Sono le persone che formano quella comunità sempre in viaggio, sempre aperta allo scambio e all’incontro: comandanti d’aereo e hostess, viaggiatori e lavoratori aeroportuali. I loro ritratti sono esposti al Terminal 2 di Malpensa, in occasione della riapertura dell’infrastruttura, per riscoprire la dimensione creativa ma anche sociale e civile degli aeroporti. A realizzare il progetto “T2 Portraits” è stato Franz Cerami che, con il supporto tecnico di Service 2 Service + Gnosis Progetti, racconta le storie che attraversano e fanno vivere quotidianamente Malpensa, trasformando l’importante snodo in una realtà variegata.
Franz Cerami, tre volte “Ambasciatore del Design” per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, presente con le sue opere nella Collezione Farnesina, ha trascorso una settimana a Malpensa, con la sua inseparabile video camera, ha ritratto, ripreso, ascoltato e fotografato, istantanee di persone che per pura casualità hanno raccontato le loro storie attraverso le loro immagini.
Artista nomade, Franz Cerami ha raccontato con le sue opere un mondo possibile fatto di umanità, luce e immaginazione: «Ho vissuto una settimana nel Terminal, una residenza d’artista originale ed inusuale, dove ho condiviso con i protagonisti dei miei ritratti, un caleidoscopio di sentimenti, sensazioni, paure e ansie, gioie e sorprese. Un’immersione totale, ho video-ritratto 130 persone e ho ascoltato le loro storie. Dipingere i loro volti è stato un momento magico. Ho realizzato una fusione di architetture umane con architetture urbane, paesaggi e volti».
Così, dal 30 maggio, 18 ritratti sono esposti in una grande installazione permanente sulle pareti esterne del Terminal 2: opere di 3 metri per 2, stampate su vinile applicato su lastre d’acciaio. Inoltre, il 31 maggio il racconto di questa comunità è stato proiettato con un’installazione di videomapping nel Piazzale del Terminal 2. Sempre dal 31 maggio l’installazione è ospite, nello spazio espositivo Porta di Milano presso il Terminal 1. Quest’ultima proiezione ha raccontato anche l’intero lavoro e il making off del progetto.
Un gioco di fusione tra le persone e i luoghi, un mix di tecniche tradizionali e di painting con pitture a olio e grafite, colori, luci e, soprattutto, il movimento delle espressioni spontanee di volti e corpi, immagini che attraversano e vengono attraversate.
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