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L’album particolare della mente
Progetti e iniziative
Proseguendo il lavoro legato al tema dell’archivio, nella sua ultima mostra alla Fondazione VOLUME! di Roma Gianfranco Baruchello propone sedici fototessere di persone sorvegliate dalla polizia tra gli anni ’30 e ’50. In questione non è il mero riconoscimento, reso impossibile dal tempo e dall’ingrandimento fatto dall’artista. Ma la possibilità e il senso del ricordo, il cui potere è contenuto in ogni immagine
Il risultato di questo processo temporale è un asservimento fisico dell’immagine al potere incontrollabile del tempo, che diventa simile ad un oggetto metallico risucchiato da una patina di ruggine. «L’operazione iniziale di Baruchello è stata “semplice”: dare una statura e una dimensione fisica adeguata a delle foto raccolte in uno schedario, ridare presenza a queste persone che presumibilmente avevano subito un arresto, o comunque un controllo, per motivi politici», scrive il curatore Silvano Manganaro, l’azione di Baruchello è minima, laddove con questo aggettivo non si intende un’azione semplice o povera di significato. Le dimensioni capillari di un’immagine d’archivio diventano quelle di gigantografie che, strappate dalla loro dimensione storica e cronologica, dialogano con lo spazio della Fondazione VOLUME! appositamente plasmato per accoglierle. I corridoi si restringono, i vani di dimezzano, lasciando il posto a tanti piccoli cubicoli simili a celle cimiteriali, come i tanti, piccoli cassetti della nostra memoria, per l’appunto.