Il peso dell’arte contemporanea è al Mercato di Mestre

di - 3 Giugno 2021

La scorsa settimana ha aperto la Biennale Architettura, il primo grande evento internazionale in presenza nel post (si spera) emergenza sanitaria. Una ventata d’energia dopo un anno e mezzo di rinvii, in quel periodo che ha visto il mondo della cultura, recluso tra dirette, streaming e tour virtuali. Sarà per questo che l’aria di Venezia era particolarmente frizzante, tanto da infondere abbastanza energia per seguire la grande maratona di opening in isola, sopperendo alla mancanza di allenamento fisico dopo il lungo periodo senza eventi.
Un entusiasmo palpabile che ha avvolto queste giornate e che si amplifica all’interno della Mostra Internazionale: un’edizione forse poco ortodossa dal punto di vista delle proposte ed analisi progettuali, aperta al linguaggio delle installazioni immersive per spiegare le nuove geometrie del vivere assieme, come individui, comunità, un’architettura che ridisegna ambienti, paesaggi, esistenze. Un luogo di confine con l’arte dall’indubbio fascino, premiata dall’affluenza di pubblico, sia durante la preview che nei giorni di apertura con biglietto.

Arte al Kilo, k.r.a.f.t. di Michele Tajariol, foto di Giorgia Rorato

Ma ora ci allontaniamo di poco dalla laguna, per scoprire Mestre, tenendoci ben distanti dal sottolineare il perenne dualismo e dal dibattito esistenziale su “centro storico VS terraferma”, che intercorre tra le due realtà. Entriamo invece, nel merito delle iniziative legate all’arte contemporanea, agli intenti di un fenomeno artistico e culturale, diffuso e capillare dove, nei mesi scorsi, hanno preso vita i workshop dell’Accademia di Belle Arti tenutisi al centro VEGA, la nascita di una rete di studi indipendenti, le residenze artistiche di Forte Marghera e dove da sempre trovano casa gli studi d’artista e aziende creative, disseminate nella zona dei docks di Marghera.

I giorni di opening e inaugurazioni non hanno lasciato quindi lasciato a digiuno la terraferma. Senza dubbio, merita una menzione la neonata Venice Independent Art Scenes, che ha colto l’occasione per presentarsi. Tre spazi collettivi (un numero destinato a crescere) dislocati intorno al centro di Mestre, uniti in una tre giorni di opening plenari sotto il nome di Ve(R)nice: Zolforosso, Casablanca, Kadabra. Nati con un coordinamento spontaneo di spazi e collettivi d’arte, un network interessato a creare una narrazione alternativa di e per Venezia. Realtà che tesitmoniano uno spazio vivo, abitato da una nuova generazione di artisti che qui lavorano e ricercano. Da tenere d’occhio.

Venice Independent Art Scene- Ve(R)nice-KADABRA-

Nel centro cittadino si trova il cuore della “Mestre Contemporanea” e la realtà che in questo ha sempre creduto: Marina Bastianello, che festeggia il suo secondo anno nella sede della galleria nel Polo M9, dove è arrivata nel 2018 nell’area retail. Una dimensione totalmente diversa rispetto alla galleria-loft di via Torino; una nuova sede aperta alla vista, alla città, per dare vita a questo nuovo “centro nel centro”. Una scelta che, per la galleria, cambia il punto e la responsabilità nel fare progetti, diventando sempre più attenta nel proporre iniziative condivise con i nuovi i vicini di casa, Fondazione di Venezia ed M9. Una sinergia tra le diverse realtà che funziona, una comunità di intenti che fa bene e anima il Polo, in grado di contaminare le realtà circostanti.
In questo contesto si innestano le ultime iniziative pubbliche proposte da Marina Bastianello Gallery, sostenute dal Comune di Venezia, da M9 e da Fondazione di Venezia, presieduta da Michele Bugliesi: lo studio d’artista Temporaneo, le performance di Posto fisso e l’ultima idea: Arte al Kilo, una mostra diffusa negli spazi del mercato di Mestre, aperta al pubblico dal 17 maggio al 30 giugno.

Un titolo scelto non certo per definire l’arte in modo approssimativo “un tanto al kilo”, ma che nasce da una precisa provocazione: per riconoscerne il peso in questo periodo storico, all’interno della comunità, per fare entrare l’arte nella quotidianità ripristinando un dialogo, diretto e senza filtri, tra opera d’arte e fruitore.
Questo l’intento dell’ideatrice e curatrice Marina Bastianello, che ha chiesto a 17 giovani artisti di pensare a dei lavori da inserire -letteralmente – nei banchi del Mercato di San Michele.
Sculture, opere video, installazioni e videoinstallazioni di Nico Angiuli, Matteo Attruia, Paolo Brambilla, Orianne Castel, Boris Contarin, Nico Covre, Graziano Folata, Giulia Furlan, Antonio Guiotto, Penzo+Fiore, Sebastiano Pelli, Francesco Piva, Barbara Prenka, Giovanni Rossi, Michele Tajariol, Eva Chiara Trevisan e Matteo Vettorello, compaiono all’interno degli spazi commerciali del mercato, tra i beni alimentari. La loro spiegazione, l’interazione, sono affidate agli stessi commercianti protagonisti, a loro volta, di questa inedita collaborazione.
Sono lavori che chiedono, in alcuni casi, di essere ricercati come in una caccia al tesoro, perfettamente a loro agio, ma in grado di suscitare grande curiosità, sgomento, domande, riflessioni.

Mareblu di Giovanni Rossi, foto di Giorgia Rorato

Opere pensate dagli artisti per integrarsi in maniera naturale all’interno, ad esempio, degli spazi di un banco del pesce. È il caso di Mareblu di Giovanni Rossi, scatolette di tonno dell’omonima marca, dipinte in varie tonalità marine, pensate per introdurre nel processo creativo – attraverso un procedimento concettuale memore di Pino Pascali – la restituzione della verità al prodotto. Accanto, l’opera Archivio Eva Chiara Trevisan (ospite in galleria con la personale La huella e nello spazio di lavoro di studio Temporaneo) che raccoglie in 32 sacchetti le tracce dei lavori dell’artista, frammenti di pigmento acrilico dei precedenti lavori.
Presenti anche lavori da scoprire e con cui interagire liberamente, come il Traduttore di cortesia per una banchina confusa di Matteo Vettorello, una scultura a cui “bussare” per chiedere informazioni sullo stato delle maree nei diversi punti della laguna.
Opere che introducono il concetto, nonché la possibilità, di diventare collezionisti portando a casa un lavoro: una foto Nuda e Cruda di Nico Covre, frutta e verdura scansionata e restituita in un formato di cartolina, un inedito punto di vista su dettagli di colore, texture, superfici quotidianamente sotto i nostri occhi; k.r.a.f.t., di Michele Tajariol in cui l’artista “scompone” il viso del proprietario del banco con un collage, per stamparlo sulle buste di carta. Multipli d’artista numerati e firmati da consegnare con la spesa.

Nuda e Cruda di Nico Covre

Alzando lo sguardo si incontrano le fotografi diffuse di Penzo + Fiore, In the cage: immagini/stendardo di uccelli, appese alla gabbia anti-volatili del mercato: soggetti imbalsamati fotografati in un museo, restituiti alla (non) vita in uno scatto che riproduce il loro ambiente naturale, per riflettere sul doppio e sul negativo di una voliera, che non contiene ma esclude.

Penzo+Fiore, in the cage, Foto di Giorgia Rorato

Parte integrante del progetto è il programma di Talk, nati dalla sinergia tra Alessio Vigni e gli artisti Penzo+Fiore. Saranno ospitati, ovviamente, all’interno del Polo M9.
Primo appuntamento da segnare in agenda: venerdì 4 giugno 2021 alle 18 con ospiti l’assessore al Turismo del Comune di Venezia Paola Mar, il presidente della Fondazione di Venezia Michele Bugliesi, il coordinatore degli ambasciatori del progetto Terzo Paradiso / Cittadellarte Francesco Saverio Teruzzi, il direttore di Exibart Matteo Bergamini per un confronto sul tema “Spazio pubblico, arte e rigenerazione urbana”.

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