La Pinacoteca Agnelli si apre alla contemporaneità: le nuove mostre

di - 12 Marzo 2022

Mostre temporanee e focus sulla collezione, progetti site specific e collaborazioni con istituzioni italiane e internazionali, con un’anima dedicata alla contemporaneità, ai suoi temi e alle sue suggestioni: la Pinacoteca Agnelli presenta il suo nuovo corso, a guida della neodirettrice Sarah Cosulich, proponendosi come un centro culturale dinamico e multidisciplinare, votato non solo all’inclusione e alla partecipazione ma anche all’ampliamento dell’immaginario legato alla storica sede, tradizionalmente riferita al tipo maschile della fabbrica e dell’automobile.

L’istituzione si dota di una nuova identità visiva, che mantiene gli elementi chiave dell’identità storica di Pinacoteca trasformandoli per rispondere alla sua nuova direzione programmatica. Nel nuovo logo di Pinacoteca, la “A” di “Agnelli”, pur restando presente, diventa minuscola, proprio per sottolineare la nuova direzione dinamica e contemporanea. L’identità visiva sottolinea l’apertura della programmazione della Pinacoteca sulla Pista 500: la forma circolare del logo deriva dalla curva stessa della pista.

La nuova programmazione prenderà avvio ufficialmente il 27 maggio e sarà incentrata su due figure femminili tra le più rappresentative del percorso dell’arte contemporanea – ma anche dei cambiamenti della società – dal Novecento ai giorni nostri. Il nuovo programma si estenderà anche all’iconica pista panoramica sul tetto del Lingotto, tra le 40mila piante di oltre 300 specie autoctone che la rendono il parco pensile più alto d’Europa.

A 20 anni dall’inaugurazione dell’allestimento dello Scrigno di Renzo Piano, la Pinacoteca introduce il progetto espositivo “Beyond the Collection”, dedicato alla rilettura e riattivazione della sua collezione permanente. «Partendo ogni volta da un’opera diversa messa in relazione con altre, provenienti da istituzioni internazionali, la Collezione Agnelli diviene punto di partenza privilegiato per una riflessione sulla storia dell’arte e sulla storiografia, oltre che strumento critico per approcciarsi al presente», spiegano dalla Pinacoteca.

Dora Maar, Self-portraits, 1935 ©Galerie Johannes Faber, Vienna

Primo appuntamento il 27 maggio, dedicato a una delle coppie più affascinanti e complesse della storia dell’arte, Pablo Picasso e Dora Maar, in collaborazione con Fondation Beyeler di Basilea. Il ritratto di Picasso Homme appuyé sur une table (1915-1916), conservato in Pinacoteca, viene messo per la prima volta in dialogo con la serie di ritratti di Picasso degli anni Trenta raffiguranti Dora Maar, provenienti dalla Fondation Beyeler. Allo stesso tempo, insieme alle tele, viene presentata anche una selezione di fotografie della stessa Maar. Il progetto espositivo, a cura di Sarah Cosulich, Lucrezia Calabrò Visconti e Beatrice Zanelli, porta alla luce Dora Maar non solo come soggetto della rappresentazione di Pablo Picasso ma come artista centrale nella storia dell’arte del Novecento e importante punto di riferimento intellettuale per la pratica artistica di Picasso.

Sylvie Fleury, Walking on Carl Andre, 1997. Still da video. Courtesy dell’artista

Il terzo piano ospiterà mostre ideate e prodotte da Pinacoteca, sia progetti monografici dedicati ad artiste e artisti contemporanei che collettive focalizzate su percorsi transtorici e multigenerazionali. Sempre il 27 maggio, a cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, aprirà “Turn Me On”, mostra dedicata all’artista Sylvie Fleury. Punto di riferimento per le pratiche emergenti, negli ultimi 30 anni Fleury, nata nel 1961 a Ginevra, ha portato avanti una ricerca poliedrica che elude correnti e categorie. Attraverso una molteplicità di media, dalla scultura alla pittura al neon all’installazione, Fleury per la costruzione del suo vocabolario attinge a oggetti e immaginari provenienti dall’ambito della moda, della fantascienza, delle sottoculture pop, indagando i meccanismi di costruzione del valore e la fabbricazione di desideri della società contemporanea.

Sylvie Fleury, Pleasures, 2001 Courtesy dell’artista Foto: Diego Sanchez

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