05 settembre 2024

Iosonovulnerabile: l’arte effimera dell’errore, all’Istituto di Cultura di Parigi

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Il fallimento e l’impermanenza come metodo di ricerca ed espressione artistica: il progetto multidisciplinare curato da Sergio Mario Illuminato fa tappa all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi

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Installazione Giardino Hotel de Galliffet, Parigi, 2024, credits: imagery Giovanni Palmiotto

La vulnerabilità come materia viva e preziosa, da cui ripartire per elaborare gli incubi del nostro presente e immaginare nuove possibilità per la nostra condizione esistenziale. Così prende le mosse IOSONOVULNERABILE ampio progetto transdisciplinare curato da Sergio Mario Illuminato, che fa tappa all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, diretto da Antonio Calbi, con un nuovo capitolo: fallire è una conquista – arte è amare l’errore.

Il progetto sarà vistabile fino al 29 novembre, presso la sede dell’Istituto, all’Hotel de Galiffet, «Un luogo di grande storia e bellezza», dove «Celebrare una pratica performativa che non è solo un’esposizione artistica, ma un grido di vulnerabilità e di coraggio», spiega Sergio Mario Illuminato che, per il suo progetto, propone un drastico cambiamento di prospettiva, alla base di una metodologia anche estetica: «Fallire è una conquista – arte è amare l’errore non è solo un titolo, ma una chiamata all’azione, una sfida a vedere oltre le nostre paure e fallimenti, e a trovare in essi la forza per costruire un futuro migliore».

IOSONOVULNERABILE: le tappe del progetto

‘iosonovulnerabileMappa del contemporaneo internazionale, dalla più recente sperimentazione artistica alla creatività emergente delle scuole e delle accademie europee.

IOSONOVULNERABILE è una ricerca transdisciplinare non profit avviata nel 2020 e ispirata al libro di Sergio Mario Illuminato, Corpus et Vulnus: Tàpies, Kiefer, Parmiggiani. Dal 2023 ha coinvolto un gruppo eterogeneo di professionisti della creatività e delle arti visive, del cinema e della musica, della fotografia e della danza, insieme a studenti dell’Accademia di Belle Arti e dei licei di Roma. Da questo dialogo è nato, nel luglio dello stesso anno, il movimento VulnerArte APS, ente no profit che ha promosso varie azioni, tra cui una residenza d’artista, un progetto performativo all’ex Carcere Pontificio di Velletri e un’iniziativa editoriale. Per il biennio 2024-2025 è stato avviato anche un programma internazionale presso gli Istituti di Cultura Italiani all’estero, in collaborazione con il MAECI – Ministero degli Affari Esteri.

Il progetto è approdato dunque a Parigi, per poi continuare, il prossimo novembre, a Roma, presso gli spazi del Museo Storico di Villa Altieri. Per l’intervento all’Hôtel de Galliffet, è stato coinvolto un gruppo di artisti che, utilizzando formati e linguaggi transdisciplinari, ha esplorato il tema della vulnerabilità umana come strumento di coesione sociale e civile.

L’arte di IOSONOVULNERABILE: a Parigi, una riflessione sulla transitorietà

«I dispositivi artistici presentati in questo progetto – afferma Sergio Mario Illuminato – sono stati concepiti come ‘capsule’ storiche di una bellezza e di perfezione divenute effimere; scagliate da Prometeo, vogliono fungere ancora-una-volta da catalizzatori per rigenerare spazi più̀ profondi, simili a fuochi sotterranei, che riconducono alle profondità̀ dell’umanità̀ e, da lì, all’infinito del cielo».

Nel giardino progettato dall’architetto Luigi Moretti, gli Organismi Artistici Comunicanti, caduti dal cielo con una presenza fragile e informale, evocheranno le “rovine” della quotidianità contemporanea. Questa installazione è destinati a degradarsi e infine a scomparire, sotto l’influenza degli agenti atmosferici, «Un sacrificio estremo che gli artisti hanno scelto di compiere», prosegue il curatore, mettendo in evidenza la carica di significato del processo di deterioramento, che «Riflette la transitorietà della vita e l’inevitabilità del cambiamento, incarnando una filosofia che celebra l’impermanenza e la bellezza dell’effimero».

La luce naturale mette invece in risalto gli scatti fotografici di Terre Rare, tra celle decadenti e scritte incise dai reclusi. La musica e il suono, elementi cruciali dell’installazione, accompagneranno il pubblico in un’esperienza sensoriale completa, ispirata alle riflessioni fenomenologiche di Maurice Merleau-Ponty.

Tra i dispositivi artistici, presente anche Jonchets, o Sciangai, un’opera collettiva a cura delle giovani artiste dell’Accademia di Belle Arti di Roma, che invita a non arrendersi di fronte alle crisi sociali e ambientali contemporanee. «Sta a tutti noi – dichiarano – provare a sfilare dalla complessità della quotidianità, ad uno ad uno, il maggior numero possibile di paure e fragilità, cercando un movimento di con-tatto ed e-mozione».

Qui tutti gli artisti partecipanti: Sergio Mario Illuminato (pittura e scultura), Rosa Maria Zito (scenografia e fotografia), Roberto Biagiotti (cinema), Lucia Bendia (teatro), Patrizia Cavola e Ivan Truol (coreografie), Camilla Perugini e Nicholas Baffoni (danza), Andrea Moscianese (musica), Davide Palmiotto (design suono), Roberta Melasecca (editoria), Gino Potini (design luci). Le giovani artiste della Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Roma diretta da Alessandra Maria Porfidia sono Vittoria Andreacchi, Rossella Antezza, Maria Vittoria Rocchi, Violetta Totaro. Gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Statale Piaget-Diaz di Roma coordinati da Serena Santilli.

 

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