Come possiamo evitare che l’eredità culturale, giunta da così lontano e così preziosa, scada col tempo di fronte alle sfide, economiche e sanitarie, che minano al progresso? Come possiamo comunicarla per farla tornare a vantaggio di noi tutti?
Nel momento tanto atteso, sperato e immaginato delle riaperture, CoopCulture ha presentato LIVE Culture, una nuova piattaforma, già fruibile online, che dimostra quanto, di fronte alla minaccia di un crollo della normalità, sia stato urgente e doveroso esplorare e dare forma a nuove modalità per diffondere ciò che di più ricco ci appartiene: il nostro patrimonio culturale.
Guidata, soprattutto, da una profonda sensibilità che permette di sentire anche ciò che sembra perduto o sconosciuto, CoopCulture ha costruito un nuovo strumento fruitivo mettendo in risalto l’importanza delle nuove tecnologie applicate ai beni culturali.
LIVE – Live Interactive Virtual Experience non sostituisce affatto le visite in presenza che desideriamo tornare a fare, ma potenzia la fruizione. Giovanna Barni, Presidente di CoopCulture l’ha definita una «forma di fruizione non sostituiva che vuole essere strumento di accompagnamento, per chi non può godere della visita in presenza, e di approfondimento per poter associare e riconnettere luoghi e opere distanti per ragioni storico-temporali».
Frutto della collaborazione tra CoopoCulture e Twiceout, start-up romana ad alto contenuto innovativo, LIVE è il connubio perfetto tra le migliori tecnologie disponibili e il know-how in campo tecnologico (virtual tour ad altissima risoluzione con fotosferiche a 360° e videovisite full hd) e la decennale esperienza nella didattica museale che CoopCulture opera per rendere più accessibile cognitivamente luoghi del nostro patrimonio ai destinatari più vari.
Vero e proprio strumento di empowerment, che non vuole semplicemente intrattenere ma far concretamente conoscere, osservare e apprendere portando al massimo lo sviluppo l’individuale senso critico, LIVE è “l’occasione”, come dice Enrica Pagella, perché ogni posto di confinamento diventi la preziosa via d’uscita virtuale dalla propria condizione quotidiana. Non costituisce soltanto uno strumento di allargamento fruitivo, ma è anche mezzo di potenziamento della visione. Se è vero infatti che attraverso una visita in presenza possiamo percepire con tutti i nostri sensi, è altresì vero che la nuova piattaforma consente di assumere un punto di vista in più che facilita nuove scoperte, anche attraverso la visione ravvicinata di cose che, fisicamente, restano distanti.
Gli storici dell’arte Luca Pievano e Gabriele Gnocchi, come tutti gli altri operatori didattici di CoopCulture, insostituibili in una professione che nasce dalla contaminazione tra l’arte, che è sempre stata lì, e la comunicazione, conducono virtualmente in tour sempre diversi, dunque non pre-costituiti, all’interno dei Musei Reali di Torino, della Venaria Reale, del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, del Museo Ebraico di Venezia e gli Scavi di Pompei, delle case degli Imperatori sul Palatino e del Colosseo con l’arena e i sotterranei rendendo accessibili particolari non noti e non contaminati dal tempo e dalle convenzioni.
Nell’incontro di virtuale, fisico e reale appare innegabile quanto noi, esseri fruitori, siamo fatti di percezioni molto complesse. Ecco perché il nuovo strumento con cui CoopCulture sta dando ai musei nuove strade da percorrere è il benvenuto. Perché è fonte di opportunità per tutte le marginalità e fragilità che persistono nei nostri pubblici, rendendo straordinariamente e possibilmente concreta l’idea che dove c’è distanza c’è unione.
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