La fotografia? E’ donna

di - 9 Giugno 2006

Nell’aprile del 1966 iniziava il mio lavoro professionale presso lo studio Salodini, con mansione di grafico. La fotografia era già presente nei miei interessi, come la pittura, il teatro, il cinema ed il design. Quarant’anni sono passati, quarant’anni di lavoro svolto con passione e con molte soddisfazioni. Anche collezionare con amore, credo sia un’opera d’arte”. Con queste parole Ken Damy presentava una selezione della sua collezione privata, esposta a Brescia nel museo che porta il suo nome. Una figura eclettica, quella di Damy, fotografo egli stesso, ma da sempre impegnato a promuovere l’amore e la passione per la fotografia contemporanea, prima con varie gallerie, poi –dal 1990– con la fondazione del museo bresciano. E con un’attività frenetica, circa quaranta mostre personali all’anno, con autori internazionali del livello di Mario Giacomelli, Lucien Clergue, Jeff Dunas, Franco Fontana, John Florea, Christian Vogt, Victor Skrebnesky, solo per fare qualche nome. E poi incontri, workshop, una ricca attività editoriale e didattica. Di qui l’idea di dare organicità a queste attività, e di creare un momento di approfondimento, ma anche di promozione e comunicazione, con la nascita della Biennale Internazionale della Fotografia di Brescia. Un “numero zero” nel 2002, con un incoraggiante sostegno da parte delle istituzioni e un grande interesse del pubblico, e poi la prima edizione –consolidata e strutturata– nel 2004, che si allarga a molti spazi, pubblici e privati, della città, e proietta Brescia nell’olimpo degli eventi fotografici a livello internazionale. Alla Biennale d’Arte del Leone (di Venezia), si affianca la Biennale di Fotografia della Leonessa (d’Italia).
Si inaugura oggi la seconda edizione, intitolata Appunti per una storia della fotografia al femminile. Una rassegna che si propone di m etter in risalto un patrimonio di cultura e creatività che traspare dalla storia della fotografia internazionale fin dagli albori e che, per oltre centocinquant’anni, ha imposto un modo spesso assolutamente diverso di vedere. Una storia della fotografia osservata da angolature diverse che non mancherà di stupire per genialità e sensibilità, per innovativi atteggiamenti e libertà espressiva. 30 mostre, oltre 1000 immagini esposte in prestigiosi spazi pubblici e privati, con le autrici più significative della fotografia internazionale dal 1860 ad oggi. E –fatto non trascurabile– con tutte le opere delle autrici storiche presentate in originali d’epoca (vintage).
La mostra principale –che costituisce anche una summa di tutta la manifestazione, curata da Ken Damy, Giuliana Scimé e Mario Trevisan– va in scena al Museo di Santa Giulia, con oltre trecentocinquanta immagini, provenienti da tutto il mondo. Dalla pioniera Julia Margaret Cameron, che a metà Ottocento produsse ritratti di intensa bellezza, alla giovane cinese Cui Xiuwen e alla giapponese Shinako Sato, fra le più interessanti proposte contemporanee. Il complesso percorso tocca i punti focali dei generi in fotografia e attraversa le diverse culture d’Europa e America. Il fotogiornalismo, con maestre come Berenice Abbott, Margaret Bourke White, Dorothea Lange, Letizia Battaglia, oppure declinazioni più introspettive, come quelle di Francesca Woodman e Sally Mann; o autoreferenziali, come in Cindy Sherman e Orlan. Non mancano fotografe attente al mondo della moda, da Lillian Bassman a Louise Dahl-Wolf, Deborah Turbeville, Sarah Moon. E poi le sperimentatrici, come Lucia Moholy e Toni von Haken, o artiste non omologabili, come Eleonor Antin e Shirin Neshat.
Difficile citare tutte le iniziative previste dalla manifestazione, che coinvolge anche molte gallerie private con una mobilitazione che la dice lunga sull’attenzione della città per questa iniziativa. Nel nuovo spazio espositivo del Piccolo Miglio del castello – recentemente ristrutturato appositamente per l’arte contemporanea- Massimo Minini, Alberto Peola e Valerio Tazzetti presentano opere di alcune delle artiste più significative del panorama internazionale, con lavori di grandi dimensioni. I nomi? Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Monica Carocci, Candida Höfer, Karen Knorr, Paola De Petri, Sophy Rickett, Daniela Rossell, Sandy Skoglund. Ancora, il Museo di Santa Giulia ospita la mostra Perfume de mujer – Fotografia messicana, a cura di Giuliana Scimé, con immagini di Tina Modotti (la grande caposcuola), Lola Alvarez Bravo, Mariana Yampolski, Flor Garduño, Daniela Rossell. Da segnalare poi l’antologica di Francesca Woodmann da Massimo Minini, la mostra Ritratti, di Martine Frank e Florence Henri, alla Galleria dell’Incisione, Rane in pancia di Armida Gandini, alla Fabio Paris Art Gallery, e la collettiva “all italian” donnamadrebambina, alla Galleria Nuovi Strumenti, con opere di Elena Arzuffi, Annalisa Cattani, Paola di Bello, Barbara Faessler, Armida Gandini, Silvia Levenson, Marzia Migliora, Ottonella Mocellin, Liliana Moro, Cristina Pavesi. Un programma dunque ricchissimo e tutto da scoprire, per una manifestazione che è ormai una certezza.

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massimo mattioli


Inaugurazione: venerdì 9 giugno 2006 – ore 17
Dal 9 giugno al 14 settembre 2006 – Brescia, sedi varie
Orari: da martedì a domenica dalle ore 10 alle 18 – lunedì chiuso
Le diverse mostre possono avere durata e orari differenti
Consultare sempre il programma al sito web: www.museokendamy.com
Ufficio stampa Biennale tel. 030 3758370 – e-mail: biennalefotografia06@alice.it
Organizzazione segreteria, Museo Ken Damy tel. 0303750295
e-mail: info@museokendamy.com


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  • ... quando nel nome della donna si ottengono finaziamenti pubblici con facilitá...

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