Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto â MArTA, non nuovo alla contaminazione multimediale contemporanea, acquisisce in permanenza due âQuadri Sonoriâ a firma del compositore Dario Marianelli e del cantautore Achille Lauro. Opere musicali inedite realizzate in continuitĂ con i reperti a cui sono ispirate, che accompagneranno nella visita al primo e secondo piano delle collezioni museali joniche. GiĂ disponibili al pubblico, sono state registrate questo dicembre conlâOrchestra ICO â Istituzione Concertistica Orchestrale della Magna Grecia, una delle 13 statali dâItalia, con la direzione artistica del Maestro Piero Romano, anche ideatore del progetto diffuso dei Quadri Sonori.
La prima, intitolata âIl Sogno di Marsiaâ, del compositore premio Oscar e Golden Globe nel 2008 Marianelli, è anche la prima partitura per aulòs e orchestra della storia. Lâesecuzione del brano ha rappresentato un approdo unico nella ricerca musicale internazionale, permettendo di conoscere il suono dellâantico strumento a fiato greco aulòs, del tipo a due tubi, del quale si era persa la tecnica costruttiva ed esecutiva. Marianelli infatti ha interpretato le collezioni del MArTA scegliendo di riportare il fiato in questo strumento altrimenti muto da 1500 anni, coinvolgendo lo scozzese ricercatore e musicista Barnaby Brown che ne ha âsuonatoâ una fedele ricostruzione. Iniziativa che la direttrice uscente del MArTA Eva DeglâInnocenti ha definito ÂŤUn laboratorio di archeologia musicaleÂť, per cui questo auleta contemporaneo ha utilizzato un metodo indiziario che usano nelle attivitĂ di ricerca gli archeologi, servendosi della sue competenze in musicologia.
Il quadro sonoro di Marianelli prende la forma fisica di un leggio illuminato, fruibile anche dai non vedenti, e lâopera, eseguita dai maestri dellâOrchestra diretti da Maurizio Lomartire insieme a Brown, si può ascoltare con le cuffie per via dellâassociazione del brano a un QR code scansionabile.
Stesso detto per la seconda opera, âLa Grande Madreâ, musicata dalla popstar Achille Lauro â con cui lâOrchestra della Magna Grecia è stata in tour nazionale â dedicata espressamente a due pezzi esclusivi dellâarea euro-mediterranea del Paleolitico Superiore, le Veneri di Parabita, piccole importanti statuine femminili in osso che, come richiama il titolo del brano, celebrano il culto della fertilitĂ e della rinascita anche 20mila anni dopo. Registrata sempre con i musicisti della Magna Grecia questa volta diretti da Piero Romano e con U.T. Gandhi alle percussioni, la composizione orchestrata da Valter Silviotti fa da guida musicale per 15 minuti al pubblico che voglia conoscere lâarcheologia dellâarea di Taranto.
Il percorso espositivo museale prende avvio dal secondo piano e lungo le numerose sezioni conduce il visitatore alla scoperta delle piĂš antiche tracce della presenza dellâuomo sul territorio, degli splendori della cittĂ magno greca, delle turbolente fasi della conquista romana e infine delle trasformazioni urbanistiche e degli scambi culturali e commerciali di etĂ altomedievale. Le due installazioni si inseriscono curiosamente in prossimitĂ delle sale II e XIII e consentono di passare dallâevidenza storica allâesperienza diretta individuale di ascolto, previsto esclusivamente per quanti accedono al Museo. Usciti dal quale, è possibile proseguire in un itinerario cittadino di altri âQuadri Sonoriâ in alcuni luoghi iconici di Taranto: la Concattedrale di Gio Ponti Gran Madre di Dio, dove è giĂ possibile ascoltare una composizione di Remo Anzovino, in attesa alla Cattedrale di San Cataldo nella cittĂ vecchia del âquadroâ del musicista, direttore dâorchestra e coro inglese John Rutter. Saranno in tutto 15 composizioni site specific, per cui ogni autore ha trascorso e trascorrerĂ in cittĂ un periodo di residenza e ricerca.
Come si diceva, il MArTA, non nuovo alla contaminazione multimediale contemporanea, ha giĂ ospitato tra le sue raccolte la sperimentazione musicale dâautore. Non ultimo il progetto di musica relazionale realizzato dal Circuito del Contemporaneo âTaranto Voicesâ, spazio sonoro dellâartista e musicista Piero Mottola che dopo la residenza al Museo, grazie al suo cosiddetto âautocorrelatore acusticoâ installato nella Sala XXV, ha diffuso una partitura di voci registrate coinvolgendo i cittadini. In quel caso si trattava di una composizione caratterizzata dallâeffetto estetico ed evocativo della voce umana, rientrando in una specifica ricerca artistica contemporanea che raccoglie tutte quelle sonoritĂ della realtĂ che non possono essere collocate nellâambito della musica convenzionale o codificata.
Al contrario dei Quadri Sonori, per i quali autori diversi interpretano la tradizione compositiva strumentale declinando un contenuto del Museo per un ascolto personalizzato, Mottola aveva generato una passeggiata tra frammenti sonori, che sembravano richiamare i mosaici della sala, scelti e catalogati secondo una mappa di distanze emozionali tra 10 emozioni, in cui il suono sempre mutevole, era amplificato da 10 diffusori, uno per ogni emozione.
Proposta sonora che prosegue ad oggi con lâinstallazione audio collocata nel chiostro del Museo âCerimòniaâ (2022) di Federico Gori, una tra le altre opere della mostra âLâetĂ dellâoroâ in corso fino allâ8 gennaio 2023.
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