Germano Celant è un monumento o un personaggio vivo e stimolante per le giovani generazioni? Con questa domanda, Marco Tirelli, futuro presidente dell’Accademia di San Luca, ha presentato martedì, 13 settembre, “Germano Celant. Cronistoria di un critico militante”. La manifestazione si dipana nell’arco di sette mesi, da settembre 2022 a marzo 2023, in un percorso di giornate di studi organizzate da otto istituzioni museali italiane pubbliche e private, alle quali il critico, scomparso nell’aprile 2020, era particolarmente legato. Uno sforzo titanico, messo a punto dallo Studio Celant, con il preciso scopo di riflettere e analizzare la figura del maggiore curatore italiano contemporaneo nelle sue molteplici sfaccettature.
Così, al Castello di Rivoli il focus è sulla genesi dell’Arte Povera (28 settembre), alla Triennale di Milano si parla della metodologia espositiva (6 ottobre), mentre al MADRE di Napoli la giornata è incentrata sulle incursioni di Celant nel territorio campano (27 ottobre). Originale il tema del MAXXI di Roma, che esplora la figura del critico in rapporto all’architettura (15 novembre), per proseguire alla Fondazione Prada con una riflessione sui progetti degli artisti curati da Celant (3 dicembre), seguita dalla sua relazione con la scrittura e gli archivi al Centro Pecci di Prato (25 febbraio), mentre la conclusione è affidata alla Fondazione Cini, il 2 marzo, dove viene sviscerato il rapporto del critico con le istituzioni veneziane.
Oltre 60 i relatori coinvolti, che spaziano dagli accademici agli artisti, dagli architetti ai curatori di generazioni diverse, per offrire contributi e punti di vista più ampli e variegati possibili, in una kermesse che non ha paragoni per ampiezza sia temporale che contenutistica. E giustamente il percorso è cominciato a San Luca, con “Germano Celant in prospettiva”, una riflessione legata all’eredità lasciata dal critico genovese.
«Celant aveva un metodo infallibile, basato sui rapporti con gli artisti da una parte e sull’attenzione maniacale verso la lettura dei documenti», puntualizza Antonella Soldaini, responsabile della ricerca scientifica dello Studio Celant, attualmente presieduto da Argento, figlio di Germano. Una caratteristica che lo distingueva da altri grandi curatori della sua generazione, come Harald Szeemann, Jan Hoet o Jean Christoph Amman. «È proprio l’attualità del “metodo Celant” a costituire un valido punto di riferimento per le nuove generazioni di studiosi», aggiunge Soldaini.
Molto valida la scelta di avviare la manifestazione nella sede dell’Accademia di San Luca, «Tradizionale luogo di incontro e dibattito dei temi dell’arte», sottolinea Marco Tirelli. Monumento da celebrare o esempio da seguire? La risposta l’avremo alla fine del tour, che si concluderà ancora San Luca con una lectio magistralis di Salvatore Settis, il 23 aprile 2023.
In occasione di "Il rituale", primo atto del progetto "Sodalizio" che ha preso vita presso Boccanera Gallery, incontriamo Giulio Boccardi…
Louis Vuitton e Takashi Murakami insieme, per una nuova collezione tra arte e moda, a 20 anni dall’ultima collaborazione: le…
Dinosauri, gioielli reali, cimeli cinematografici e sportivi. La nostra rassegna dei lotti insoliti aggiudicati all'incanto, da gennaio a dicembre
Un anno bisestile che ha unito farsa e tragedia: i momenti salienti del 2024 nel mondo dell’arte e della cultura,…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Il Chinese Textile Centre è il nuovo centro culturale di Hong Kong che promuove la millenaria tradizione tessile cinese, con…