I linguaggi dell’arte contemporanea in dialogo con la sapienza produttiva del territorio, per influenzarsi a vicenda: questo il metodo di incontro promosso dall’associazione Art.Ur di Cuneo, che ha presentato la sesta edizione di Living Room, evento diffuso dedicato all’arte e all’imprenditoria che, quest’anno, è incentrato sulle diverse interpretazioni del tessuto. A cura di Andrea Lerda, Living Room ha visto quattro artisti e quattro professionisti della moda e del tessuto dare vita a quattro progetti espositivi. Chiara Camoni, Nicola Genovese, Daniel González e Agathe Rosa sono gli artisti coinvolti, che hanno realizzato le loro opere insieme alla famiglia Cerati della storica Cappelleria Cerati, a Rossella Campisi e Karin Holzmann della bottega Pas de Mots, a Nicoletta Giuliano di Nicouture e allo stilista Osvaldo Montalbano.
«Un tempo frutto del sapiente lavoro manuale, oggi appannaggio dell’industria tessile, i prodotti della moda sono una vera e propria forma di linguaggio in costante evoluzione, in grado di comunicare mediante le loro forme, le loro iconografie e i loro colori», spiegano dall’organizzazione. «È proprio a partire dalla dimensione di artigianalità che caratterizza i professionisti coinvolti, che le opere degli artisti sono anche pensate per attivare una riflessione sui concetti di sostenibilità, in relazione a uno dei settori che, a livello di grande distribuzione, è maggiormente responsabile del carbon footprint e dell’inquinamento ambientale».
I temi esplorati dagli artisti durante la residenza – che quest’anno prende il titolo di “Performing textile” – hanno origine dalle numerose simbologie legate al tessuto, indagato sia nella sua dimensione materica che in quella concettuale. Le opere realizzate invitano gli spettatori a riflettere sui concetti di sostenibilità, di mascolinità e distruzione, di artigianalità e manualità, oltre che di relazione con lo spazio urbano.
Per Living Room, Chiara Camoni ha dialogato con Nicoletta Giuliano dell’atelier sartoriale Nicouture per il progetto Fuoco, Gioielli e Serpentelli, che prende le mosse dal concetto di distruzione e dall’esperienza del disfacimento. In questo caso, nella forma di frantumazione e fusione di gioielli, come gesto dissacratorio nei confronti degli stereotipi.
Nicola Genovese, in dialogo con Osvaldo Montalbano, ha presentato Blacklash, un intervento scultoreo, che rilegge l’iconografia del guerriero tramite la tecnica tessitoria del quilting. L’intervento è completato da una performance presso la boutique “Senza tamburi né trombette”.
Una celebrazione del qui e dell’ora è quella proposta da Daniel Gonzalez, insieme a Rossella Campisi e Karin Holzmann. No Problem Disco Building, un’installazione ambientale di mylar e musica, assume le forme di un happening, un rito collettivo e condiviso, una festa popolare e temporanea in cui riscoprire una nuova dimensione del sé e degli altri.
Affascinata dal contesto naturalistico di Cuneo, Agathe Rosa, con la famiglia Cerati, è entrata in ascolto del paesaggio sonoro che circonda la città. A partire da una serie di passeggiate nelle zone del Parco Fluviale Gesso e Stura, tra i vari altri luoghi, raccogliendo stimoli sensoriali rispondenti a diverse ore del giorno e della notte, l’artista ha realizzato l’installazione site – e sound – specific Ouverture, Choeur de l’aube n°1.
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