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Lezioni per una rappresentazione di paesaggio: le installazioni di Salvatore Emblema
Progetti e iniziative
di redazione
«Io faccio solo due tipi di quadri, o sono paesaggi o sono corpi nudi. A volte sono tutte e due le cose», Salvatore Emblema, 1979. Dopo La natura in-trasparenza, si rinnova anche quest’anno l’appuntamento nella ex casa-studio di Salvatore Emblema (1929-2006), ricordando di quando, in occasione della festa d’Equinozio di Primavera, l’artista condivideva col pubblico il proprio lavoro, per celebrare il momento in cui il giorno e la notte hanno la stessa durata. Dipingere il paesaggio è il titolo del nuovo progetto espositivo, in mostra fino al 31 luglio, al Museo Emblema di Terzigno, in provincia di Napoli.
La mostra, a cura di Renata Caragliano ed Emanuele Leone Emblema è un omaggio alle installazioni ambientali di Salvatore Emblema, in particolare a un’opera del 1967-73, da cui prende il titolo, appunto, Dipingere il paesaggio. L’installazione, al centro della sala del museo – che sta attraversando un periodo di espansione e trasformazione – è composta da un complesso incastro di fascine di rami di castagno ridipinti in un colore che è il caratteristico Blu Emblema, ovvero un intenso pigmento ricavato del verderame.

A enfatizzare il significato dell’installazione, proprio affianco alla grande foto di Emblema con lo sguardo rivolto verso gli spettatori, c’è un breve dialogo, parte di una significativa conversazione tra Paul Gauguin e Paul Serusier: «Come lo vedi quest’albero? È davvero verde? Usa il verde, allora, il più bel verde della tua tavolozza. E le ombre davvero sono blu? Non aver paura di dipingerle più blu che puoi».

Quella di “Dipingere il paesaggio” è una ricerca che l’artista aveva iniziato dal 1967 nei suoi esperimenti da “scultore di luce”, avviando una vera e propria azione di Land Art sotto il Vesuvio. Di questi esperimenti resta una documentazione fotografica, di cui parte è esposta in mostra, dove si vede come Emblema fosse intervenuto con pigmenti naturali – rosa, bianco, verde – sugli alberi di pino circostanti la sua casa-studio, cambiandone colore. Un’operazione significativa, che mette al centro, immortalandolo, l’intervento dell’artista sull’elemento naturale, il paesaggio, che viene trasformato.

In esposizione, anche una selezione di opere di grandi dimensioni, soprattutto degli anni Sessanta e Settanta, realizzate con materiali industriali, semilavorati e prefabbricati in metallo, le cosiddette “griglie/reti”, che riprendono, con materiali diversi, il tanto caro concetto di trasparenza – a cui era arrivato “detessendo” la tela grezza di juta – e che, ancora oggi, fungono da “filtri” in grado di mutare luce e colore, pur senza modificare la realtà.

Con le parole di Emblema: «Non imito la natura, creo entro le sue leggi. La luce del sole penetra il dipinto». In questo caso, il corpo della scultura, «Come penetra la terra». I curatori ricordano infatti come l’artista amava ripetere che un’opera è riuscita quando non racconta lo spazio e la natura ma diventa essa stessa spazio e natura. E nel suo caso, è soprattutto memoria della natura e della sua luce.


Anche quest’anno, tra i percorsi didattici, fiore all’occhiello del Museo, che rinnova annualmente la sua offerta per il territorio e non solo, si propone un’esperienza simile a «Una scenografia territoriale che si fa oltrepassare dal paesaggio». Dopo aver visitato la mostra, infatti, il pubblico potrà interagire con una fotogallery virtuale e decidere, in base all’opera che ha suscitato la più intensa partecipazione emotiva, di dipingere il paesaggio scelto attraverso un tavolo tattile digitale.



Per tutta la durata della mostra, inoltre, sono previste attività didattiche, visite guidate ed eventi speciali, come la presentazione del libro di poesie di Enzo Ragone, La seconda vita del desiderio (Interno Libri Edizioni), in programma domenica, 4 maggio.
Il progetto è programmato e finanziato dalla Regione Campania, realizzato da Scabec – Società Campana Beni Culturali nell’ambito della rassegna Campania by Night, con il Museo Emblema.