La quinta edizione di
Traffic è all’insegna del verde. Come il colore leader dell’anno mondiale del design a Torino, ma qui declinato in chiave ambientalista. Un esempio su tutti: il
Green Bar, un locale a impatto zero che, posizionato nell’area concerti del Parco della Pellerina, cercherà di ridurre il suo consumo di energia non rinnovabile con l’aiuto del vicino impianto a pannelli fotovoltaici, sistemato sul palco.
Così, tra una battuta e l’altra di lento trip hop targato
Tricky (10 luglio), uno scatenato concerto dei redivivi
Sex Pistols (11 luglio) e un duetto tra
Afterhours e l’icona del pre-punk
Patti Smith (12 luglio), si tenterà di non fare troppi danni all’ambiente.
Di quest’ultima si potrà anche apprezzare, nella cornice della Marena Rooms Gallery, l’omaggio fotografico che il pittore e fotografo bolognese
Fabio Torre le ha tributato negli ultimi anni, cogliendo in drammatici chiaroscuri una Patti Smith diversa, tornata dai primi anni ’90
on the stage dopo un periodo di silenzio. E poi dipinti e disegni ispirati agli anni ’70, in particolare alla sua New York, quella degli ultimi poeti beat, del sodalizio umano e artistico con il fotografo
Robert Mapplethorpe, della Factory di
Andy Warhol, del movimento punk e dei
Velvet Underground.
Dunque, il punk. Poetica del degrado e al tempo stesso di riscatto d’una generazione, con tanto di rassegna cinematografica curata dal giornalista e scrittore Marco Philopat: è questo l’altro tema portante, oltre al design, che sorregge l’edizione più lunga di sempre del festival, reso
limited edition dalla sua partnership con
Torino World Design Capital.
Dagli sconfinamenti a Milano e Biella con i
Justice e i
Baustelle (7-8 luglio) fino alle prime luci dell’alba di domenica 13 luglio, quando si terrà la
Notte verde, il grande party conclusivo nel foyer del PalaIsozaki, con l’acid house dei tedeschi
Alter Ego, la techno del texano
Matthew Dear (qui col progetto
Audion) e la neodisco dei newyorkesi
Hercules and Love Affair, saranno sei giorni di eventi gratuiti.
Inaugurazione ufficiale il 9 luglio nell’area delle ex Ogr con la sonorizzazione dal vivo, da parte dei rinati
Massimo Volume, di un classico del cinema muto:
La Chute de la Maison Usher. Seguirà la performance
God is a designer/designer is a dj del designer italiano più glamour,
Fabio Novembre, capace di ridisegnare lo spazio delle Officine Grandi Riparazioni con una selezionata architettura musicale.
Traffic design, la sezione curata dallo studio
brh+, si accompagnerà ad altri due incontri-conferenza alla sede della Bnl: uno di
Klaus Voormann, il cosiddetto “quinto Beatles”, perché leggendario autore nel 1966 della celebre copertina per l’album
Revolver del quartetto di Liverpool. L’altro del francese
David Dessen, in arte
Sanch, progettista di un particolare software in grado di interagire con l’ambiente che, nel corso della serata al PalaIsozaki, produrrà in tempo reale immagini video sincronizzate al suono. E poi, ancora, nel cortile del Rettorato, gli arredi sonori del marchio Gibson e l’esposizione di cinque suoi modelli di chitarra elettrica, firmati da
Botto&Bruno,
Daniele Galliano,
Paolo Grassino,
Paolo Leonardo e
Pierluigi Pusole alla Galleria Allegretti.
Infine,
Traffic Art, l’altro grande filone del festival dedicato all’arte contemporanea, a cura di Luca Beatrice, presenterà i designer del punk: da Guido Costa Projects ci sarà
Jamie Reid, disegnatore delle copertine dei dischi dei Sex Pistols, alla sua prima mostra antologica in Italia; mentre alla Galleria In Arco sarà il turno delle realizzazioni grafiche di
Raymond Pettibon per la SST Records, una casa discografica indipendente californiana, insieme alle immagini del sottobosco punk di Manhattan, immortalate dagli scatti di
Richard Kern.
Anche la Fondazione Sandretto darà il suo contributo al
Torino Free Festival con l’esposizione dei disegni mentalmente disturbati del cantautore e artista americano
Daniel Johnston e la proiezione del documentario
The Devil and Daniel Johnston.