L’architetto italiano più conosciuto nel mondo non era architetto. Nonostante la cattedra -dal 1964 al 1976- di professore ordinario di composizione presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, istituto che diresse dal 1972 al 1974, Carlo Scarpa non era laureato in architettura. E spesso il suo tavolo di lavoro era quello della cucina di casa, da dove però uscirono alcuni dei capolavori dell’architettura italiana del Novecento. A cento anni dalla nascita, l’Italia si appresta a celebrare Scarpa con una serie di manifestazioni –fra il 2 e il 4 giugno- che non ha precedenti per articolazione, completezza e diffusione territoriale. Mostre, itinerari, presentazioni, convegni, restauri, pubblicazioni, archiviazioni, per dare finalmente organicità all’enorme mole di documenti e progetti lasciata dal genio veneziano. Il fulcro di questa grande macchina celebrativa è Treviso, dove il 2 giugno –data esatta del centenario– si inaugura il Centro Carlo Scarpa, dove troveranno collocazione e accesso pubblico buona parte dei 30 mila disegni di Scarpa, che la DARC –promotrice dell’iniziativa con la Regione Veneto- ha acquisito nel 2001 dal figlio Tobia per il nascente Museo MAXXI. All’interno del Centro, allestito presso l’Archivio di Stato di Treviso su progetto dell’architetto Umberto Riva, una galleria espositiva permanente presenterà al pubblico, a rotazione, serie tematiche di disegni autografi. In occasione dell’apertura vengono presentati alcuni dei più affascinanti fogli del maestro, selezionati fra i più significativi progetti realizzati e oggi visitabili.
Il Centro Carlo Scarpa è anche pensato come baricentro di una rete di archivi, collegati on-line, con il MAXXI architettura di Roma –che sta pro
Nella Tre giorni con Carlo Scarpa saranno aperti al pubblico tutti i Luoghi Scarpiani d’Italia, compresi quelli che, come le case private, di norma risultano inaccessibili, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia. Fra questi il Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio” di Vicenza, che conserva la Fototeca Carlo Scarpa, la più completa raccolta esistente di fotografie che documentano le realizzazioni scarpiane dal dopoguerra a oggi. Tappa fondamentale anche il Museo di Castelvecchio a Verona, che conserva l’altro fondamentale nucleo di 657 fogli scarpiani, collegati al celebre riallestimento del museo scaligero commissionato da Licisco Magagnato a partire dal 1957.
Presso Castelvecchio, la Regione del Veneto ha altresì depositato gli oltre mille disegni di Carlo Scarpa acquistati dal 2002 dai suoi artigiani, amici e allievi. Sempre nell’ambito delle celebrazioni è prevista l’esposizione di selezioni di disegni originali di Scarpa collocati nelle sale espositive nei luoghi oggetto di suoi interventi. A Roma, presso il Museo Hendrik Christian Andersen (sede provvisoria del Centro archivi di architettura del MAXXI ) è allestita la mostra Carlo Scarpa. Disegni mai visti. Lo spazio dell’abitare. A Vicenza è invece allestita una mostra delle immagini che Gianni Berengo Gardin realizzò nel 1972 in occasione dell’inaugurazione della Tomba Brion a San Vito di Altivole.
A Trieste, il Museo Revoltella inaugura, in concomitanza con il Centenario, il nuovo allestimento della Galleria d’Arte Moderna, che ripristina gli spazi scarpiani. Per l’occasione viene edito il volume Carlo Scarpa e il Museo Revoltella che presenta i disegni per il museo triestino. A Venezia la Fondazione Querini Stampalia promuove invece il restauro degli spazi ristrutturati da Scarpa, che tra il 1961 e il 1963 ristrutturò lo spazio al piano terra di palazzo Querini Stampalia, sede della Fondazione, il giardino situato sul retro e la scala d’accesso al piano primo. L’intervento -che si protrarrà, per
massimo mattioli
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Una piccola segnalazione libresca: Marsilio pubblica anche una collana intitolata "Studi su Carlo Scarpa". Il terzo volume, stampato l'anno scorso se non erro, è particolarmente ricco di contributi per chi voglia approfondire.
Grazi per questo articlo.
Sopratutto per il titolo!
Bravo!
G.di Cinarca / directeur de la redaction de aRoots - aRchiculture