Il senso immediato della scena secondo Isgrò

di - 29 Aprile 2019
A sei anni dalla sua inaugurazione, il Castello Gamba di Chatillon (Aosta), sede del Museo di arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta, è pronto a dare nuovo slancio alla propria collezione attraverso la collaborazione con la consolidata realtà culturale di Casa Testori (Milano). Partendo dallo studio delle opere conservate nel Museo valdostano, arroccato su un promontorio roccioso e incastonato in un parco di oltre 50mila metri quadrati ricco di essenze vegetali rare e preziose provenienti da tutto il mondo, il team di Casa Testori ha ideato un piano di valorizzazione della collezione che inizia con un progetto espositivo dedicato ad uno dei maggiori artisti concettuali italiani, Emilio Isgrò, pittore ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista.
“Emilio Isgrò: i 35 libri dei Promessi Sposi cancellati” è un nuovo capitolo della rassegna Détails, promosso in collaborazione con l’Archivio Emilio Isgrò, con cui il Castello Gamba intende valorizzare il proprio patrimonio, ponendo l’attenzione su uno degli autori presenti in collezione e prende spunto da una delle opere più significative dell’artista siciliano conservate al Gamba, Quel che è scritto (1991), con l’intento di coinvolgere gli spettatori in un percorso di svelamento del processo creativo e della sua poeticità attraverso un’unica imponente opera.
La scelta di Quel che è scritto come matrice della mostra, deriva dalla volontà di indagare e svelare il rapporto tra Emilio Isgrò e la parola. L’Isgrò giornalista di inizio carriera non può che trasportare anche in arte la centralità che riveste per lui la parola. Parola come verbo, come origine della vita e della storia dell’uomo, come elemento imprescindibile per ogni cultura, capace di connettere persino l’umano al divino. La stratificazione di significati alla quale Isgrò ci pone di fronte, si avvalora ulteriormente nel confronto con una delle più grandi opere della letteratura italiana.
Castello Gamba – Châtillon (Aosta)
I 35 libri dei Promessi Sposi per venticinque lettori e dieci appestati (2016) è l’opera più monumentale di Emilio Isgrò: 35 ristampe anastatiche della Quarantana, la versione definitiva del romanzo, illustrata per volere di Manzoni da Alessandro Gonin. Realizzata in occasione di una grande mostra dedicata all’artista nel 2016 a Milano e suddivisa tra gli spazi di Palazzo Reale, delle Gallerie d’Italia e della stessa Casa Manzoni, l’opera rivive ora nella pittorica cornice del Castello Gamba. Dalle 70 pagine che la compongono emerge preponderante tutta la poetica di Isgrò che, attraverso le sue celebri cancellature, esalta la grandezza della scrittura manzoniana.
«Cancellandola – spiega Isgrò – mi sono accorto di come la scrittura manzoniana sia quanto di più potente e sorgivo abbia offerto la nostra letteratura dopo Dante. Giacché in Manzoni anche la cultura si fa natura».
«Quello che potrebbe sembrare un oltraggio e uno sfregio è in realtà un atto d’amore», così il direttore di Casa Testori e curatore dell’esposizione, Davide Dall’Ombra, descrive il processo creativo. Il classico nero dell’inchiostro, che cancella senza rimedio le parole, viene alternato dal bianco della tempera, capace di evidenziare il testo lasciato in trasparenza. Le illustrazioni stesse, attentamente curate da Gonin sotto la guida di Manzoni, vengono rielaborate con un intervento pittorico incisivo. è così che le due anime della Monaca di Monza, nel contrasto tra nero e bianco, emergono dalle pagine sottolineando l’ambivalenza tra la storia pubblica e quella privata della monaca.
Emilio Isgrò, Io l’innominato, 2016 – 50x36cm, tecnica mista su libro in box di legno, tela e plexiglass
Si delinea, agli occhi di chi lo guarda, un nuovo spazio artistico, in cui letteratura, arte concettuale e pittura lavorano in sinergia arricchendosi reciprocamente. Contrapposta alla forza dirompente dell’arte, capace di coinvolgere e aprirsi allo spettatore nel giro di uno sguardo, la letteratura si nutre di tempi di svelamento inevitabilmente più lenti. Isgrò con i 35 libri dei Promessi Sposi per venticinque lettori e dieci appestati segna un crinale tra arte e letteratura: se con poche parole, scampate alle cancellature, si coglie il senso immediato della scena a cui si riferiscono, l’opera in sé richiede di essere letta come un racconto, pagina dopo pagina.
I nuovi significati regalati dalle cancellature di Isgrò offrono chiavi di accesso inedite al romanzo, che potranno essere apprezzate grazie ai tanti laboratori didattici organizzati in concomitanza con l’esposizione che sarà visitabile sino al 16 giugno 2019.
Elena Ambrosi

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