Non più solo strumento riferito a un utilizzo esclusivo o specializzato, la tecnologia ormai è subentrata nella nostra quotidianità, affiancandoci in ogni tipo di attività. Una simbiosi di funzioni, compiti e ruoli dai confini sempre più sfumati. Ed è proprio su questo rapporto critico che è incentrato il nuovo Spazio Vitale, che aprirà a Verona dal 13 ottobre, in occasione di Art Verona, con una mostra dell’artista greco Theo Triantafyllidis, curata da Domenico Quaranta. Il progetto nasce da un’idea di Davide Bonamini, fondatore insieme a Davide Giarolo di VTENEXT, software house italiana con sedi a Verona, Milano e Londra. Nei suoi 600 metri quadrati saranno organizzati laboratori, seminari, momenti di incontro e di dibattito, oltre a eventi espositivi dedicati alle arti contemporanee, con una particolare attenzione a quelle che mettono in campo un’indagine sul rapporto tra uomo e tecnologia.
«Siamo emozionati nell’aprire le porte di Spazio Vitale nel cuore di Verona», ha affermato Bonamini. «Vorremmo stimolare una riflessione che diventa sempre più urgente e portare avanti una progettualità che possa toccare vari ambiti disciplinari, perché vengano proposti sia dei quesiti, che delle soluzioni che siano inerenti a tutti i momenti della nostra vita», ha continuato Bonamini, citando i contributi di Francesca Turco, psicologa e psicoterapeuta, Francesco Varanini, presidente di Assoetica, già docente di Informatica Umanistica presso le Università di Pisa e di Udine, e Domenico Quaranta, critico d’arte, curatore e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, oltre che di altri ospiti internazionali che prenderanno parte al progetto. L’idea di aprire un luogo dedicato alla riflessione sul dialogo tra esseri umani e tecnologia è nata durante la pandemia, «Quando la sovraesposizione alla strumentazione tecnologica porta il gruppo a ragionare sulla necessità di uno spazio fisico che permetta di incontrarsi e diventare una fucina di idee in merito a queste tematiche, aprendosi al pubblico con momenti di incontro e condivisione».
Come primo appuntamento, Spazio Vitale presenterà Sisyphean Cycles, progetto espositivo di Theo Triantafyllidis, in cui vengono riunite in un’unica installazione quattro simulazioni virtuali dell’artista greco: Ork Haus (2022), Radicalization Pipeline (2021), Ritual (2020) e Bug Sim (Pheromone Spa) (2022). Le opere guidano lo spettatore in un percorso narrativo articolato, scandito da ecosistemi – mondi programmati dall’artista in modo tale da modificarsi secondo un comportamento autonomo.
Le live simulation di Theo Triantafyllidis sono esempi significativi di world building, una pratica creativa oggetto di crescente interesse in ambito artistico, filosofico e letterario. Si tratta di software di simulazione che danno vita ad ambienti digitali immersivi, a volte automatizzati, altre volte interattivi, che possono assumere varie forme e adattarsi a diversi display, dalla realtà virtuale alla realtà aumentata alla video installazione. Triantafyllidis si serve di questo mezzo per raccontare criticamente la realtà contemporanea, dando evidenza alle conseguenze individuali e sociali delle tecnologie di comunicazione sull’essere umano, ma anche per simulare realtà alternative che partono da condizioni radicalmente differenti.
In occasione dell’apertura di Spazio Vitale e della mostra di Theo Triantafyllidis, sono in programma anche tre incontri. Il ciclo, dal titolo La macchina non basta, vedrà Francesco Varanini e Domenico Quaranta confrontarsi pubblicamente con professionisti attivi in ambiti disciplinari diversi, accomunati da una riflessione critica sul rapporto tra umano e tecnologie digitali. Tra gli ospiti, Federica Patti e Federico Cabitza.
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