Ho iniziato come artista producendo, tra gli anni ‘80 e ’90, oltre trenta mostre personali e partecipando a più di cinquanta collettive. Negli stessi anni, in qualità di editore, con altri soci ho dato vita alle case editrici Il Quadrante, specializzata in arte contemporanea, e Lindau, in cinema. Oltre alle riviste mensili “Mostre e Musei”, “Contemporanea” e “Anteprima Torino”, che firmavo con lo pseudonimo di Beau Rostand. Collaboravo anche come gallerista nelle scelte di una sede torinese. Svolgevo tre lavori contemporaneamente e talvolta anche quello di critico, organizzatore di eventi e altro ancora. Nel 2000 ho sentito la necessità impellente di interrompere questo modus operandi schizofrenico, decidendo di lasciare queste professionalità e concedendomi una lunga pausa di riposo.
E poi?
Da un giorno all’altro ho chiuso il mio studio d’artista, ho ceduto le quote delle società e ho interrotto il rapporto con la galleria. La mia poliedrica esperienza mi ha aiutato a trovare uno sbocco quasi immediato. La Regione Piemonte, dalla fine degli anni ’90, si era avviata verso un programma di decentramento artistico-culturale. Fra i luoghi prescelti compariva Il Filatoio di Caraglio, così sono stato convocato per la direzione artistica e la conseguente programmazione. Ho dato vita al CeSAC – Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee dove, in otto anni, ho organizzato e curato oltre trenta mostre personali, collettive e tematiche.
Torniamo a Verbania. L’esempio è senza dubbio positivo: investire sull’arte contemporanea e al contempo di salvaguardare il patrimonio storico locale. Un modello da esportare?
Penso che tutte le “piccole” realtà italiane possano avvalersi del modello che andremo a sperimentare a Verbania, che nasce da un’idea embrionale che avevo già espresso al Filatoio. Attraverso sponsor pubblici e privati cercheremo di coniugare l’avanguardia con le realtà storiche del luogo, salvaguardando innanzitutto la qualità, l’internazionalità e l’interdisciplinarietà dei progetti.
Il CeSAC è stata un’esperienza sui generis. Dal nulla abbiamo creato una realtà che ora è riconosciuta in ambito internazionale. A Verbania seminiamo su un campo già arato, dissodato e fertile. Basta pensare che sul lago Maggiore vi transitano oltre un milione di visitatori all’anno. A Caraglio il turismo l’abbiamo creato noi. Dopo i restauri di ammodernamento, riapriamo la Villa con un evento intitolato Flower-Power, mentre nel 2010 sarà la volta di Romantic e nel 2011 di Nubi. Ogni mostra sarà tematica e trasversale attraverso esperienze che coinvolgeranno i cinque sensi, con opere dal passato a oggi.
Artisti locali emergenti?
Ho sempre proposto nomi di giovani artisti, non pensando alle mode ma alla qualità. Sono stato fra i primi a esporre Vedovamazzei, Guillaume Paris, Trevor Gould, Caretto & Spagna, Nico Vascellari, Masbedo e molti altri, che continuo a seguire e a proporre quando si presenta l’occasione. Non amo fare mostre che siano esclusivamente lunghi elenchi di artisti in auge, che non dialogano fra loro o sono antitetici. La comunicazione con il pubblico è per me l’obiettivo primario e, se voglio inserire un artista locale, purché valido, lo faccio con grande libertà.
Quali scelte sono state fatte per rendere idonee le sale espositive della Villa?
Ho lavorato in stretta collaborazione con Cristiano Isnardi, con cui in passato abbiamo realizzato la mostra su Victor Vasarely alla Triennale Bovisa. A Villa Giulia abbiamo eliminato tutti i particolari di disturbo dalle sale espositive, ripensato i percorsi, la biglietteria, il bookshop e l’illuminazione notturna. Abbiamo eliminato l’impianto di riscaldamento a terra, rendendolo aereo, e messo in sicurezza tutti gli ambienti. Insieme penseremo anche agli allestimenti e agli eventi del parco.
Parliamo di budget: chi finanzia l’impresa?
L’attività espositiva è sovvenzionata principalmente dalla Regione Piemonte, con una finanziamento triennale. Le utenze e il personale sono a carico del comune di Verbania.
Dal punto di vista della gestione, com’è costituito lo staff? Oltre al direttore artistico, quante persone lavorano a Villa Giulia e con quali ruoli?
Lo staff è snello come sempre: una segreteria organizzativa interna con Stefania Inverso, un ufficio stampa con Giuseppe Galimi, un settore immagine e comunicazione con Roberta Alba e un settore didattico con Mauro Biffaro, Vezio Tomasinelli e la sua associazione Velan. Coniugheremo e creeremo una sinergia comune per artisti italiani e internazionali che potranno essere attivi fra Torino e Verbania.
In Piemonte si sta investendo abbastanza sull’arte contemporanea? Qual è il suo punto di vista, dall’osservatorio decentrato di cui dispone?
Il Piemonte è al centro di un grande progetto culturale in atto da tempo e riconosciuto internazionalmente. L’assessore Gianni Oliva, con il suo staff, ha dato l’accelerata definitiva. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’incredibile successo di Artissima, la meraviglia di Venaria Reale, Vercelli e il Guggenheim e altri progetti straordinari come il Museo del Cinema. Per me e per i miei progetti è vitale stare all’interno di una progettazione così vasta, così forte, così europea, supportata anche dalla vicinanza della Gam di Torino, del Castello di Rivoli, di Palazzo Bricherasio e della Fondazione Sandretto. Tutto ciò che ho realizzato in questi anni e che realizzerò in futuro non avrebbe avuto la stessa risonanza se fosse stato seminato in un deserto privo di cultura.
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Una domanda a Busto ? Ma chi negli anni 90 ha comprato le sue opere di artista, ora che se ne fa?? E' disposto a fare un atto di responsabilità e a predersele indietro ?
Questa è informazione poco corretta...Non me lo aspettavo da Exibart!
Per Andrea Busto.
Caro Andrea,sorrido leggendo la tua presentazione perchè il tuo passato lavorativo non è proprio come lo racconti.
Amnesia o licenza poetica?