ChiuderĂ con una doppia lettura la mostra âMetamorfosiâ, esposizione di JadĂ© Fadojumi, Wade Guyton, Jacqueline Humphries, Liza Lacroix, Zoe Leonard, Meuser, Marcel Odenbach, Seth Price, Stephen Prina, Monika Sosnowska, Kelley Walker e Christopher Williams, alla Zweigstelle Capitain di Roma. Il 27 ottobre, in occasione del finissage, infatti, sarĂ presentato, con letture di Nora Iosia, lâultimo romanzo di Isabella Ducrot, âI ventidue luoghi dello spiritoâ, edito da Quodlibet. A seguire un poetry reading di Angelica Ippolito e Diana Tejera dedicato alla grande Patrizia Cavalli, poetessa e scrittrice scomparsa nel giugno 2022. Insomma, voci che traducono parole che riportano a sensazioni e pensieri, in un ciclo continuo e soffuso di trasformazioni e passaggi di stato e di forma. Come quelle della galleria Gisela Capitain che ha due sedi a Colonia, in Germania, ma anche uno spazio dislocato a Roma, anzi una succursale, Zweigstelle appunto, in via dei Volsci, che tra qualche tempo si sposterĂ in qualche altro luogo, assumendo altre conformazioni e aprendo nuove prospettive.
Dâaltra parte, il cambiamento era giĂ allâorigine, anzi, da prima ancora: fondata nel 1986, la galleria deriva infatti dallâesperienza del Kippenbergerâs Office, il mitico studio di Martin Kippenberger e Gisela Capitain, la risposta tedesca alla Factory di Andy Warhol. Lâatmosfera di work in progress si respira anche da Zweigstelle Capitain, che si trova in unâex bottega nel quartiere San Lorenzo, lungi dal proporsi come il tradizionale white cube da gallerie. «Ci sforziamo di interagire con un pubblico interessato cultura, inclusi curatori, scrittori, artisti, musicisti, filosofi, collezionisti e di aprire un dialogo con la scena artistica locale», spiegano. «Con il nostro programma che accompagna la mostra stiamo invitando artisti locali impegnati nella musica, nella poesia o nella danza, per creare una comunitĂ che, si spera, possa durare anche al di lĂ del nostro passaggio».
Per âMetamorfosiâ, il secondo appuntamento romano, la Galerie Gisela Capitain ha presentato dunque un gruppo di opere che trattano temi connessi con lâidea di Zweigstelle, partendo dalla famosa storia del maestro Zhuang Zhou e del suo sogno di essere una farfalla oppure di essere un uomo. I lavori in esposizione, dunque, giocano sullo scivolamento dei livelli di significato e sui cambiamenti di prospettiva dovuti a dislocazione, ricontestualizzazione e anche di alienazione, tra sradicamento, nazionalitĂ , appartenenza e identitĂ . La mostra Ăš stata accompagnata da un programma di talk e di performance sonore e di danza. La chiusura sarĂ invece affidata al potere metamorfico delle parole.
Van Gogh CafĂ© Opera Musical: al Teatro Brancaccio di Roma, un nuovo spettacolo di Andrea Ortis che riporta il grande…
I giganti del mercato mondiale in dialogo con il lusso e i capolavori degli artisti local, per un'offerta ovviamente glocal…
Il Giardino delle Camelie di Boboli, un gioiello di arte e botanica, riapre stabilmente al pubblico dopo i restauri, con…
Ci sono i grandi nomi del design italiano e internazionale in vendita da Cambi, a Milano. Sguardo in anteprima agli…
Il taglio del 12% al bilancio culturale per il 2025-2026 colpisce trasversalmente uno dei settori trainanti di Berlino, minacciando lo…
La Galleria Umberto Di Marino di Napoli ospita una retrospettiva dedicata a Betty Bee, artista che esplora il mondo femminile…