L’arte nel Campus |

di - 15 Marzo 2006

Com’è nata l’idea della collezione?
L’idea è nata perché James Stuart de Silva e sua moglie, entrambi collezionisti, abitavano vicino all’università. Hanno avuto l’idea mentre passeggiavano per il Campus. Per questo hanno stipulato un accordo con il senato accademico, per cui la coppia avrebbe finanziato le opere, mentre l’Università avrebbe curato la parte amministrativa. Nel 1982, John Stuart de Silva ha creato una Fondazione, partecipata dalla sua famiglia e dall’associazione Amici della Stuart Collection. Subito dopo, è stata realizzata la prima scultura: Sun God di Niki de Saint Phalle.

Perché si è scelto di realizzare solo opere site-specific?
Il Campus si estende su un’area molto ampia e variegata: ci sono canyon, colline e vecchi edifici militari. Fino al 1962, infatti, è stato un campo di addestramento dei marines. È un mix eterogeneo di territorio naturale e boschi di eucalipto: una specie non nativa, ma coltivata per alimentare l’industria ferroviaria, con scarsi risultati. L’intento era di realizzare sculture all’aperto, ma non di acquistarle; perciò, si è scelto di coinvolgere direttamente gli artisti che, negli anni ‘70-‘80, avevano iniziato a creare opere site-specific e site-generated. Inoltre, volevamo distinguerci dalla collezione di sculture, più antica, dell’U.C.L.A. e definire la nostra identità.

Hai diretto la Stuart Collection sin dagli esordi: è stato difficile gestirla e accrescerla nel tempo?
È sempre stata un sfida. Ma anche un privilegio e una gioia. Certo, se non avessi affrontato gli ostacoli, opere come Sun God oggi non esisterebbero. All’inizio c’era molto scetticismo e temevo la reazione degli studenti, finché, durante un sopralluogo, ho notato uno strano oggetto posto davanti all’opera. Avvicinandomi, ho visto che era un uovo e gli studenti mi hanno spiegato che era il loro augurio di buon compleanno! L’anno seguente, è stato inaugurato il Sun God Festival, la cerimonia più importante dei laureandi.

Ultimamente, una nuova opera, The Bear di Tim Hawkinson, si è aggiunta alla collezione. Com’è avvenuta questa scelta?
Abbiamo una commissione di valutazione, formata da professionisti di fama internazionale, tra cui c’era anche Pierre Réstany, prima che morisse. Poi Pontus Hulten, il conte Giuseppe Panza di Biumo e Hugh Davies, direttore del Museum of Contemporary Art di San Diego. Il loro compito è di vagliare le diverse proposte e di discuterle con me. Il progetto di The Bear ci ha convinto e ci siamo attivati subito per trovare i fondi e i materiali necessari.

Tutti i lavori della collezione hanno una forte carica simbolica. Avete puntato su questo elemento perché si distinguessero nell’area sconfinata del Campus? In un certo senso, volevate puntare su una scala monumentale?
No, non necessariamente. Ad esempio, le opere di Nam June Paik e di Michael Asher non sono monumentali. Certo, per The Bear le dimensioni contano perché, altrimenti, non avrebbe lo stesso impatto. Il nostro scopo è di realizzare sculture interessanti e originali. Non c’interessa decorare il Campus, ma essere all’avanguardia, come in tutti gli altri campi del sapere.

Quale sarà il futuro della collezione? State valutando nuove proposte?
Attualmente, ci sono quattro o cinque artisti che stiamo prendendo in considerazione. Come vedi, il nostro è un continuo work in progress.

Qualche artista che vorresti coinvolgere?
Tutti quelli con idee interessanti. I grandi nomi non sempre sono vincenti, o adatti al contesto. Finora, ho raccolto più di quaranta progetti, di cui solo sedici sono stati realizzati. Se dovessi sottoporre alla commissione tutti quelli che ricevo, probabilmente, non ne avremmo visto realizzarsi ancora nessuno!

link correlati
http://stuartcollection.ucsd.edu

intervista a cura di maria egizia fiaschetti

[exibart]

Articoli recenti

  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Carmine e Celestina sono due "scugnizzi" che si imbarcano su una nave per l'America. La recensione del nuovo (e particolarmente…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20
  • Mostre

Dicembre veneziano: quattro mostre per immergersi nel dialogo culturale della laguna

La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…

22 Dicembre 2024 0:02
  • Mostre

Bonhams ospiterà una mostra dedicata alla fotografa Lee Miller

Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…

21 Dicembre 2024 22:22
  • Mostre

Lasciarsi toccare dal colore. La pittura di Ingrid Floss sbarca in Italia

Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…

21 Dicembre 2024 18:30
  • Mostre

I gioielli e la poetica dell’abitare. La lezione di Andrea Branzi in mostra a Milano

10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…

21 Dicembre 2024 17:20