Non è certo meta rinomata di turismo interno e men che meno internazionale la Basilicata, e in Calabria la situazione non è poi tanto differente. Per ciò si auspica che le iniziative artistiche messe in atto a partire da quest’estate e da quest’autunno contribuiscano a iniettare nuova linfa – anche e soprattutto economica – in Regioni che, pur attraversate da profonde contraddizioni, meritano maggiore attenzione. Ed è in questo senso che si muove da anni
Sensi contemporanei, il “
progetto per la promozione e diffusione dell’arte contemporanea e la valorizzazione di contesti architettonici e urbanistici nelle Regioni del Sud d’Italia”, il cui comitato di coordinamento è presieduto da Alberto Versace.
Proprio sul versante lucano del Parco del Pollino, Sensi contemporanei ha sostenuto il progetto
ArtePollino, che ha il suo iniziale apice nella realizzazione – tuttora parzialmente in progress – di tre grandi opere all’interno del parco. Public & Land Art d’alto livello, insomma, e basti pensare che a presiedere il comitato scientifico è Mario Cristiani, promotore di quell’
Arte all’arte che ha fatto la storia delle installazioni artistiche sul territorio, non solo in Italia (e nel medesimo comitato c’è Emanuele Montibeller, direttore artistico di ArteSella, esperimento d’arte integrata col territorio che, seppur su un altro piano, ha anch’esso una notevole rilevanza).
Venendo alle opere: innanzitutto quella di
Giuseppe Penone, un gigantesco
Teatro vegetale (il diametro è di 125 metri!) lungo la fiumara del Sarmento, all’altezza del borgo di Noepoli. Un lavoro inevitabilmente in-finito, poiché anche quando potrà esser considerato concluso, sarà in continua evoluzione grazie all’incessante mutevolezza della stessa fiumara e soprattutto dei vegetali che ne costituiscono l’anima. Un teatro che, almeno nelle intenzioni, sarà realmente tale, e che ci si augura possa stimolare la produzione performativa locale.
Senz’altro più “addomesticata” la collocazione dell’
Earth Cinema di
Anish Kapoor, che ha scelto l’area verde afferente le terme di Latronico per operare il suo taglio lungo una cinquantina di metri nelle viscere della Terra. Opera praticabile dai visitatori, che assisteranno così a una sorta di film geologico, anch’esso in perenne mutamento.
Infine, su un’altura nei pressi di San Severino Lucano, la sublime
RB Ride di
Carsten Höller: una vecchia giostra proveniente dalla Spagna, modificata per girare lentissima su se stessa. Per compiere un tour completo sono necessari quindici minuti, durante i quali è assai probabile che si passi dall’iniziale irritazione alla straniata contemplazione dello straordinario paesaggio circostante.
Un progetto che non ha calato dall’alto grandi nomi dello star system internazionale senza occuparsi del legame con chi il territorio lo abita. È per questo che, fra le iniziative di “divulgazione”, si contano i laboratori e gli incontri con un’altra tripletta di artisti –
Claudia Losi,
Nils-Udo e
Anni Rapinoja – nonché col vulcanico musicista Mario Brunello, animatore fra l’altro di quel fantasmagorico luogo di sperimentazione che è l’Antiruggine a Castelfranco Veneto.
Tornando a Potenza per ripartire verso le città di provenienza, merita una visita il circuito di opere d’arte contemporanea allestite nell’ambito del più ampio progetto denominato
Arte in transito. A cominciare dall’installazione di
Daniel Buren sul Ponte Musmeci, con festose bandierine colorate issate sui due lati del viadotto.
Ben più coinvolgenti, e da vedere obbligatoriamente in condizioni di luce artificiale, le opere di
Studio Azzurro e del duo
Bianco-Valente. Nel primo caso si tratta di una rilettura assai scenografica dei
Fanoi, i falò delle feste popolari: sulla Scalinata del Popolo, una teoria di figure cammina portando ognuno una torcia. Sfiorando il muro su cui è proiettato il filmato, l’uomo o la donna scelti si fermano e raccontano la propria breve storia.
Relational è invece una pulitissima installazione realizzata sul Palazzo dell’ex Biblioteca Provinciale, una sorta di mappa neuronale luminescente che avviluppa e
aliena il corpo sonnecchiante del particolarissimo edificio (installazione che, a costo sostanzialmente zero, potrebbe diventare permanente, connotando in maniera forte e al contempo raffinata un
haut lieu del capoluogo).
Chiude la rassegna
Il filo di Arianna realizzato da
Michele Iodice nel Parco Baden Powell. Un labirinto di nastro rosso, talora ricoperto da parole evocative, che si snoda fra alberi d’alto fusto e che ha riscosso sin da subito un grande successo, soprattutto fra i visitatori più giovani (e perciò si sarebbero dovuti scegliere supporti meno pericolosi per il nastro, in luogo degli acuminati sostegni metallici).
Per ora, dunque, protagonista è la Basilicata. Attendiamo perciò fiduciosi lo sviluppo di ArtePollino anche sul versante calabro. E magari un’edizione di Arte in transito in quel di Reggio Calabria o di Cosenza.