Attraverso una selezione di 500 opere di cui 200 relative alle arti plastiche, più di 200 all’architettura e al design e 60 collegate al cinema, l’esposizione parigina traccia l’estro creativo dei movimenti “Pop” del periodo 1956-1968 che vede l’emergere in Europa e negli Stati Uniti di numerose correnti ispirate sia dai loro materiali che dalla cultura popolare.
Questo periodo lascia il campo aperto alla libera esperienza: dal collage, all’assemblaggio fino al rinnovamento della pittura figurativa. Queste nuove pratiche artistiche hanno come punto in comune l’attaccamento intenzionale alla vita quotidiana. Gli “anni pop” vedono il ritorno forte dell’oggetto e dell’immagine e lo sbocciare di un’iconografia direttamente presa in prestito dai flussi di immagini generati dalla società. Questa appropriazione di immagini dalla strada, dai negozi, dai fumetti, dai giornali, ispira contemporaneamente le opere degli artisti che utilizzano la plastica, dei cineasti, dei designer, degli architetti e rende possibile il connubio tra l’arte della strada e l’arte del museo.
L’esposizione si articola attraverso tre sequenze:
1.L’arte e la cultura popolare/ “Nouveaux Realistes”
Quest’ampia sequenza comprende tutte le espressioni internazionali derivanti dall’ambiente urbano, dagli oggetti, dalle immagini captate e lavorate dagli artisti. Il cinema è inserito nel percorso delle arti plastiche in stretta relazione con le sezioni dedicate all’architettura e al design in senso lato (moda, grafica, arredamento..)
2.Un rinnovamento iconografico: L’arte Pop
La seconda sequenza mostra il rinnovamento iconografico della pittura negli Stati Uniti ed in Europa, caratterizzata dal reimpiego delle immagini esistenti tratte da riviste, pubblicità, fumetti, dando vigore ad una pittura figurativa messa da parte all’apogeo dei movimenti astrattisti.
3.Sogno e contestazione (sviluppo e deviazione del “Pop”)
Quest’ultima sezione descrive contemporaneamente il successo e lo sviluppo di un’immagine “Pop” che diffonde, non senza ironia, l’immagine di una “società felice”. Queste opere realizzate alla vigilia dei grandi movimenti sociali del 1968 si situano nell’ambito di una corrente contestataria che utilizza come supporto l’iconografia Pop allora molto popolare.
Fanno da cornice all’esposizione una importante programmazione di film (cinema 2, niveau –1) sperimentali, politici, d’artisti e di fiction che affrontano temi e simboli del movimento Pop sia negli Stati Uniti che in Europa.
Un dialogo internazionale (22-23-24 marzo) é dedicato al contesto sociale, storico ed estetico dei movimenti Pop cosi come alle loro ripercussioni attuali.
Il catalogo della mostra pubblicato dalle Edizioni del Centre Pompidou, presenta la cronologia degli anni Pop, e riunisce un migliaio di immagini, documenti, testi fondamentali, archivi spesso inediti, rivolgendo lo sguardo a tutte le discipline: arti visuali, architettura, design, cinema, musica, fumetti, moda…Questa cronologia è accompagnata dai commenti dei commissari dell’esposizione.
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