Il progetto Le 10 Porte del Futuro, vincitore di un avviso pubblico promosso da Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, è stato curato da Spazio Taverna, fondato da Marco Bassan e Ludovico Pratesi: visibile fino al 26 agosto, l’iniziativa ha trasformato le Mura Aureliane in una pinacoteca a cielo aperto, affiggendo su ognuna delle dieci porte due stendardi, uno all’ingresso e uno all’uscita, ideati e realizzati da dieci giovani artisti e dieci studi emergenti di architettura.
Intelligenza artificiale, sostenibilità , futuro, inclusione sociale, conflitti esistenziali, riflessioni costruttive e ironiche, confini indefiniti, visioni apocalittiche, sono alcuni dei temi raffigurati sui 20 stendardi collocati lungo i 19 chilometri della cinta muraria romana. Ognuno di essi offre al pubblico l’immagine di una Roma proiettata nel futuro ma ancorata in un contesto antico.
Spazio Taverna ha individuato dieci giovani artisti, romani o residenti a Roma, sulla base di due criteri: la partecipazione a mostre pubbliche e l’essere rappresentati da una galleria privata. A ciascuno di loro è stato proposto di immaginare e collocare nel futuro una Roma del XXI secolo. L’APA – Agenzia Pubblicità Affissioni lo ha successivamente allestito su uno stendardo, affisso all’entrata di ogni porta. Gli artisti che hanno contribuito al progetto sono Giulio Bensasson, Francesca Cornacchini, Federica Di Pietrantonio, Guglielmo Maggini, Leonardo Magrelli, Andrea Mauti, Diego Miguel Mirabella, Numero Cromatico, Lulù Nuti e Alice Paltrinieri.
Il medesimo compito è spettato a dieci studi di architetti emergenti, ideatori degli stendardi posti all’uscita delle porte. I partecipanti, selezionati dallo studio di architettura Warehouse of Architecture and Research – WAR, sono: Associates Architecture, Atelier Remoto & Flavia Saggese, Martina Baratta, cortese mazza, homu, ISTMO Architecture, Michalski & Wagner, Francesca Mirone, Warehouse of Architecture and Research.
Ogni stendardo offre allo spettatore il volto più contemporaneo della città proiettato nel futuro e costituito da elementi, pensieri, visioni contaminate dall’attualità , consentendo di avviare una riflessione tra tempi remoti e moderni, una connessione tra antichità e attualità . Secondo Marco Bassan, «Le dieci porte sono tutte differenti ed indicano orizzonti vicini e lontani, drammatici o rassicuranti, per ripristinare il senso arcaico degli accessi alla città antica».
Il progetto Le 10 Porte del Futuro gravita intorno a diversi obiettivi: restituire agli artisti centralità sociale e dargli voce; rendere consapevole la società sulla complessità di questi tempi; valorizzare e riattivare luoghi, storie ed identità collettive; sviluppare nelle nuove generazioni – e non solo – lo stimolo a immaginarsi nel futuro in un rapporto costruttivo con esso; raccontare il volto più contemporaneo della città .
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