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Ipercorpo 2023, a Forlì il festival che reclama la presenza: il programma
Arti performative
di redazione
Dopo la sospensione delle attività causata dall’alluvione dello scorso maggio in Emilia-Romagna, Ipercorpo, Festival Internazionale delle Arti dal Vivo, torna dal 14 al 17 settembre 2023 a Forlì, negli spazi rinnovati di EXATR e all’Arena Forlivese. Il tema di questa 19ma edizione è InPresenza, per riflettere sulla necessità di continuare a lavorare sullo sviluppo di un rapporto diretto e non mediato tra il pubblico, gli artisti e le opere.
Ipercorpo 2023: un manifesto InPresenza
«Da 19 edizioni invitiamo singole persone o collettivi a proporre il loro lavoro a Ipercorpo. Credo che – tentando di declinarla in vari modi – ci siamo sempre occupati della stessa cosa. Creare delle condizioni specifiche per vivere una esperienza attraverso il fatto artistico», ha dichiarato Claudio Angelini, direttore artistico di Ipercorpo. Potrebbe apparire scontato dal momento ci occupiamo di spettacolo e arti dal vivo. E invece non lo è affatto. Stiamo attraversando una fase minacciosa che vuole palesemente affermare tutto il contrario. Quali contorni assume questa minaccia? Molteplici. Ne elenco solo alcuni», ha continuato Angelini, descrivendo una sorta di manifesto di impegno di Ipercorpo. «Lo streaming è il futuro di ogni esperienza estetica. I musei e i teatri sono come aziende e dunque vanno riempiti ed hanno clienti da soddisfare. L’esperienza artistica va consumata come un qualsiasi prodotto. I numeri sono l’unico elemento oggettivo di valutazione (in un’epoca che cancella voci autorevoli, le delegittima, e si affida ad algoritmi per deresponsabilizzare chiunque rispetto alle decisioni da prendere in ambito di strategia culturale). La comunicazione è uno strumento indispensabile, come se non ne avessimo abbastanza. La creazione invece, se non è correttamente comunicata, è un fatto residuale».
«Noi vogliamo continuare a difendere un avamposto che cura il rapporto vivo, fulminante e insostituibile fra artisti e pubblico. Che lascia spazi segreti, che non interroga con questionari di gradimento, che permette un tempo personale di sedimentazione, che rischia il fallimento come un ricercatore in laboratorio, libero da pressioni esterne. Vogliamo interessarci di ciascuno lasciando aree di silenzio, puntando su una libertà di presenza e su una costruzione condivisa dell’esperienza estetica. Non ci interessa intrattenere e nemmeno trattenere. Ci interessa creare una palestra di cittadinanza lontana dai luoghi di consumo. Ci interessa una presenza che contempla – nel suo attraversare il festival – anche un orizzonte di sparizione, cioè contempla un massimo rischio. L’arte che riconosciamo non cerca alcun consenso. Ci fa affondare i piedi nella condizione dell’umano».
Il programma
La Sezione Teatro e Danza, curata da Mara Serina, Valentina Bravetti e Claudio Angelini, aprirà la programmazione degli ospiti internazionali con OR TO BE (14 settembre) di Jean Gaudin, coreografo e danzatore francese, e Markéta Stránská, danzatrice e coreografa ungherese con disabilità. Seguirà la nuova produzione di Città di Ebla in coproduzione con PinDoc, BRAVE, di Paola Bianchi e Valentina Bravetti (15 e 16 settembre).
Riconfermato anche il regista e coreografo israeliano Sharon Fridman con GO FIGURE Excerpt (16 settembre), altro lavoro sulla diversità in cui il danzatore “riconosce” il funzionamento del proprio corpo e lo trasforma in un ponte per connettersi con l’altro. Sarà quindi la volta del coreografo Carlo Massari / C&C Company con il solo di danza in anteprima regionale BASTARDO (17 settembre), che sarà proposta a Ipercorpo in un momento inedito, cioè alternando il lavoro del danzatore alle riflessioni sulla scena teatrale contenute nel libro Logosomia. Kafka Joyce Céline. Il teatro di Città di Ebla (editore AkropolisLibri) in occasione della presentazione del volume.
La sezione dedicata alla musica, curata da Davide Fabbri ed Elisa Gandini, proporrà i lavori di alcuni musicisti eclettici e visionari, come il polistrumentista Dario Neri, la trasversale chitarrista e cantante Sara Ardizzoni, l’AUDIARIO di Elisa Gandini e Davide Fabbri, Matteo Scaioli, e i Rio Sacro, la band fondata da Edoardo Commodi e Norberto Becchetti.
La sezione Arte, a cura di Davide Ferri in collaborazione con Miral Rivalta, propone il ciclo Presentarsi all’appuntamento: una serie di incontri con artisti visivi e opere che nell’ultima giornata di festival andranno a costituire un’unica mostra. Le presentazioni si svolgeranno in orario pre-serale all’Arena Forlivese e in EXATR e gli artisti invitati in questa edizione sono Victor Fotso Nyie (14 settembre), con una serie di teste che derivano dall’assemblaggio di elementi eterogenei; Matteo Fato (15 settembre), con lavori che “affrontano” lo spettatore come i soggetti dipinti (tigri nel momento che precede un attacco), trasformando essi stessi in “immagini in agguato”; Marta Roberti (16 settembre), che realizza installazioni che rappresentano la soglia in cui il buio diventa immagine, fragile e vibratile, con figure di animali che appaiono tra elementi vegetali; Francesco Bendini (17 settembre), la cui opera si dispiegherà sul pavimento e sarà composta di piccoli agglomerati di porcellana.
A Palazzo Romagnoli, sede della Collezione Verzocchi di Forlì (corposa raccolta di dipinti di maestri del ‘900) si parlerà di arte e lavoro con gli artisti Silvia Camporesi, Matteo Fato e Franco Guerzoni, invitati a condurre una visita guidata speciale, il 17 settembre, durante la quale racconteranno al pubblico un’opera della collezione a loro scelta.
Per il programma completo, potete dare un’occhiata qui.