. Tra gli agrumi, l’arancio è il più antico, mentre il mandarino, Citrus Deliciosa nel linguaggio dotto, fu introdotto nella Napoli borbonica più tardi, proprio qui, nel Giardino Torre, per allietare in inverno la tavola con il suo vivo colore e il sapore del suo frutto.
Un tempo gli alberi da frutto erano di molte varietà, oggi, per un calcolo economico e per l’adesione all’omologazione imperante, ce ne sono in numero più ridotto. Ma di queste varietà, al Giardino Torre, si conservano preziosi esemplari. C’è la pera mastantuona e quella spadona, ci sono le susine, le ciliegie, pure queste di diversi tipi e con varie sfumature di colore, le amarene, le mele. Ci sono le piante dei nespoli, dei fichi, dei gelsi, dei sorbi, dei cachi, dei melograni. C’è il chinotto, il bergamotto, il pompelmo e il limone. E ci sono i frutti esotici cari ai Borbone, tra i quali ribes, ananas e lamponi. Naturalmente ci sono gli ortaggi e le erbe aromatiche e, tutto intorno, proprio come in epoca borbonica, vengono coltivati pomodori e papaccelle, friarielli e zucche, melanzane, cavoli e zucchine, che vengono preparati, cucinati e offerti nel luogo, in un ristorante a chilometro zero e – come si è visto – dalla lunga storia. Al centro della Fruttiera, si staglia con i suoi 20 metri di altezza un maestoso esemplare di Canforo, tra gli alberi del Real Bosco il più prezioso. Tutt’intorno si vedono i semenzai, le serre e le ananassiere, cioè le stufe per il ricovero dell’ananas.
Mercoledì, 6 dicembre, c’è stata una festa per l’inaugurazione del funzionamento del forno a legna ottocentesco, dove sono state cotte delle pizze tradizionali, offerte agli intervenuti. I tranci di pizza erano di due tipi: solo con pomodoro o anche con pomodoro e mozzarella, secondo la ricetta detta della regina Margherita (di Savoia). La pasta della pizza era di straordinaria finezza, morbida e croccante, realizzata con un lievito casalingo, i pomodori erano quelli con il pizzo, propri della zona vesuviana che vengono conservati appesi al soffitto e detti, perciò, “con il piennolo”. Siamo stati tra i fortunati golosi presenti all’inaugurazione del forno, ma si possono gustare queste meravigliose pizze, prenotandosi, magari in gruppo, il sabato e la domenica.
«Il Giardino Torre, posto straordinario situato all’interno del Real Bosco, rivive oggi con il suo forno storico, in occasione dell’anniversario che celebra l’arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano patrimonio immateriale dell’Unesco», ha dichiarato Sylvain Bellenger, direttore Generale Museo e Real Bosco di Capodimonte. «In questo luogo è stata nominata per la prima volta la pizza margherita dal nome della Regina che viveva nella Reggia ed il giardino Torre era il frutteto e l’orto della corte. Qui al Giardino Torre è stato fatto da parte del gruppo di imprenditori Delizie Reali un grande lavoro di recupero, cura del patrimonio botanico e di riqualificazione degli edifici storici. Siamo dunque in un luogo Reale di grande bellezza e di enorme splendore e come sappiamo la Corte dei Borbone era una corte molto raffinata e questo luogo ha ritrovato questa raffinatezza. L’ accessibilità a questo meraviglioso sito, che si apre finalmente alla città, sarà facilitata dall’apertura della Porta del Museo dei Ponti Rossi, chiusa dal dopoguerra, che consentirà l’accesso pedonale a tutti i visitatori, turisti ed utenti del Real Bosco».
Il sito, che vuole proporsi come un laboratorio di cultura gastronomica, è gestito da Delizie Reali Scarl, vincitrice nel 2018 del bando di gara europeo per il programma di valorizzazione e gestione degli immobili e delle pertinenze della Reale Fruttiera del Bosco di Capodimonte indetto dall’allora Mibact.
«Con il restauro dell’antico forno del Casamento Torre e l’avvio dei servizi ristorativi, completiamo il progetto di recupero e valorizzazione di questo straordinario sito che è tornato alla sua vocazione originaria, quella di Giardino Produttivo come lo erano tutte le Delizie reali dei Borbone», ha commentato Nunzia Petrecca, Amministratrice di Delizie Reali. «Oggi al Giardino Torre sono tornati in produzione gli agrumeti, gli orti, il Giardino dei Fiori, i meleti a spalliera. La produzione orto-frutticola viene utilizzata nelle preparazioni di cucina per il bistrot della Stufa dei Fiori e del Casamento Torre, una parte viene trasformata in conserve, marmellate e liquori che riportano in etichetta il brand Delizie Reali del Real Bosco di Capodimonte. Il forno è un piccolo gioiello che sarà protagonista di eventi speciali per raccontare la storia, la cultura della pizza e l’arte dei pizzaioli. Il Casamento torna a essere un luogo di Delizie, un mirabile giardino con serre, viali e fontane, un luogo dove i bambini vengono accolti con laboratori creativi e didattici e gli adulti possono sostare per una pausa caffè, un pranzo e una pizza».
Speriamo che Eike Schmidt sappia continuare l’opera