L’ARTE ETERNA PREMIA

di - 9 Luglio 2008
Com’è germinata questa collaborazione con un’azienda così importante come Terna?
L’azienda ha una vocazione all’innovazione anche per quel che attiene alle attività di sviluppo culturale del territorio in cui opera, come dimostra il concorso sulla progettazione dei nuovi tralicci vinto da Foster. È probabile che i numerosi concept prodotti da me e da Marziani negli anni scorsi, legati alla contaminazione reale tra valori aziendali e arte visiva, abbiano spinto l’azienda a scegliere per competenza ed esperienza, così come accade nelle dinamiche aziendali.

Il board curatoriale è dunque composto da te e da Gianluca Marziani. Come vi siete suddivisi i ruoli?
Come facciamo sempre, anche in questo caso seguendo le rispettive skill professionali: Gianluca segue la parte strettamente teorica e curatoriale, garantendo coerenza tra gli obiettivi dati e l’accreditamento storico e accademico del Premio. Io seguo la parte relativa all’organizzazione e, pur avendo un taglio curatoriale in osmosi con Marziani, le mie competenze sono di carattere manageriale e comprendono i rapporti con la Giuria e con il sistema dell’arte italiano ed estero, oltre che quelle legate alla produzione del concept di sovrapposizione tra modelli aziendali e sistema dell’arte. I miei dieci anni di azienda e gli altri dieci da art advisor si sposano in una visione che tende a creare un valore comune.

In questi anni di globalizzazione le aziende italiane piccole e grandi (Terna fra queste) si sono rinnovate. Svecchiate. Si sono insomma assolutamente predisposte alla competizione internazionale. Non è stato lo stesso per il settore dell’arte contemporanea. Il premio vuole impattare su questo gap?

Esattamente. E come al solito la sottile domanda di “Exibart” contiene già la risposta, perché questa è la vera battaglia culturale e professionale che combattiamo da anni, e che anche la rivista conosce e sostiene da tempo. Alla base di questo gap risultano esserci diversi fattori, dalla mancanza di esperienza aziendale di molti operatori alla assoluta assenza di strategie comuni per un territorio, quello italiano, che sarebbe gestibile con facilità e che esprime comunque il terzo posto mondiale come spesa sul contemporaneo.

Siamo secondi solo a americani ed inglesi e non ce ne rendiamo conto…
Già, perché questo enorme flusso di capitali va all’estero, dove il sistema è un sistema vero, con tanto di regole e competenze precise e inequivocabili. Peccato per il Paese, per i collezionisti, per gli investitori, ma anche per gli artisti.

Quali sono le innovazioni, concretamente, che ritieni necessarie per superare la sindrome dilettantistica del nostro settore, in Italia? Quali sono insomma le best practices internazionali che occorrerebbe “importare”?

Esistono diverse risposte a esigenze diversificate per area, ma alcune delle best practices sono universali: per esempio, la politica dei prezzi. In Italia si usa chiedere (e ottenere) sconti sulle opere, e questo penalizza sia chi vende sia chi compra. Alla lunga, le opere che si scontano dimostrano tutta la loro debolezza, non vengono difese adeguatamente e perdono valore anziché acquisirlo, ovviamente. Poi esiste un forte problema di “percorsi di sviluppo” che riguarda gli artisti: il Premio Terna contiene tre categorie perché abbiamo voluto pervadere il progetto di reali caratteristiche imprenditoriali. Come in azienda esistono i junior e i senior, così bisogna assumere l’atteggiamento laico e professionale di inserire gli artisti in veri percorsi di carriera, dove siano riconoscibili i diversi elementi di forza che bisogna poi curare e difendere attraverso le metodologie aziendali. Gli artisti hanno bisogno di viaggi continui, di rapporti con il mondo a tutti i livelli, di scambi culturali organizzati da istituzioni, privati e gallerie. E di supporto da parte del Paese che, però, presuppone una campagna di comunicazione corposa e rigorosa, con la collaborazione di tutti gli operatori. Un coinvolgimento totale.


Siete riusciti a strappare un “montepremi”, come si diceva una volta, di tutto rispetto.
Sì, l’azienda ha sposato l’idea in pieno, ed è stato gratificante ricevere la piena fiducia su temi sofisticati come questo.

L’atteggiamento è quello di “fare sistema”. L’approccio è aziendalistico per certi versi. Insomma, si va oltre al trito mecenatismo?
Non si è più trattato di costruire un progetto di mecenatismo contemporaneo, ma anche di dargli una forma concreta attraverso la sua modulazione operativa. La sovrapposizione fra i modelli imprenditoriali e quelli dell’arte è la vera novità, sul panorama italiano, ed è per questo che i membri della Giuria hanno aderito con entusiasmo. Sono professionisti italiani e internazionali molto sensibili e non sono solo operatori di mercato o di cultura, sono uomini e donne impegnati nella battaglia quotidiana dell’evoluzione, passano molto tempo nelle trincee della conoscenza, per spiegare che mercato e cultura coincidono, che l’arte visiva non si può spegnere come la tv, che contiene messaggi e motivazioni indispensabili al progresso, che sposta pensiero ed economia.


Avete concepito una terna di sezioni per questo premio…
La terna delle categorie è un’idea di Terna, appunto… Volevamo trovare un modo di presentare al Paese gli artisti come dei professionisti. Quale modo migliore di far coincidere nome e anima?

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a cura di m. t.


Scadenza Bando: 30 ottobre 2008 ore 18
Inizio voto Premio Online: 3 novembre 2008 ore 8
Scadenza voto Premio Online: 20 novembre 2008 ore 18
Info: tel. +39 0658335926; info@premioterna.it; www.premioterna.it

[exibart]

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  • Mi scuso se non mantengo la promessa di non impiegare più tempo per questa iniziativa, ma il Signor Cascino merita una risposta, anche solo per buona educazione.
    Risposta:
    Si immagini, chessò Paladino, Pusole, Martegani, Scotto di Luzio (ma è un maestro o un emergente?) a partecipare a questa bella iniziativa a fronte di nulla. Magari al maestro beneventano gli può stare anche bene ma forse a Pusole o a Scotto di Luzio no. Possono però non partecipare, obietterebbe lei. E se mancano autori così ma quale ambizione può avere questa sua iniziativa? Lei è daccordo con la mia affermazione che un premio è lavoro? Se la risposta è si, il suo bel ragionamento crolla. E le dirò di più il premietto in acquisto sarà vinto da qualche artista romano amico del critico della città eterna. Le 159 email si possono trasformare in un battibaleno in altrettante critiche, dovrebbe saperlo. Si ricordi delle Idi di Marzo.
    Saluti

  • Considerate le condizioni poste nel bando a proposito della categoria "Megawatt", senza entrare nel merito di chi saranno gli artisti selezionati ecc ecc, mi permetto di fare una riflessione: "Pico" dice che gli artisti professionisti, hanno delle spese, le stesse spese che anche l'imprenditore in rapporto all'azienda che ha, deve sostenere, se l'imprenditore piange ha ragione, se l'artista professionista piange è un barbone e rejetto.
    Questi artisti sono veramente avidi pensano solo ai soldi.
    Non voglio andare fuori tema, nessuno mette in dubbio il fatto che quando si fa beneficenza è sempre una cosa lodevole.
    Terna poteva tenersi la grana al caldo e le andava bene lo stesso, è qui che è da lodare il gesto, come unti dal Signore, in un momento come questo di crisi energetica con il petrolio alle stelle mi pare che sia veramente un gesto eroico che un'azienda che si occupa di energia possa fare tutto questo.

    Ah Tonelli, quando vai a fare il pieno al motorino, al benzinaro invece di pagarlo, dille che sostieni il Premio Terna e dopo ci racconti.

  • Francesco Cascino, ma ti rendi conto che così si buttano via i soldi o no?
    Non voglio tanto parlare dell'assurdità dei 100.000 euro della categoria Terawatt (che è ad invito ed ha il premio "da devolversi interamente all'iniziativa sociale"), quanto delle altre due. Tu che sei tanto esperto mi spiegheresti che senso ha un fare un primo premio acquisto da 10000 euro e sette da 2000? Ti faccio un esempio: se consideriamo un pittore con coefficiente 2, questi per essere corretto dovrebbe gareggiare per il primo premio con un opera di certe dimensioni, mettiamo di cm 200x200. Un'opera del genere verrebbe venduta dal suo gallerista a 8000 euro nella migliore delle ipotesi (conto vendita al 50%). In questo caso, il premio sarebbe buono, perchè gli entrerebbero 7500 euro (ricordo a tutti che lo stato si trattiene il 25%) contro i 4000, spartiti con il gallerista. Ma se dovesse essere premiato con uno dei 7 premi più piccoli, prenderebbe 1500 euro contro i 4000. Una clamorosa fregatura! Quindi, concludo che a questo premio non parteciperà nessun artista con quotazione dal coefficiente maggiore o uguale a due, se non con un'opera veramente modesta. Ora io l'ho buttata solo sul piano economico, perchè i premi acquisto vanno valutati così. Ma se penso agli altri aspetti, mi metto le mani nei capelli e non lo valuto come un premio prestigioso. Ho paura che farà una fine peggiore di premi come il Premio Celeste o simili, nonostante tutti i soldi messi in palio.

  • A exibart.com

    mi permetto di segnalare che da qualsiasi luogo pubblico, a maggior ragione trattandosi di un luogo di cultura andrebbero cancellati i messaggi che contengono insulti.

    Mi riferisco nello specifico al signor pico.

    considerato che cosi' non avviene e fintanto che il suo messaggio del 10/7 (gentile Marco Ettore Tirelli) non verra' rimosso, non partecipero' a questa o ad altre discussioni sul vs. sito.

    cordialmente,

    p.s.

    visto che me lo si chiede rispondo: "no, partecipare ad un premio non e' per gli artisti un lavoro" cosi' come non lo e' donare ai musei piu' importanti del mondo le proprie opere.

  • Come si vede che siamo in iTALIA,con la i minuscola: si parla di tutto, ma la cosa veramente ridicola degna di vanna marchi non è tanto il premio in denaro che poteva anche non esserci, ma lo sfruttamento ingannevole del titolo Ben 150mila euro!!, per cui se ne fa un caso!!!
    ma come si può essere così miopi...è questa presa per i fondelli che mi fa impazzire, cari tutti voi...avrei partecipato pure gratis, ma di fronte a queste meschinerie affermo che gli organizzatori hanno fatto un autogol clamoroso!!! e voi tutti svegliatevied è per questo che dovreste sentirvi nauseati.

  • Concordo con il signor Pico. Partecipare a un premio e' assolutamente lavoro! Cosa credete che facciano i giovani artisti (quando non sono occupati a fare lavori e lavoretti per sbarcare il lunario), se non preparare plichi di documentazione da inviare alle commissioni dei vari premi e residenze? Rientra nella sfera "pr" che, ahime', tutti voi dovreste sapere bene quanto sia una parte importante del nostro lavoro. E' preoccupante che questo particolare sfugga proprio a chi progetta un premio rivolto ai giovani artisti. Quest'iniziativa mi puzza di cialtroneria stile premio celeste. Spero di sbagliarmi, e che i fatti (e le opere in concorso) dimostrino il contrario! in questo caso saro' lieta di prenderne atto, pentirmi e partecipare l'anno prossimo.

  • mi associo alla dichiarazione del signor tirelli che al momento stimo più di chiunque altro ricordandogli però che l'insuccesso genera frustrazioni e bisogna essere un pò comprensivi con chi non ha molta fortuna,fanno parte comunque del gioco anche loro (me compreso) forse capiremo o forse non capiremo mai........

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